19 CAPITOLO

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-"May...tu...come...?"- Il figlio di Poseidone mi guardò come se fossi stata un'aliena (non ci sono gli alieni nella mitologia greca, vero?) -"Forse ho...una buona mira?"- La mia, più che un'affermazione, sembrava una domanda. Aida mi guardò come se fossi una dea (parlava quella che creava qualunque cosa con la materia dell'arcobaleno!) e disse -"Una buona mira?!? Tu hai lanciato una freccia al contrario e me la chiami buona mira?!?!"- Io allora mi presi di coraggio e raccontai tutto, di come avessi fatto il quadro mentale del negozio e di come avessi percepito i passi di Medusa, Percy sorrise e mi scompigliò i capelli -"Questa ad Annabeth gliela devo proprio raccontare! Bene ragazzi! Dopo la rivelazione di Medusa la nostra lista dei sospettati va in fumo!"- Mali fece una smorfia di sonno -"Io sarei stanca e affamata!"- Sentenziò Mali. Percy le fece una carezza e lei si sedette a terra e si addormentò -"Percy per favore oggi possiamo dormire in un vero letto, mangiando vero cibo? Ti prego!?! Mancano un sacco di giorni e visto che ormai abbiamo capito chi è il responsabile bisogna solo trovarlo, dai ti prego!!!"- Misi su il broncio, Percy mi guardò e sospirò -"Adesso so cosa prova Annabeth! Va bene! Siamo ancora in alto mare ma un salto da mia madre lo possiamo fare, New York è qui vicino, Aida non è che...?"- Aida fece no con la testa -"Non serve, qua fuori ci sono un sacco di macchine! Una sbirciatina alla serratura e posso riprodurre la chiave, sai guidare vero?"- Percy annuì, allora prese in braccio Mali che russava come un facocero e ci diriggemmo verso il parcheggio. C'erano macchine di tutti i tipi, piccole, grandi, fuoristrada, camper, elettriche, insomma un po'di tutto. -"Prendiamo quella!"- Dissi io indicando una 500X blu elettrico, Aida si avvicinò alla serratura e iniziò a osservarla, dopo cinque minuti creò una chiave multicolor e aprì la macchina -"Ecco a te Percy"- Disse Aida porgendogli le chiavi, io Aida e Ilian ci mettemmo nei sedili posteriori, Percy fece sedere Mali sul sedile anteriore e si mise al volante, accese la macchina e partimmo. Aida si mise a disegnare con le dita sul sedile, pensai che Ilian la criticasse ma lui non disse niente, capii che era offeso a morte, ma in fondo se lo meritava, voglio dire, era Ilian, il mio nemico giurato, la persona più fastidiosa di tutta la galassia! E allora perché non mi sentivo bene?! È vero, odiavo il modo in cui mi trattava, in cui trattava tutti noi, ma guardandolo provavo solo pena, in fondo non aveva amici, era solo e abbandonato a se stesso. Mi avvicinai al suo orecchio e sussurrai -"Scusami per stamattina"- Lui sbattè gli occhi, mi guardò, i suoi occhi ripresero a brillare più dorati di prima, si avvicinò al mio orecchio e sussurrò -"Amici?"- io gli sorrisi -"Amici"- Intanto Mali si svegliò sbadigliando -"A che punto siamo?"- Chiese -"Siamo quasi arrivati"- Rispose Percy, dopo un'altra mezz'oretta la macchina si fermo davanti un palazzo -"Eccoci arrivati!"- Scendemmo dalla macchina e entrammo in quel palazzo. Prendemmo l'ascensore e salimmo fino al terzo piano, Percy suonò ad un appartamento e gli aprì una donna sulla cinquantina ci aprì e si buttò su Percy abbracciandolo -"Percy!!!! Oh Percy non sai quanto mi sei mancato!"- Pensai subito che quella donna fosse sua madre -"Ciao mamma, possiamo fermarci una sera qui, sai sto facendo un'impresa. Loro sono May, Aida, Mali e Ilian"- La signora Jackson ci guardò attentamente e poi esclamò -"Oh poveri tesori! Sono così piccoli! Mi ricordano tanto te alla tua prima impresa! Entrate ragazzi! Percy fai gli onori di casa che io intanto vado a preparargli della cioccolata blu e un po' di dolcetti blu"- Percy ci sorrise-"su entrate! Non state lì impalati"- Così entrammo. La casa era piccola ma molto bella. Percy ci portò nella sua camera, era tutta blu e azzurra e piena di poster sui campioni di nuoto e di foto di lui e Annabeth -"Allora, Aida, Mali e May dormono nel mio letto, Ilian tu dormi nel sacco a pelo che poi montiamo e io dormo sul divano, bene ragazzi sistematevi che tra poco è pronta la merenda"-. Sistemammo le nostre cose, Mali prese la rincorsa e si buttò sul letto -"Wow! È ad acqua!"- Disse salterellando -"Andiamo a mangiare!"- Propose Ilian -"Già"- Concordai io e andammo. In cucina sul tavolo c'era una tazza di cioccolata calda blu fumante e degli invitanti biscotti azzurri -"Prego mangiate!"- Disse la signora Jackson. Non ce lo fecimo ripetere due volte, in tre minuti divorammo i biscotti e bevemmo la cioccolata calda -"Mmm... signora Jackson sono deliziosi"- Disse Mali -"Wow! Dovevate essere davvero affamati!"- Commentò lei -"Non mangiamo da ieri sera!"- Disse Aida, lei sorrise -"Oh tesori! Siete così adorabili"- Disse facendoci una carezza -"Fatemi indovinare... tu sei così dolce e graziosa e inoltre non ti si può dire di no...mmm... figlia di Afrodite"- Provò a indovinare azzeccandoci -"Esatto!"- Confermò Mali -"E tu... hai lo sguardo da guerriero e gli occhi dorati e vittoriosi... figlio di Ares!"- Provò di nuovo riazzeccandoci, Ilian sorrise e annuì, ci riprovò -"Tu... hai tutti i vestiti sporchi di colore e le mani ti fumano di un fumo colorato... figlia di Iride"- Aida sorrise, forse il primo sorriso non forzato di questi ultimi mesi, poi mi scrutò e rimase un po' stupita -"Ehm... nei tuoi occhi c'è uno strano bagliore, hai il fisico d'arcere e lo sguardo enigmatico...ma...non può essere..."- Percy che aveva ascoltato la conversazione avrebbe voluto spiegarle ma io feci no con la testa -"Invece può essere, sono una figlia di Artemide"- Lei mi guardò stupita e poi mi accarezzò la guancia. Dopo quella chiacchierata ci rilassammo un po', giocammo all'Xbox con Percy, poi arrivò il momento della cena, la madre di Percy in onore suo preparò una bistecca azzurra, dei mirtilli e una torta azzurra, Percy ci presentò pure il suo padrino, Paul. Appena finita la cena andammo a letto. Quando mi svegliai non ero nella camera di Percy, ero in un luogo buio, stavo seduta e avevo le mani legate dietro la sedia, mi faceva malissimo la testa, urlai, un urlo molto lungo e stridulo, poi sentii una voce dura -"Zitta insulsa mezzosangue! È inutile che ti ribelli, morirai passando le più atroci sofferenze, figlia della luna"- la sua voce era glaciale, sentii una botta fortissima al collo e svenni.

I FIGLI DEGLI IMMORTALI: il cavallo di TroiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora