Lo scapolo d'oro

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Ero pronta. Avevo ammassato tutti i nuovi arrivi in fondo al negozio e con non poche difficoltà, vista la mole degli scatoloni. Ero anche riuscita a darmi una ripulita dopo il lavoro e a mettermi in tiro per la serata. Stavo aspettando Leonardo, il conducente da me scelto, nel luogo in cui ci eravamo accordati. Una Touran nera si parcheggiò vicino a me e un ragazzo sulla trentina uscì sorridente dall'auto. Era veramente un bel ragazzo, alto e affusolato, non molto muscoloso, ma con un fisico evidentemente curato. La mia attenzione venne catturata dai capelli, i quali avevano un colore veramente particolare: erano castani, ma così lucidi da avere un riflesso dorato quando venivano colpiti dalla luce. Mi venne incontro:

- Piacere di conoscerti io sono Leonardo Pedroni.

Guardai le sue mani mentre mi stringeva la destra, erano molto grandi, con dita spesse e anche un po' tozze e le unghie tagliate cortissime. Per un secondo mi ricordarono le mani di Ettore, il meccanico. La mia mano sembrava quella di una bambina confronto alla sua, arrossii sentendomi improvvisamente piccola. Gli sorrisi tentando di nascondere la sensazione di disagio che l'avvenenza del ragazzo mi suscitava:

- Piacere mio, sono Eleonora...

Mi regalò un sorriso bianchissimo.

- Vogliamo partire?

Mi accompagnò allo sportello e me lo tenne aperto per farmi entrare. Era forse un millennio che un uomo non mi riservava questa gentilezza. Mi resi conto che era passato molto tempo dall'ultima occasione di rimanere in auto sola con un uomo. Tale consapevolezza aumentò il senso di soggezione da me provato. Il ragazzo per spezzare il ghiaccio mi passò un ipod gigante e disse:

- Cerca pure qualcosa da ascoltare qui dentro, ci vorrà un po' per arrivare...

Afferrai il rettangolino liscio. Era un messaggio: "Ascolta la musica e stai zitta"? O magari avrei dovuto intavolare una qualche conversazione interessante? Mi sentii improvvisamente molto tesa ed istintivamente mi spinsi sul seggiolino per occupare meno spazio possibile. Lo osservai, sembrava perfettamente a suo agio, guidava fluidamente nel traffico delle sei.

- E' la prima volta che usi Bla Bla Car?

Grazie a Dio fu lui il primo a parare.

- Si, fino a ieri non ne avevo mai sentito parlare. Me l'ha consigliato un'amica. E tu viaggi spesso così?

- No, mi è successo solo qualche volta per lunghe tratte in cui viaggiavo solo. E' un buon modo per passarsi il tempo quando fai viaggi lunghi e non hai compagnia.

- Immagino che si conoscano molte persone!

- Per lo più ragazzi giovani, come te d'altronde.

Mi sorrise. Io ridacchiai. Sapevo che la mia costituzione esile mi faceva sembrare più giovane.

- Quanti anni hai?

Gli chiesi.

- Io? Ne ho ventisette.

Ridacchiai.

- Allora mi dispiace, ma non siamo coetanei...

- Davvero sei più piccola?

- Eh... Mi sa di no.

Scosse la testa.

- Impossibile.

- E invece si, ma non si dice quanti sono dopo una certa età...

- Non ci credo! Sembri una ragazzina... Sono sicuro che hai cercato un passaggio perché non hai ancora la tua auto.

- Grazie, ma ti sbagli.

Accolsi il complimento facendo spallucce.

- Allora come mai Bla Bla Car?

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