Dimenticanze

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Aprii gli occhi completamente disorientata e vidi oltre il cuscino un comodino sconosciuto, come era sconosciuto il muro retrostante. Mi alzai di scatto e un fuoco d'artificio di puntini colorati mi esplose di fronte agli occhi, aspettai che la vertigine passasse. Mi guardai attorno. Dov'ero? Alzai la coperta e mi assicurai di essere vestita, grazie al cielo lo ero. Sul comodino erano appoggiate due scatole di medicinali, un bicchiere d'acqua e qualche blister di pillole già scartate. Guardai la finestra, fuori stava tramontando il sole. Gli oleandri e i fichi fuori dalle imposte mi dicevano che ero ancora in campeggio, probabilmente in un bungalow.

- Leonardo?

Chiamai. Silenzio. Mi sentivo riposata, ma debole. Appoggiai i piedi per terra assaporando le mattonelle fresche. Mi avvicinai alla porta, la aprii lentamente. Leonardo era nella veranda del piccolo appartamento, se ne stava appollaiato su un'amaca leggendo un libro. La pelle abbronzata aveva assunto una sfumatura dorata che si sposava incredibilmente bene coi capelli schiariti dal sole. Quando a tutto ciò si aggiunsero i suoi occhi nocciola, tempestati di pagliuzze dorate, i quali si posarono su di me e il suo sorriso bianchissimo, io mi sciolsi. Arrossii, la sua bellezza mi travolse fermandomi il cuore.

- Ciao piccola! Come ti senti?

Gli sorrisi in risposta. Si alzò immediatamente venendomi incontro. Mi abbracciò tenendomi una mano sulla fronte e dandomi un bacio.

- Non mi sembri più calda...

- Dove siamo?

Gli chiesi.

- In un bungalow del campeggio, ce lo ha offerto la padrona siccome avevi la febbre alta. Ti ha visitata un medico e ti ho dato alcune medicine.

Ero stata così tanto tempo addormentata? Leonardo aveva fatto tutto quello per lei? In quel momento le sembrò di avere davanti l'ultimo esemplare di principe azzurro.

- Quanto ho dormito?

- Ti sei addormentata alle undici ieri sera, adesso sono le sette di sera.

- Wow... Mi dispiace... Dovevamo andare ad Alberobello!

Leonardo la fermò.

- Non ti preoccupare... Abbiamo tempo... Domani stiamo tranquilli poi vediamo...

- Ma il medico?

Mi resi conto che ero stata visitata da qualcuno senza nemmeno accorgermene, mi diede una strana sensazione di fastidio. Leonardo rispose:

- Ti ha dato degli antibiotici per la gola, li dovrai prendere per una settimana e non stare sotto il sole. Dice che bevi e mangi troppo poco, quindi da questo momento sei a dieta.

- A dieta?

- Si. Per cominciare stasera abbiamo due rustici leccesi e poi il capocollo e le verdure alla griglia. Infine... la bomba! I pasticciotti alla crema.

- Alla faccia della dieta!

- Preparati da ora in poi sarà così!

- Diventerò una cicciona!

- Vorrà dire che avrò di più da toccare.

Scoppiai a ridere. Come faceva ad avere sempre la risposta pronta? Mi arresi.

- Ok... Ok... Allora adesso mi rimetto in sesto, mi faccio una doccia e iniziamo la festa!

Effettivamente dopo aver mangiato mi sentii molto meglio. Leonardo era un bravo cuoco quando si impegnava. Mangiammo in veranda, accendendo candele mano a mano che scendeva l'oscurità. Era un ambiente chiuso da una staccionata adornata di una siepe, si poteva restare all'aperto, ma mantenere una certa privacy rispetto ai propri vicini. Inoltre il luogo così raccolto creava una atmosfera intima e romantica. Bevuto il caffè guardai la tortina che Leonardo mi porgeva, il mio stomaco ebbe un moto di ribellione, ero piena.

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