Capitolo 3.

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  #SCARLETT

Allungai braccia e gambe con l'intenzione di sgranchirle dopo la bellissima dormita; ma il mal di testa mi fece imprecare sottovoce, mentre mi radrizzai con la schiena, sedendomi sul letto.
"Mamma mia... Ma quanto ho bevuto ieri sera?" mi lamentai massaggiandomi le tempie.
Quando la luce del sole andò a sbattere proprio nei miei occhi, accecandomi, tesi una mano a mezz'aria sperando di coprirmi dal sole. Non ci riuscii, così decisi di togliermi le coperte di dosso e darmi una bella lavata per rinfrescarmi.
Quando mi misi dritta all'in piedi quello che notai immediatamente fu il fatto che non mi trovavo in camera mia. Sì che ci ero stata pochissime ore, ma ero sicurissima di non sbagliarmi e di certo quella non era la stanza che Liam e Mad mi avevano dato per passarci la notte fino al matrimonio.
"Ma dove sono finita? E come ci sono arrivata, soprattutto?" chiesi a voce alta, come se qualcuno da un momento all'altro poteva rispondermi e illuminarmi.
Camminai per la stanza abbassando lo sguardo alla fine sulla valigia posta ai piedi del letto, inginocchiandomi davanti ad essa e sospirando pesantemente. Cominciai a frugare tra i vestiti sistemati ordinatamente, prendendone una maglia che mi colpì immediatamente per la strana stampa a fiori impressa sopra.
Me la rigirai tra le mani, chiudendo alla fine gli occhi e odorandola. Un leggero profumo maschile entrò nelle mie narici, confondendomi di più.
Eppure non era la prima volta che sentivo quel profumo; mi piaceva, ma non riuscivo a collocarlo proprio a nessuno.
Mi alzai, affranta di non aver trovato un aiuto, notando solo allora il vestitino, che avevo indossato la sera prima alla festa, gettato vicino la porta del bagno. Che cosa?
Mi squadrai da capo a piedi notando di indossare una semplice maglia -maschile- e mi stampai una manata in faccia. No, non poteva essere successo, per di più senza che io ricordassi nulla.
Sentii delle risate provenire dall'esterno della stanza, e per non farmi scoprire, aprii appena la porta della camera, osservando in silenzio Eleanor e Perrie percorrere il corridoio mentre avevano un'animata discussione, seguita da risatine. Le beffeggiai per qualche secondo, prendendole in giro. Poi, quando sparirono giù per le scale, raccattai i miei vestiti e uscii furtivamente da quella camera.
Per fortuna non ero capitata con uno di quelli fidanzati, visto che la condividevano già con le loro corrispettive ragazze.
Sbarrai gli occhi quando mi ritrovai proprio accanto alla porta della mia stanza e per poco non caddi a terra.
No, tutti ma non lui!
Come mi aveva convinto a seguirlo in camera sua?
Ricordavo solo l'invito al ballo, io che alla fine avevo ceduto e gliel'avevo concesso; ero andata al bar per bere qualcosa e lui che mi aveva assecondato. Poi, il buio totale. Ma quanto cavolo avevo bevuto per ridurmi a tanto?
Riconobbi la suoneria del mio cellulare provenire dall'interno della stanza. Mi fiondai ad aprire la porta e rispondere subito alla chiamata, senza nemmeno leggere il mittente.
"Pronto?" mi schiarii la voce, provando a non sembrare un procione con il raffreddore.
Dall'altro capo del telefono si sentì una risatina, seguito da un "Buongiorno dormigliona. Perchè non ti unisci a noi per la colazione? Siamo in giardino."
Riconobbi solo dopo qualche secondo la voce divertita di Mad con sottofondo altre risatine, che ovviamente non mi erano nuove.
Mi gettai di peso sul letto, passandomi una mano sulla faccia, stanca.
"Il tempo di una doccia e arrivo." l'avvisai cordiale.
Non potevo rovinarle il giorno del suo matrimonio e soprattutto avevo fatto un patto col signorino Styles, e io mantenevo sempre le promesse.
Adesso c'era anche un nuovo problema, ovvero dimenticarci completamente quello che era succeso la scorsa notte; anche se, in realtà, io non ricordavo davvero nulla.
La telefonata terminò e in poche falcate raggiunsi la doccia, rinfrescandomi e svegliandomi un pò.
Indossai una semplice canotta, seguita da un paio di shorts e delle converse bianche basse. Asciugai i capelli con il phon e raggiunsi gli altri già seduti attorno alla tavola nel giardino ben addobbata di cibo e bevande.
"Buongiorno." salutai tutti, fissando per un secondo Harry che, vedendomi, abbassò lo sguardò sulla sua fetta di pancake.
"Buongiorno bella addormentata! Che fine hai fatto ieri sera? Sei scomparsa."
Per poco non mi cadde la brocca dell'acqua all'affermazione di Niall, sorridente e tranquillo, incoscente di quello che aveva appena detto.
"Ehm... Ho bevuto qualcosa di forte e ho preferito andare a letto prima." risposi dopo una manciata di secondi, sorseggiando il mio bicchiere di acqua, mentre continuavo ad osservare Harry insistentemente. Forse anche un pò troppo. Al suo fianco, infatti, notai Louis scherzare col ricciolino rifilandogli gomitate giocose.
Perfetto! Aveva già raccontato la nostra nottata di sesso ai suoi amici.
"Oh, capisco... Ma hai fatto benissimo, oggi dobbiamo essere in forma per il grande giorno!" disse sorridendo ancora di più, se si può, guardando i due quasi sposini di fronte a noi.
Nick, al loro fianco, tirò giocosamente i capelli a Maya e sorrisi ricordando che avevano fatto così per tutta la serata del giorno prima, beccandosi rimproveri ogni volta che succedeva qualcosa del genere. Proprio come stava avvenendo in quel secondo.
Mad era cresciuta moltissimo; non in altezza, ma in maturità. Si vedeva che allevare due figli da sola l'aveva portata a diventare un'adulta tutto d'un botto. Non si trattava più di giocare con le bambole; c'erano in gioco due bimbi veri.
"Dopo la colazione, Maddy ci porta a vedere i nostri vestiti e il suo, soprattutto." voltai lo sguardo verso Perrie, intenta  a sognare ad occhi aperti. Sorrisi appena.
"Già. Non vedo l'ora di mostrarvelo e sapere cosa ne pensiate." disse imbarazzata Mad, sorridendo appena al suo futuro marito quando, quest'ultimo, la incoraggiò con una stretta alla mano.
Mangiai la mia fetta biscottata ricoperta di nutella in silenzio, lasciandoli chiacchierare tranquillamente per i fatti loro per il resto della colazione, quasi come se io non ci fossi nemmeno al loro fianco. Di tanto in tanto notavo lo sguardo di Harry fisso su me, ma decisi di non dargli a vedere che mi stava mettendo in soggezione.
Pur essendo una modella, i suoi occhi avevano uno strano effetto su me. E non era una cosa positiva.
"Scusate. -mi alzai da tavola, scusandomi- Vado a prendere il cellulare che ho lasciato in camera. Dove ci vediamo?" guardai per un momento Harry, sperando cogliesse il messaggio tra le righe, fissando per ultimo Mad, che controllò l'orario sul suo orologio ricoperto di diamantini.
"Uhm... Tra un quarto d'ora nella sala principale?" mi chiese; annuii convinta e girai i tacchi.
Entrai nell'enorme villa della mia migliore amica, richiudendo la porta e appoggiandomi alla parete di fianco. Contai mentalmente, sperando che quel riccio ritardato avesse capito.
La porta si aprì qualche secondo dopo e avanzai di un passo, ritrovandomi la faccia di Louis, però.
"Che fai?" mi chiese scettico.
Lui sapeva. Per forza. Non c'era motivo di sorridere sempre, a meno che non gli venivano in mente constantemente delle barzellette idiote, proprio come lui.
"Niente; ho dimenticato la piantina di casa e faccio un pò mente locale per ritornare in camera mia." dissi, ovviamente impacciata.
La mia abilità di dire bugie era pari a quella di fare salti mortali. E io non sapevo fare i salti mortali.
Lui scoppiò a ridere, tenendosi la pancia con una mano.
Mi limitai ad alzare gli occhi al cielo, pensando un modo per sfuggire da quella situazione. Poi parve riprendersi, asciugandosi perfino teatralmente una lacrima agli angoli degli occhi.
"Harry sta arrivando. Non voleva farlo capire, così mi ha chiesto di entrare per primo in casa per avvisarti." ammiccò.
"Harry? -risi nervosa- Che c'entra lui col mio cellulare?" chiesi con finta ovvietà.
Lui storse le labbra in un mezzo sorriso, spostando la testa di lato a presa in giro.
Ok, ok. Adesso quella stupida ero io.
Sospirai, sentendo la chiave della porta girare nella toppa. Per un momento mi sentii sollevata nel vedere che Harry finalmente si era deciso ad entrare in casa.
Aveva da dirmi tante cose; doveva darmi tante spiegazioni per incominciare.
"Vi lascio soli." ci liquidò Louis, salendo le scale che portavano al piano superiore.
Lo seguii con lo sguardo, venendo interrotta poi da un Harry quasi scocciato.
"Beh?"
Beh? Cosa, beh?
Lo trucidai con lo sguardo, sentendo poi delle risatine che man mano sembravano avvicinarsi sempre di più verso noi. Avevano già finito tutti di fare colazione e stavano rientrando? Dovevo agire velocemente.
Senza pensarci, afferrai la mano di Harry e camminai senza una meta precisa, fermandomi infine in quella che doveva essere una cucina.
Va bene che Liam era famoso e ricco; va bene anche che non si era risparmiato sulla casetta, come la definiva Mad ogni volta che provava a descrivermela per telefono; ma avere perfino una cucina come quella dei ristoranti non lo potevo accettare.
Il caos che c'era in quella stanza era indescrivibile: gente che correva con piatti pieni di chissà quale pietanza, camerieri che spiegavano ad altri quale parte del giardino dovessero servire in quel pomeriggio e chi doveva rimanere al buffet. Solo al pensiero di dover mangiare come la sera prima, mi veniva la nausea. E poi, era tutto grigio metallizato. Mi stavano mandando letteralmente in tilt il sistema nervoso.
"Qui nessuno può sentirci." azzardai; Harry si guardò in giro, constatando che in realtà non eravamo poi così tanto soli. "Beh, nessuno che ci conosca." provai a correggermi.
Il ragazzo sorrise appena, accennando anche le sue fossette. Quelle maledette fossette!
Sin da piccola adoravo infilarvici le dita dentro e lui lo sapeva. Lo stava facendo apposta. O no?
"Mi conoscono tutti; sono famoso." si vantò riportandomi alla realtà e facendomi sbuffare.
"Sì, sì. Già... Sei una superstar." gli diedi man forte, appoggiandomi poi alla base della cucina per essere chiara e diretta, ma soprattutto per fare veloce. Non volevo passare un altro minuto di più in quel luogo così pieno di profumi che mi stavano facendo pure svenire. Se prima pensavo di rimettere solo al pensiero del cibo, adesso mi ci sarei fiondata sopra come una bimba la sera di Natale quando i genitori le lasciano scartare i regali.
"Superstar?" fece eco lui, ridendo.
Lasciai perdere il suo commento, sputando direttamente il motivo per cui l'avevo tirato lì dentro.
"Cosa è successo ieri sera?" gli puntai un dito al petto, sicura delle mie parole.
Ma la mia sicurezza si andò a fare un giro per fanculandia quando la mano di Harry lo spostò piano, guardandomi con occhi confusi. Sembrarono minuti interminabili quella in cui le nostre mani si sfiorarono; cioè, la sua aveva scansato il mio dito pungente puntato al suo petto.
Eppure non avevo avuto la stessa strana sensazione un po' prima quando, alla sprovvista, l'avevo afferrato e tirato là dentro, in cucina.
"Beh... Allora, ieri sera c'è stata la cena pre-matrimonio e..."
"Idiota! Dico dopo!" lo rincalzai, facendo sobbalzare anche il povero ragazzo -con tanto di cappello da chef- che ci stava passando di fianco proprio in quel momento.
Harry sorrise appena, seguendo il mio sguardo. Odiavo essere rigida; non era nel mio carattere. Ma se quello voleva dire riuscire a fargli sputare il rospo, avrei fatto la stronza per il tempo che bastava.
"Uhm, dopo? Quindi... Ti ho invitata a ballare, stranamente hai anche accettato! -sembrò pure più sbalordito di me- Sei voluta andare al bar e lì hai cominciato a bere, e bere, e bere..."
"Oddio, dimmi che non abbiamo fatto nulla!" lo interruppi bruscamente, adesso, seriamente preoccupata.
Non era la mia prima volta, ovviamente; ma solo il pensiero di essermi infilata nel letto di Harry, già mi faceva rimettere. Altro che cibo!
"Non abbiamo fatto nulla." rispose lui un pò titubante.
Lo guardai di soppiatto, riprendendolo con un "Non sembri così tanto sicuro."
Lui si passò le mani tra i capelli, prendendo a camminare avanti e dietro per quel piccolo pezzetto che ci era permesso di coprire. Sì, un secondo prima il capo-cuoco ci aveva fulminati con lo sguardo ed eravamo riusciti a capire che non avevamo abbastanza spazio per fare una delle nostre scenette da film. La cucina era sua, noi passavamo ai suoi occhi come dei topi. E i topi in cucina...
"Non lo so, ok? Ho bevuto talmente tanto da non ricordare cosa è successo dopo il bacio." quasi sbraitò.
"Bacio?"
"Sì, mi sei letteralmente saltata al collo e..."
"E tu non sapevi come rifiutare; certo, certo, hai ragione."
Di sicuro gli avevo anche puntato una pistola alle tempie che non era riuscito a rifiutare. Ovvio, no?
Chiusi gli occhi, massaggiandoli con le mani. Non ci potevo credere: non solo io non ricordavo nulla, ma ora avevo scoperto che anche per lui rimaneva un mistero.
Ma il fatto di essermi risvegliata con i suoi vestiti me la diceva abbastanza lunga. Non riuscivo ad immaginarmi un Harry passarmi la sua maglia solo perchè non voleva farmi dormire nel suo letto con un tubino. Mi avrebbe fatto dormire nuda, piuttosto.
Rise, facendomi schiudere gli occhi curiosa per guardarlo in faccia.
"Che hai da ridere?" lo ripresi.
Lui continuò a ridacchiare, passando le mani dietro la schiena e appoggiandosi alla base della cucina al mio fianco, puntando gli occhi davanti a lui su un punto indefinito del pavimento.
"Così non sapremo mai se ci siamo davvero divertiti." disse.
La voce di Liam che ci richiamò dal fondo della cucina fu l'unico motivo per cui non gli stampai una padella in faccia. Ed era pure vicinissima; sarebbe bastato allungare appena il braccio e si sarebbe ritrovato un livido quanto la sua faccia.
Santo Liam!

Una superstar per casa. || H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora