Capitolo ventiquattro

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Ero stanca, di ogni singola cosa. Perfino di Jeff.

L'addestramento era duro, e da due giorni che erano divennero sette. Una settimana, già.

Quella dannata simulazione era impossibile e, benché fossi riuscita a 'ferire' quel mostro, a nessuno andava bene il mio progresso.

Scoprii, inoltre, il dono di una nuova energia.
Concentrandomi un poco sulla preda, potevo diventare invisibile ai suoi occhi a quanto pareva. Quello era di sicuro un vantaggio, ma il controllo non era il mio forte.

La battaglia stava per avvicinarsi. Lo schermo della sala controllo segnava all'incirca un centinaio di uomini diretti verso il quartier generale; dovevo essere pronta in pochi giorni, e Charlotte non mi dava tregua.

Per non parlare del mio 'amato'. I suoi tentativi di incoraggiarmi mi rendevano nervosa. Odiavo essere messa sotto pressione, e lui lo stava facendo. Quando lo incontravo per i corridoi lo scanzavo in malo modo,  ogni sua parola mi sembrava un gesto per darmi contro e, lo ammetto, lo trattavo davvero male.

L'unico con cui parlavo decentemente era Toby. Era sempre gentile con me, e non mi faceva sentire in colpa come tutti gli altri.

Mi trovavo nella mia stanza, quando all'improvviso Charlotte spalancò la porta, che sbatté contro il muro. Ero sdraiata sul materasso in lattice, super morbido e comodo a parer mio, con addosso una coperta.
Insomma, credevo di poter aver un attimo di pausa!

— Annie! Alzati immediatamente. Non puoi, e ripeto non puoi, riposarti! — Credo che quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. Partii in quarta, alzandomi dalla mia postazione.

— Non posso? E tu chi saresti per darmi ordini del genere?! Io faccio quel che voglio, e quando voglio. Ammetto che non sono chissà che nel combattimento, ma ho fatto degli enormi progressi. Per non parlare del fatto che ti ho portato due uomini in piu, dopo essere stata torturata da uno Xoras! Merito un minimo di riposo, stronza! Sono. Un. essere. Umano. — Quelle parole scossero parecchio la donna di fronte a me; tanto che abbassò lo sguardo come un cane bastonato. Mi chiese scusa, debolmente. Sapevo perfettamente che nascondeva qualcosa sotto quel comportamento duro e cinico.

Mi sentii quasi in colpa per aver dato di matto, ma in quei giorni lo stress era davvero troppo.

Quando Charlotte uscì dalla mia camera, decisi che era il momento di dare una svolta al mio essere K. Dovevo migliorare in qualche modo, e per riuscirci dovevo uscire da quella struttura.

Stando attenta a non farmi beccare, sgattaliolai fuori dall'hotel, senza, per fortuna, farmi vedere da qualcuno.

L'esterno era quasi del tutto deserto, ma un bosco ricopriva la parte posteriore dell'edificio. Decisi di provare in quel luogo, apparentemente calmo.

Era un luogo avvolto da abeti, con uccellini che svolazzavano ovunque. Sembrava tutto tranquillo; l'aria che aleggiava là attorno mi piaceva, era fresca e profumava. In lontananza si sentiva perfino il rumore di una cascata, che non tardai a raggiungere.

Quel luogo era il paradiso!

Tolsi i vestiti con molta calma, per poi immeggermi dentro l'acqua gelata, ma al contempo rigenerante per la mia pelle così tesa. Chiusi gli occhi e mi rilassai.

Percepivo ogni singolo suono, nella mia testa era come se ampliasse. Respirai solo con la bocca, prendendo profondi respiri. Il mio cuore batteva piano, quasi impercepibile. Sentivo un debole calore sul ventre e sulle mani. Mi stavo caricando al massimo, come una bomba ad orologeria.

Forse era questo quello di cui avevo bisogno? Di stare in pace? Ma in combattimento come avrei potuto farlo? Avrei dovuto usare l'adrenalina come arma contro i miei nemici, anzi. Nostri nemici. In quel momento mi resi conto quanto era importante l'Unione fra tutti i K, e non. Era questo che ci avrebbe portato alla vittoria.

Ogni singolo componente di questa squadra avrebbe dato il massimo, compresa io.

Io, Annie, ero una K.

Era il momento di usare questi poteri come si deve. Aprii gli occhi ormai risplendenti di una luce nuova; alzai una mano da sotto l'acqua e, con il sorriso stampato in volto, finalmente scoprii il mio potere.

Quella uscita mi era servita davvero tanto. La me interiore gridava, il mio cuore era palpitante.

Dovevo chiedere scusa a tutti; anche a chi non conoscevo del tutto. Era mio dovere informarli di ciò che era avvenuto, inoltre. Era come se fossi rinata.

Potevo, finalmente, stare bene a Jeff.

Uscii da quella fonte di ispirazione, e mi rivestii. Anche se ero fradicia non importava.

Ero felice.

Il mio potere era fantastico e molto potente.

Mi girai per tornare indietro, e proprio in quell'istante il rumore di un esplosione mi colpì in pieno viso. Davanti i miei occhi si scorgeva il palazzo in fiamme, il fumo che andava verso l'alto.
Capii.

Erano loro.
Ci avevano attaccato.

E la guerra era iniziata.

[Angolino ]
Io lo so che mi odiate ; ; Aggiorno ogni morte di papa! Il WiFi è andato a farsi fottere e ho dovuto scaricare l'app di nuovo. Ci ho messo un sacco. E l'ispirazione per questa storia va e viene. Spero che il capitolo vada bene! Manca davvero poco alla fine, e anche se siete in pochi a seguire questa storia ormai, la finirò promesso. Inoltre volevo chiedervi di Andare a leggere "The black" di Emivin_ una mia cara amica ; ; A presto cari (spero di aggiornare questa settimana! )

Secret love [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora