Capitolo Ⓓiciannove

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Seguì Ben per il lungo corridoio dopo la porta della sua stanza; Si accorse che l'unica camera che c'era sul piano era solo sua, di altre stanza neanche l'ombra. Dopo qualche minuto intravide la scala a chiocciola che portava a quello che doveva essere il secondo piano, e che forse era colmo di milioni di camere, visto la quantità di gente che aveva visto passare per il giardino. Il biondo non aveva spiccicato parola, ed Annie lo trovò alquanto strano, visto che di solito non finiva più di parlare. Non sapeva cosa fare, se chiedere o no il luogo in cui erano diretti, oppure starsene zitta finché non fosse giunta l'ora di parlare per Ben. La ragazza era agitata e sapeva che nulla di buono se ne sarebbe ricavato da quel posto; se lo sentiva. Il suo stomaco si stava contorcendo, aveva la gola secca, e deglutire non l'aiutava. Perfino il tremolio sulle gambe aumentava man mano che avanzavano, e questo Ben lo sentiva.

-Ragazzina smettila di tremare, mi dai sui nervi.

La mora era spaventata a morta e lui osava dire addirittura a ciò; Annie rispose a tono.

-Ragazzino smettila di parlare, mi fai venire su un conato di vomito.

Il biondo non seppe trattenere la sua risata; Era sorpreso, ma le parole che aveva pronunciato l'altra erano talmente ridicole, almeno ai suoi occhi, che non riusciva neanche ad arrabbiarsi. E forse ad Annie non le conveniva che quest'ultimo si arrabbiasse, visto la condizione in cui era. Doveva cercare di mantenere la calma, e certamente di fare tutto ciò che le avrebbero chiesto, o la sua vita presto sarebbe terminata.

Dopo aver superato almeno una decina di porte del secondo piano, Ben svoltò a sinistra; Si era fermato davanti una porta rossa con su scritto " dool "di un rosso leggermente più scuro.

- Su entra ragazzina.


ℒa mora fece come le era stato ordinato; Aprì la porta lasciandosi alle spalle il ragazzo ed entrò con la certezza che qualcosa di brutto sarebbe accaduto.

Dopo il suo ingresso la porta si richiuse da sola, lasciando Annie sola in una stanza completamente buia. La ragazza non azzardò a fare neanche un passo, avendo paura di dove potesse finire.

- ℰ finalmente ecco la nostra K. Benvenuta nella dimora dei Xoras. Io sono Slenderman.

Una luce improvvisa investì Annie, che chiuse gli occhi. Quando li riaprì si ritrovò davanti un uomo alto almeno due metri, con addosso uno smoking elegante, mentre il suo volto era inesistente; Solo una massa di superficie bianca che non mostrava nessuna emozione.

- Ti chiederai chi sono gli Xoras, ma questo a tempo debito mia piccola K.

- Cosa volete da me?

Annie tremava. Non sapeva cosa dovesse fare o dire. Aveva il terrore che quell'essere si infuriasse con lei e le facesse qualcosa di male.

E in effetti non si sbagliava.

- Cosa vogliamo da te? Informazioni Annie. E se non ce le darai questo sarà quello che ti succederà.

L'uomo dall'enorme stazza tirò fuori un collare, molto simile a quello che mettevano ai cani. La mora non capiva; Forse volevano tenerla come animale domestico?

Slenderman glielo mise sul collo e, con uno schiocco di dita, una scossa pervase il corpo della ragazza facendola urlare dal dolore.

Annie in quell'istante capì una cosa.

Vivere o morire.

Secret love [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora