#SCARLETT
Non ero ancora pronta per lasciare la casa, Mad, i ragazzi, i bambini. Ma soprattutto non ero pronta a lasciare Harry.
Se pensavo a quello che avevamo fatto insieme ultimamente, iniziando dal matrimonio, un sorriso curvava sempre le mie labbra: il matrimonio, la sbronza, il risveglio nel letto di Harry e quello che poteva essere successo ma che avevamo dimenticato. La separazione, la strana chiamata del notaio di Liam, lui che guidava la moto, l'affitto dell'auto, i bambini per casa, io che avevo mandato via Oliver facendo infuriare Harry, lui che però si era rimboccato le maniche e insieme che provavamo a non far venire giù la casa. I pomeriggi passati in piscina, il giorno in cui lavammo l'auto, i primi baci, l'organizzazione della festa, l'uscita con Niall, il servizio con Tom, la gelosia di Harry...
I ricordi di quei pochi giorni continuavano a susseguirsi nella mia mente come uno strano flashback. C'era da dire che era la prima volta che riuscivo a godermi appieno un'estate, senza l'obbligo di svegliarmi presto la mattina per posare o partecipare a qualche noiosissima conferenza sul prossimo possibile servizio a cui mi avrebbero potuto ingaggiare. Insomma, non era un'estate per me.
Non mi divertivo così da un casino di tempo; avevo passato l'ultimo periodo a ridere senza sosta, a cercare un modo per fermare il tempo e sperare che i giorni in cui Mad e Liam erano in viaggio di nozze non passassero mai.
E poi era arrivata la festa. La mia rovina: i giochi idioti che avevamo fatto per tutta la sera, le occhiatacce di Perrie e la presentazione delle sue colleghe di band, il modo in cui Niall provava a convincermi di stargli al fianco e poi la rossa, Ashley. Se solo non mi avesse fatto infuriare...
"Tutto bene?"
Spostai lo sguardo, incontrando gli occhi assonnati di Harry mentre provava a svegliarsi, mentre se li strofinava col dorso della mano.
Mi girai su un fianco e sorrisi appena. "Certo che sì."
Avrei voluto dire il contrario, ma non volevo farlo stare più male di quanto già stava dopo la notizia dei suoi manager: essendo ancora in vacanza, Harry aveva ben pensato di accompagnarmi a Londra e affrontare al mio fianco ogni decisione di Marshall.
In realtà, da sola non avrei retto. Era bastata questa frase per convincerlo a seguirmi.
Ma poi si erano messi in mezzo i suoi superiori, che gli avevano suggerito di aspettare un altro giorno in America, di aspettare che le acque si fossero calmate, visto che già stavano facendo il possibile per sviare il discorso e soprattutto di salvaguardare sia loro che me, in qualche modo. Ashley continuava con la sua ossessionata battaglia, ma ovviamente non tutti le credevano in quanto non c'erano prove e nessuno sembrava andarle in contro. Nemmeno quelli che alla festa si erano divertiti ad esplorare la sua bocca.
Ero felice di questo, ero anche contenta di leggere alcuni commenti su twitter vicino alle foto mie e quelle di Harry dove alcune persone ci definivano carini e perfetti insieme.
Ovviamente, alcuni non erano positivi ed erano poco carini nei miei confronti; soprattutto quelli che mi definivano approfittatrice e brutta oca che usava solo Harry per fama.
Ma la stragrande maggioranza dava della stupida bugiarda ad Ashley. Forse era stato anche uno dei commenti di Ed, amico di Harry, ad aver sviato completamente la storia della festa, buttandosi sulla classica battuta dell'invidia.
Lo dovevo ringraziare a dovere, quel ragazzo.
"Sicura? Ti vedo pensierosa." a strapparmi ancora una volta dai miei pensieri mattutini fu la voce roca di Harry.
Amavo quel tono basso terribilmente; era un qualcosa di intrigante e sexy allo stesso tempo. Ma questo non gliel'avrei mai detto.
"Sì, sicura. E' solo che..." mi mossi a disagio sul materasso, mentre appoggiai una mano sul petto di Harry che si alzava e abbassava in modo regolare. La sua pelle era calda e quasi persi il filo del discorso.
"E' solo che...?"
Harry prese la mia mano con la sua, prima giocherellando prima con le dita e poi baciandomi il palmo, facendomi appena il solletico. Sorrisi per il gesto che mi aveva sorpreso e mi avvicinai a lui.
I miei capelli si sparpagliarono sul cuscino e lo sentii trattenere il respiro quando le mie gambe nude si scontrarono con le sue. Quasi avevo dimenticato quel particolare: la sera prima, forse la migliore della mia vita. E solo al pensiero di essermi concessa a lui, sentivo le mie guance andare a fuoco; io tra le sue gambe, lui che mi sussurrava cose dolci alle orecchie, il suo respiro caldo sulla mia pelle, i corpi che si univano e le mie unghie conficcate nelle sue spalle a graffiare la sua pelle. Un ricordo che non avrei saputo cancellare velocemente. O in ogni caso che mi sarebbe risultato abbastanza difficile da dimenticare.
Le sue dita affusolate sfiorarono la mia guancia, facendomi così alzare lo sguardo e incontrare ancora una volta i suoi occhi, stavolta più accesi.
"Cosa c'è?" sussurrò ancora.
Sarei voluta rimanere in quella posizione per sempre; ma si sa che ogni cosa è destinata a finire.
"E' solo che... Mi mancherai." finalmente ero riuscita a sputare il rospo. "Come farò a stare su quell'aereo per nove ore senza nemmeno sentirti? Già so che sarà abbastanza duro affrontare Marshall da sola..." aggiunsi.
"Non dire così, mi fai sentire in colpa." allungò le braccia e mi tirò verso di lui. Affondai la testa nel suo petto e poi alzai lo sguardo. Come era potuto succedere tutto quello in pochi giorni? Forse era perchè ci conoscevamo da sempre.
Qualcuno bussò alla porta della stanza di Harry e prontamente mi scollai da lui, spalancando gli occhi. Era di nuovo Niall? Cosa voleva, adesso?
"Harry, la colazione è pronta. Scendi a mangiare così possiamo portare Scarlett all'aeroporto."
Sospirai tranquillamente, riconoscendo subito la voce acuta di Louis.
"Che per la cronaca non è in camera sua."
Me lo immaginai abozzare un sorriso mentre aggiungeva quel dettaglio che ovviamente non vedeva l'ora di sottolineare, mentre io preferii nascondermi sotto le lenzuola e far ridacchiare Harry al mio fianco.
"Adesso arriviamo." rispose il riccio dopo pochi minuti.
Sentii i piedi di Louis sbattere sul pavimento fino le scale, fino a non essere più udibili dalla camera di Harry. Mi voltai verso di lui e spostai leggermente il lenzuolo dal viso.
"Beh, io andrei a fare una doccia."
Balzai dal letto e mi coprii il corpo col lenzuolo, scoprendo però quello di Harry. Ma prima che potessi allontanarmi del tutto, mi sentii bloccare.
"Vengo pure io."
Sapevo che quella non era una domanda, ma proprio un'affermazione e non c'era modo -e nemmeno motivo- per ribattere. Dopo quella notte, potevamo fare tutto insieme.
Entrai nel bagno seguita dal riccio, che richiuse la porta alle nostre spalle prima di aiutarmi a togliere il reggiseno e rimanere ancora una volta nuda davanti ai suoi occhi.
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Una superstar per casa. || H.S.
FanfictionSTORIA CON DUE POV. "Senti Harry. -Scar si voltò nella mia direzione, forse più nera in volto di me- Nemmeno a me piace questa situazione di tenere i figli di Mad e Liam per qualche giorno; ma vedi di collaborare o ti farò vedere io le stelle nel mi...