Capitolo 1.

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#SCARLETT

Odioso Styles!
Non era cambiato per niente. Anzi... Era anche più bello adesso, dovevo ammetterlo.
Ma restava sempre quel cascamorto che ci provava con qualsiasi cosa respirasse. Non mi erano bastati tutti quei pomeriggi a sentire le sue avventure amorose? Non gli era bastato rinfacciarmi miriadi di volte che se non mi fossi sistemata un pochino non avrei trovato nessuno che mi tenesse per mano?
Eravamo stati amici, allora. Ma quel maledetto provino ci aveva diviso per sempre.
Perchè non mi aveva detto nulla del programma? Perchè non mi aveva più cercata dopo? Cosa ci era successo?
Tutto quello che avvenne in seguito, mi aveva fatto crescere di sicuro; avevo capito che in questa schifosissima società non sei ben accetto se hai qualche chiletto in più sulle ossa.
Certo, mamma ha sempre sostenuto il contrario. Ma solo io potevo sapere l'inferno che passai quando la cheerleader sbarra bulletta mi diede del filo da torcere per tutto il quarto anno.
Ed ero sola: Harry non c'era, Mad doveva nascondere la sua scandalosissima gravidanza da ragazza madre. Eppure trovai Keyra, che mi tenne compagnia per gli ultimi due anni, aiutandomi a lottare contro la fastidiosissima Adele. Dio, che ricordi!
Cacciando via quei stupidi pensieri, afferrai un bicchiere dal tavolo del buffet.
Come avevo immaginato, la sala era perfettamente in ordine, e immaginai la povera Mad impazzire dietro la preparazione di tutto questo, da sola. Conoscendo il suo stile, non mi fu difficile, infatti, riconoscere le rose rosse posate al centro della tavola, i tovaglioli rossi e bianchi che allestivano la sala -che per altro era enorme, come la descriveva sempre, da bambina; la sala dei suoi sogni.
Gli invitati erano già seduti, mentre alcuni chiacchieravano e sorridevano tranquilli tra di loro quasi al centro di quella che doveva essere la pista da ballo. Purtroppo dei quasi sposini non c'era nessuna traccia e mi sentii abbastanza sola quando notai di non conoscere proprio nessuno.
"Ciao."
Mi girai di scatto, rischiando perfino di rovesciarmi addosso al vestito lo spumante che avevo tra le mani. Quando sei sola, da bere è una buona compagnia, sempre!
Il ragazzo biondino -che identificai come Niall Horan- stava di fronte a me, sfoggiando un tenerissimo sorriso.
Mad mi aveva parlato molto di lui: ragazzo dallo stomaco chiamato pozzo senza fondo, sensibile e iper-protettivo. Gli occhi erano il suo segno identificatore: azzurro. Ma non azzurro chiaro, cristallino; un azzurro acceso, senza nessuna sfumatura. Pelle chiarissima, un colore quasi cadaverico, nei punterellati su gran parte del corpo. Piccole rughette ai bordi delle labbra e degli occhi, naso arruffato e leggermente all'insù.
Come riconoscerlo tra la folla? Sorriso smagliante.
"Ciao."
Agganciai la sua mano ancora tesa a mezz'aria, scambiando un mezzo sorriso forzato.
"Non sei di queste parti, vero?"
Parlava con una tale naturalezza che pensai conoscesse già tutta la mia vita.
In effetti poteva ben saperla; dopo la brutta figura che avevo fatto fare ad Harry, quel pomeriggio, chissà quante storielle gli aveva raccontato su di me. O magari, bugie.
"No, Holmes Chapel." risposi subito dopo "Tu?"
Alla mia domanda, sembrò sobbalzare. Cosa si aspettava? Che essendo una compaesana di quello sgorbio, avrei saputo morte, vita e miracoli dei suoi beniamini?
Scoppiò a ridere.
Già... Mad mi aveva avvertita di stare attenta alla sua risata cristallina e contaggiosa. Mi ritrovai, infatti, a sorridere involontariamente.
"Sei simpatica, mi piaci."
Prese il bicchiere dalle mie mani, facendomi protrestare animatamente.
"Comunque, sono di Mullingar, Irlanda." Disse subito dopo, zittendomi, camminando poi a piccoli passetti e incitandomi con la testa a seguirlo verso il giardino sul retro della casa.
L'aria fuori era più fresca; qualcuno riempiva le panchine dell'immenso giardino, altri cominciavano ad entrare nella sala, aspettando l'arrivo degli sposini, ancora non sposati, ovviamente.
Il matrimonio sarebbe stato l'indomani, precisamente di pomeriggio. Mad e Liam, però, avevano voluto iniziare la festa già dal giorno prima. Non si poteva festeggiare solo il giorno del loro matrimonio? No, anche quello prima!
Per questo tutti gli invitati erano lì, compresa me, a fare questo strano addio al celibato e nubilato tutti insieme. Mad e le sue idee pazze.
Seguii Niall in silenzio fino ad arrivare al piccolo parco giochi dotato di altalene e scivolo, non molto lontano dalla sala in cui avremmo cenato.
Con fare da bambina, mi eccitai all'idea di salire sul seggiolino dell'altalena, notando che anche Niall mirava alla giostra.
Allungai il passo, ridacchiando un po' quando notai quello che voleva fare il ragazzo. In poche falcate, raggiunsi la giostra, sedendomi sopra e dondolandomi un poco, uscendo alla fine la lingua a Niall, ora seduto al seggiolino di fianco, intento a riprendersi dalla corsetta non prevista.
Quel seggiolino rosso di cui mi ero presa possesso era quello meglio sistemato, per questo era avvenuta quella piccola gara a chi prendeva il posto migliore.
"Sei anche una tipa atletica! Mi dovrei appuntare tutte queste cose." scherzò, ricambiando la linguaccia.
Sorrisi; con i piedi puntellati sul prato del giardino, cominciai a dondolarmi proprio come una bambina.
I miei capelli si mossero leggermente per il movimento improvviso, mentre abbassai lo sguardo sulle mie scarpe col tacco. Ormai utilizzavo solo quelle.
Se fino a qualche anno prima amavo vestirmi di felpe, leggings e ballerine, negli ultimi tempi avevo dovuto cambiare il mio stile di vita: non potevo strafare con le cene tra amiche, non potevo indossare una maglia che fosse di sottomarca, non potevo fare la scema durante le interviste.
La mia vita non era tutta rose e fiori, come me l'ero immaginata. Fare la modella non significava solo fare sfilate e belle foto. Significava anche partecipare a feste pallose, fare interviste a cui partecipavano solo vecchi, allontanarsi dalla mia famiglia.
Sentivo i miei genitori ogni sera, come Mad, per telefono e qualche volta ci eravamo videochiamati con Skype. Ma nulla di più. I miei viaggi di lavoro mi tenevano lontani da tutti; solo durante le feste potevo ritornare a casa. Ma nemmeno quelli duravano tanti giorni, giusto qualche settimana. Poi si tornava di nuovo a lavorare come se non ci fosse un domani.
L'unica cosa positiva era il fatto che tutto quello era il mio sogno di una vita, ed ero davvero felice di averlo coronato, nonostante tutti gli sforzi che stavo affrontando. Ma se non ci sono ostacoli, non è la strada giusta, no?
"A cosa pensi?"
Alzai lo sguardo dalle mie scarpe, ricordando solo in quel momento la presenza del ragazzo al mio fianco.
Girai di poco la testa, dondolandomi ancora sull'altalena. Le mie dita chiudevano perfettamente le catene vecchie e fredde di quella giostra, tenendomi dritta con la schiena. Tutto quello stress, ultimamente, mi stava facendo calare. Ma non l'avrei confessato a nessuno.
"Alla mia vita." sussurrai.
