Capitolo ventidue

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L'Aereo per Roma era più grande del previsto; non so come aveva fatto Toby a permetterselo ma la cosa non mi dispiaceva affatto

— Toby, quando saremo arrivati, cosa faremo?
Chiesi al mio compagno di viaggio.
— Ti porterò da Charlotte, una dei capo K.
Sorrisi all'idea di incontrare quella donna, in fondo era come me.
— Quando la incontrerai non sorriderai più di tanto, fidati.
« Oh ma certo, dimmi pure così, idiota. »

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[ POV Jeff ]

E così quella maledetta K era fuggita insieme al mio caro amichetto Toby. Meglio così, pensai.
Io e quel nenerottolo non andavamo molto d'accordo, spesso finivamo addirittura a suonarcele di santa ragione a vicenda.

Ma adesso dovevo concentrarmi sulla mia piccola missione, affidatami da Slenderman.
Chiare parole mi erano stare dette:

Vai in Italia Jeff, trova la ragazza. Sai cosa fare.

Ogni tanto mi ponevo la domanda "e se non sapessi cosa fare?"

E ora eccomi qui, su un aereo diretto in Italia. Dovevo solo seguire Annie, e il gioco era fatto.

Annie. Già. All'inizio volevo solo divertirmi un po' con lei, ma adesso credo di provare qualcosa; qualcosa che mi fa venire i brividi.
La cosa che mi fa infuriare è che non riesco a impedire tutto ciò, nonostante cerchi di reprimere ogni singola cosa. Non devo provare nessuna emozione era quello che mi ripetevo ogni singolo giorno della mia vita; non dovevo affezionarmi a nessuno, non dovevo far si che i miei "sentimenti" mi bloccassero in quello che era il mio compito.
Io ero stato accolto da Slenderman, lui mi aveva offerto un rifugio, e delle persone con cui stare. La solitudine era orribile.
Non potevo tradirlo, non per una stupida ragazzina di cui mi ero infatuato.

Mi lasciai trasportare dalle dolci parole della canzone che avevano messo gli addetti.
Ogni parola però era come un macigno in più da trasportare sul mio cuore.

I am,
Our destiny was crossed.
Wherever you go,
The thought will be fixed on us.
you and I, stars in the sky. Wherever you will. I'm there to protect you. I'm here to love you. I'm here to apologize. I'm here to be near you till eternity.

« Forse anche io posso provare quelle cose. E questo l'ho capito grazie a quelle parole. »

Parole che colpiscono un cuore ormai di ghiaccio, che lo riscaldano con le più calde fiamme mai esistite. Qualcosa che provoca dolore e sollievo.
Mi sono liberato di un peso e una lacrima ora scende dal mio viso.

Annie è seduta qualche posto più giù, mi basterebbe poco per arrivare da lei.
Mi alzo.

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[POV Annie ]

Le parole di un'artista ignota a tutti riusuonano nell'aereo. Tutti si lasciano trasportare da quelle dolci parole, soprattutto il ritornello. E anche io lo faccio; mi lascio trasportare da parole dolci, che mi portano ad un solo pensiero, una singola persona: Jeff. Mi chiedo come abbia fatto a nascere un sentimento così forte per una persona come lui, di cui i ricordi sono solo un piccolo bacio e le visite fatte per me.

Assorta nei miei pensieri non mi accorsi subito di un picchiettio sulla mia spalla; mi girai.

— Annie..
— J-jeff!
Prima che potessi urlare o fare qualsiasi cosa appoggiò un dito sulle mie labbra; intanto Toby si era già allarmato, pronto ad attaccare se fosse stato necessario.
— Fammi parlare prima, ti prego.
— Parla. Ti ascolto.
Deglutì a fatica, contorcendosi le mani.
— Allora.. Slenderman mi ha mandato qui per seguirvi, ma non vi allarmate vi prego. Ci ho pensato, davvero. Annie, se me lo permetterete, io vorrei stare dalla vostra parte. Lo Slenderman mi ha offerto una casa e tutto quello di cui avevo bisogno, ma le sue intenzioni non mi convincono e poi..Annie, tu sei la ragione principale per cui voglio stare con voi, con te.

Rimasi sbalordita da ciò che mi aveva detto, non me lo aspettavo, e non sapevo che fare. Guardai Toby, che mi fece un cenno con la testa.

— Uno in più fa sempre comodo.
Sorrisi dolcemente, e lui ricambiò.
— Grazie Annie.

Mi alzai leggermente per avvicinarmi al suo viso, e gli diedi un piccolo bacio sulla guancia.
Jeff arrossì.

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[ Roma ]

— Roma è una città fantastica!
Esclamai entusiasta. Eravamo su un taxi, avevamo appena superato il Colosseo, e la nostra destinazione era appena fuori dalla città, in un hotel abbandonato. Così aveva detto Toby.

Ci arrivammo in meno di mezz'ora; L'autista ci lasciò davanti ad un edificio malandato, di grosse dimensione. Vicino all'entrata c'era scritto " Hotel Jocker " di un rosso scarlatto che metteva inquietudine.

Entrammo.
L'interno, al contrario dell'esterno, era di un lusso pazzesco. Una moquette rossa si accostava perfettamente alle pareti sul marroncino. I lampadari sul soffitto erano pieni di pietre preziose, ed illuminavano perfettamente tutto l'ambiente. Sparsi qua e là c'erano mobili di legno pregiato, e in fondo un ascensore color oro.

Da quest'ultimo ne fuoriuscirono due donne. Una molto alta, con lunghi capelli biondi e occhi verdi, mentre l'altra, leggermente più bassa, con capelli color rame e occhi blu oceano. Affascinanti, pensai.

La più bassa parlò per prima.
— Io sono Charlotte. Tu devi essere Annie.
Annuii.
— Bene, seguiteci. Annie, tu inizierai un breve addestramento. I due giorni peggiori della tua vita, Stanne certa.

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