Le giornate passavano monotone. Andrea e Caterina non si promulgavano più a passare per la sua stanza per chiederle come stesse, per avere sue notizie e capire se avesse superato la cosa. Era impossibile, tuttavia, poter superare quell'incidente. Nonostante fossero passate già due settimane, alla tv non smettevano di parlare di quello che era accaduto, del fatto che lo spettacolo sarebbe stato rinviato e non cancellato. Nella sua stanza, al buio per le veneziane sigillate e le tende chiuse, Alexandra se ne stava sotto le coperte, gli occhi verdi arrossati, circondati da delle occhiaie profonde e violacee puntati sulla televisione al lato del suo letto. Stavano intervistando Enrico Colletta; lo stavano riempiendo di domande riguardo quello che era accaduto, se aveva superato lo stupore e il dolore iniziale per aver accettato di avere Alexandra Davì nella sua orchestra. Il direttore stava evidenziando tutto il suo rammarico, il suo essere stato stupido nel non aver notato che dietro le persone più apparentemente innocenti si celasse la malvagità di chi voleva avere tutto sul palmo della propria mano. E stava concludendo dicendo che Aurora era stata una vera scoperta; la stava lodando, come se il suo talento non fosse stato considerato a causa della troppa fiducia che avevano garantito a lei, arrivando allo sfacelo più totale.
"Per colpa della figlia dei Davì, stavo per rimetterci l'intera orchestra. L'ho rischiata grossa."
Tirò fuori il telecomando e cambiò canale. Di nuovo ricevette lo stesso riscontro, un'intervista a Vittorio, questa volta, che si giustificasse dall'aver riposto tutte le sue speranze in Alexandra, a differenza di Enrico, eppure, si stava solo scusando, assumendosi la responsabilità di quello che aveva combinato, come se avesse sbagliato nel chiederle di partecipare a qualcosa di troppo grande per il suo animo ancora fragile e in fase di crescita. In sintesi, l'aveva scambiata per una bambina capricciosa che era stata assecondata grazie alla buona parola dei suoi genitori.
"Alexandra è una ragazza davvero buona. Forse non ha ancora capito cosa significhi portare un peso sulle spalle. Avrei dovuto assicurarmi che fosse pronta. Per questo cercherò di fare del mio meglio con Aurora Moretti."
Alexandra cambiò canale. Ecco che era il turno di Aurora. Stava raccontando tutto quello che avevano passato insieme, tutte le volte che si erano sostenute a vicenda, rivelando che la sua era solo stata una facciata che la facesse sentire inferiore, cosicché diventasse la sua ombra e non potesse mostrare al mondo quanto valesse. Non era vero. Era il contrario; lei aveva sempre aiutato Aurora quando non studiava per farsi gli affari suoi e divertirsi. Era lei che l'aveva fatta crollare. Era solo lei.
"Nessuno ha mai voluto Alexandra come amica. Posso capirlo; essere figlia di una famiglia rinomata come i Davì deve essere davvero dura. Però io l'ho fatto, c'ho provato. Ma sono stata ingenua: credo che ad Alexandra io sia servita come mezzo per sentirsi superiore a tutti."
Alexandra strinse il telecomando sulla mano e cambiò nuovamente canale. Anche i suoi genitori erano stati intervistati; non potevano nemmeno andare a lavoro che l'azienda era circondata dai media e dai giornalisti, in attesa di una dichiarazione. Che fine avrebbe fatto Alexandra? Avrebbe continuato con il mondo della musica? Oppure sarebbe stata inserita nell'azienda, visto che Andrea ne era a capo e potava nominarla persino CEO senza alcuna difficoltà? Parole che facevano ribollire il sangue nelle vene di suo padre, il quale tirava dritto con lo sguardo più autoritario e rigido che Alexandra gli avesse mai visto modellargli quel viso apparentemente dolce. Aveva smesso di difenderla. Aveva davvero smesso.
D'altronde... non c'era più nulla di buono in lei che le persone avrebbero visto."Mia figlia ha sempre lottato per la musica. Ha sempre fatto i capricci per ottenere quello che voleva. Cercherò di occuparmi io stessa della sua istruzione. Perché è inaccettabile che il mondo pensi questo di noi Davì. Se avessimo voluto Alexandra nell'Angelic's Jewelry, avremmo potuto farlo molto tempo prima, non credete?"
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La Colomba che si perse nel vuoto
Short StoryAlexandra Davì è una nota violinista di Firenze. Figlia degli imprenditori Caterina e Andrea Davì, orefici della Angelic's Jewelry, il suo sogno è quello di spiccare il volo come una colomba e poter intraprendere una carriera da solista. Uno spira...