Avevo letto, una volta, che molte persone riescono ad aprirsi molto di più con sconosciuti, con chiunque non sia in grado di giudicarti o provare compassione verso te. Ed era vero.
Cominciai a raccontare a Niall della mia vita, dal giorno in cui feci i primi passi al momento in cui un uomo, Marshall, mi aveva fermato per strada, chiedendomi l'età e se mi andava di fare un provino per una rivista di modelle. Il provino che mi avrebbe cambiato -e sconvolto- la vita.
Mi ascoltò per tutto il racconto con attenzione, ridacchiando ogni volta ricordassi qualche brutta figura. La mia vita era qualcosa di strano, qualcosa da farci un film.
Tante volte avevo pensato che, se un giorno fossi diventata più famosa, ci avrebbero potuto fare un film, sul serio.
Ma anche lui non fu da meno; mi raccontò della sua vita, com'era cambiata dal giorno in cui era entrato ad X-factor, come aveva stretto velocemente amicizia con i suoi compagni di band, compreso Harry, il più riservato di tutti.
Mi confessò che non aveva mai parlato di me, a loro, non prima di quel pomeriggio, quando con nonchalance gli avevo girato le spalle, mandandolo a quel paese con tutto il cuore.
Ci ero rimasta male, all'inizio; ma poi avevo capito che in realtà, lui non mi voleva nella sua vita. Dovevano passare quei due giorni e stop, ognuno poi per la propria casa. Anche se io, avendo ancora qualche giorno libero, avevo convinto il mio manager, appunto Marshall, a lasciarmi qualche giorno in più sulle belle spiagge di Miami. Per fortuna aveva accettato senza problemi, ricordandomi comunque di non cacciarmi nei guai.
Sapendo che partecipavo al matrimonio di uno dei componenti della boy-band più famosa del momento, mi aveva raccomandato di stare attenta ai paparazzi che si sarebbero aggirati nei dintorni. E aveva ragione! Dal mio arrivo in quella casa, avevo notato l'enorme casino di fotografi postati proprio davanti ai cancelli di casa Payne; per non parlare di tutte quelle guardie che giravano per il giardino, parlando di tanto in tanto in quei stupidi apparecchietti che portavano all'orecchio.
Come faceva Mad a sopportare tutta quella pressione?
Già era stato abbastanza scandaloso per alcuni la scoperta del fatidico matrimonio tra Liam Payne e la ragazza incinta. Già... L'avevano chiamata così, come se la cosa non le fosse pesata molto negli anni prima.
"Che ne dici se rientriamo? Tra poco dovremmo iniziare a mangiare."
Annuii alla richiesta di Niall, alzandomi dall'altalena e seguendolo sul brecciolino che formava la stradella, fino ad arrivare alla porta della sala in cui avremmo cenato. Come un gentiluomo, me l'aprì, facendomi passare per prima e richiudendola alle sua spalle. Insieme notammo Liam e Mad parlare con gli altri, e dopo che alzai gli occhi al cielo per la presenza di Harry, seguii Niall verso quello che doveva essere il tavolo degli ospiti.
"Oh, Scarlett. Che fine avevi fatto?" mi chiese impaziente Mad, chiusa nel suo tubino bianco.
Era bellissima: poco trucco sul viso, tacchi alti e sorriso bianchissimo. Le donava davvero e per anni mi era mancato. Da quando Liam era entrato a far parte della sua vita, avevo notato, era apparso molto più spesso.
Lo dovevo ringraziare, quell'uomo.
Scrollai le spalle solamente, sorridendo. Si ricompose dalla preoccupazione e afferrò la mano del suo futuro marito.
"Ecco... Comunque, questo è il vostro tavolo." Squittì, felice.
Ovviamente, oltre me, quel messaggio era rivolto a Niall, proprio al mio fianco. Ma non era così: Niall era magicamente sparito dal mio fianco!
Girai lo sguardo e un sorriso, seguito da due buchi alle guance, attirò la mia attenzione.
No.

Una superstar per casa. || H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora