Il viaggio era sembrato eterno. Durante quelle lunghissima quattro ore in macchina, il silenzio era regnato sovrano, eppure il ronzio della radio non aveva smesso di fare loro compagnia per colmare quella tensione dolorosa che aveva pugnalato costantemente il cuore di Alexandra. Caterina non aveva avuto più nulla da dire dopo che lo sportello si era chiuso, e l'auto era stata in grado di uscire dal parcheggio del teatro, evitando la calca di giornalisti e paparazzi affamati di informazioni; si era seduta, tuttavia, tra lei e Andrea, cosicché il padre non avesse potuto pronunciare alcuna parola di conforto alla figlia, poiché dopo il guaio che aveva combinato non ne meritava nemmeno una. Quindi Alexandra era rimasta a fissarsi le mani, lo sguardo chino per tutto il tempo, sebbene soffrire il mal d'auto. Nelle sue orecchie rimbombavano gli ansiti di shock del pubblico, le plurime domande dei giornalisti, intenti a voler primeggiare sull'altro, sentiva ancora le braccia di Jordan avvolgerla, la sua voce calma e profonda bisbigliarle all'orecchio che andava tutto bene, come tutte le volte in cui era riuscito a placare la sua ansia ogni qual volta durante le prove tendeva ad annullarsi, il vocione di Vittorio che la invitava a calmarsi, quello in preda alla rabbia di Enrico e... la falsa innocenza mostrata da Aurora. Era come se tutti i momenti passati insieme a lei, i gelati, le pizze, le maratone, i pigiami party, le lezioni, era come se tutto fosse stato solo un sogno che lei aveva ciecamente vissuto, ignara della verità. Come non aveva notato quanto tossico fosse l'ambiente familiare in cui viveva, non aveva compreso quanto quella di Aurora fosse solo stata una facciata; il suo obiettivo era sempre stato questo – trovare il momento perfetto per farla crollare, per rovinarle la vita. Se solo avesse letto prima nei suoi falsi occhi quali fossero i suoi scopi, sarebbe andata in quel tour da sola, avrebbe conosciuto Jordan, e tutto sarebbe andato per il meglio. Tuttavia in quella radio risuonavano le parole e le notizie che le aveva distrutto la realtà che aveva creduto di vivere fino ad un giorno prima.
Il Teatro della Scala è stato vittima di uno scandalo!
Enrico Colletta sbaglia ospite d'onore e al posto suo sembra essere stata scelta una ragazza priva di autocontrollo!
Guai in vista per la famiglia Davì: la figlia Alexandra sembra non aver accettato il secondo posto da attaccare con le mani i suoi rivali!
Le confessioni di Aurora Moretti: "Io sono sempre stata accanto a lei fino alla fine. La sua caduta è stata un incidente. Io non c'entro: le scarpe erano difettose."
Enrico Colletta conferma i numerosi problemi che Alexandra Davì ha causati nelle tre tappe alla quale è stata invitata. A quanto pare anche i migliori sbagliano, ma questo, evidentemente, è stato davvero troppo anche per lui.
Non appena ogni stazione radio non aveva fatto altro che evidenziare lo scandalo del momento, Caterina era intervenuta e aveva ordinato all'autista di spegnere immediatamente quel dannato aggeggio, prima che lei lo strappasse e lo gettasse dalla finestra. Era su tutte le furie, totalmente fuori di sé per quello che lei aveva combinato. Non poteva dargli torto. Non ne era in grado; per quanto avesse voluto e potuto discolparsi di quello che era accaduto, l'aveva comunque combinata grossa. Avrebbe potuto aspettare la fine del concerto per rivelare quello che aveva vissuto, invece si era mossa come se dettata da un'inerzia incontrollabile, quasi inferocita, estranea alla sua natura e come si era sempre comportata con il prossimo nei suoi miseri ventidue anni della sua vita. Aveva rovinato tutto, perché nella sua testa per un breve attimo non aveva fatto altro che navigare una frase che le imponesse di fare quello che aveva ricevuto agli altri, meritevoli di passare e provare il suo stesso dolore. Eppure si era scavata la fossa da sola; pur volendo non aveva prove che potessero confermare la colpevolezza di Aurora. Non aveva nulla fra le mani, nessuna testimonianza. Aurora aveva architettato tutto nei minimi particolari per impedire che la incastrassero. Qualunque fosse stata la sua confessione, senza le prove l'avrebbero scambiata comunque per una bambina viziata che non aveva accettato di essere un disastro, una nullità – come le aveva detto suo madre. Il viaggio era proseguito in questo modo, sommersa tra i pensieri e le lacrime.
Una volta rientrati a casa, lei zoppicante e sua padre che provava a sostenerla per non farla sforzare troppo, sua madre finalmente si decise ad aprire bocca:
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La Colomba che si perse nel vuoto
Krótkie OpowiadaniaAlexandra Davì è una nota violinista di Firenze. Figlia degli imprenditori Caterina e Andrea Davì, orefici della Angelic's Jewelry, il suo sogno è quello di spiccare il volo come una colomba e poter intraprendere una carriera da solista. Uno spira...