Massimo

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Era un'assolata giornata di aprile. Leonardo era seduto sul pavimento della camera del piccolo e cercava di incastrare due parti della nuova culla comprata il giorno prima da IKEA. Eleonora arrivò dondolando, tenendosi il pancione con un braccio e la tazza di thè con una mano. Si appoggiò allo stipite della porta e osservò il suo compagno costruire il nido per loro figlio. Leonardo era cambiato tanto da quando lo aveva conosciuto un anno prima e non solo fisicamente. Era più tranquillo, più sereno e anche il suo aspetto ne risentiva, era sempre sorridente e, anche quando i capelli persero la loro sfumatura bionda e la pelle tornò pallida, aveva un aspetto raggiante.

Eleonora da qualche tempo si chiedeva se il suo corpo lo potesse ancora attrarre e se sarebbe mai tornata come prima, ma Leonardo non aveva mutato le attenzioni che le dedicava. Si andò a sedere affianco al ragazzo appoggiando la tazza su un cartone e prese in mano le istruzioni.

- Sul foglio c'è scritto che questi due pezzi dovrebbero incastrarsi, ma non capisco come mai non passano!

Disse la ragazza cercando di far scivolare un perno dentro ad un buco.

- Si incastrano invece, lascia... - Leonardo la fece allontanare un poco. Allineò con precisione perni e buchi. - Così!

Diede un pugno secco al centro del pezzo e tutti i perni entrarono nel loro incastro. Eleonora osservò quel gesto, notò il guizzo violento dei muscoli del ragazzo e il contrarsi della sua spalla. Da quanto non usava quella stessa forza bruta nella loro intimità? Troppo. Da quando la pancia si era fatta prominente e il bambino ingombrante Leonardo era diventato estremamente delicato. All'inizio era stato emozionante, Eleonora si sentiva trattata come un cristallo prezioso, ma dopo qualche tempo aveva iniziato a provare nostalgia del furore.

Leonardo strattonò un poco i due pezzi che aveva appena congiunto e si girò verso Eleonora per osservare le istruzioni. Lei rimase qualche secondo seduta a gambe incrociate sul pavimento, lo osservava leggere chino su un ginocchio, appoggiato su una mano. Dal colletto della sua felpa vedeva l'ombra della sua clavicola salire verso la spalla. Non aveva più voglia di montare i mobili. Gli prese il viso tra le mani e lo baciò, la sua carezza gli scese verso il collo e continuò per quella clavicola che aveva scorto poco prima.

- Ele? - Ridacchiò il ragazzo. - Ancora?

Avevano già fatto l'amore due volte quel giorno. Ad Eleonora mancava la passione sfrenata e per quanto Leonardo le facesse provare orgasmi intensi non si sentiva mai veramente appagata, lo voleva continuamente. Lei gattonò verso di lui e vi si mise cavalcioni. Si strusciò sul suo corpo come una gattina, cercando di essere appetibile nonostante il pancione.

- Perché? Pensi di non tenere i ritmo?

Gli chiese sfacciata e si fermò per catturare il suo sguardo. A Leonardo scintillarono gli occhi, lo aveva colto nel vivo della sua mascolinità. Eleonora sapeva benissimo che lui le avrebbe dato mostra della sua prestanza, se solo lei lo avesse stuzzicato un pochino. Il ragazzo, ancora fermo negli occhi di lei, ridacchiò, attraverso le labbra si scorse un canino, il quale rese quel sorriso felino. Poi la strinse a se, con un braccio la sosteneva per i glutei, con l'altro la tirava per la nuca verso la sua bocca. Eleonora strinse le cosce attorno ai fianchi del ragazzo, mentre lui si alzava per portarla in camera da letto.

Leonardo era stato preparato dagli amici e dai conoscenti ad una assenza prolungata del sesso. Stando a quanto questi dicevano, le loro mogli dopo essere rimaste incinte avevano completamente perso interesse per l'intimità di coppia. Al contrario nelle ultime settimane Eleonora era vorace. Non che al ragazzo dispiacesse, anzi... Stava godendo appieno delle gioie della gravidanza. Persino Eleonora, nonostante tutto, gli sembrava più bella. I suoi ricci erano più lucidi e definiti, aveva assunto un bellissimo colorito, la curva dei suoi fianchi era ancor più femminile, senza contare che il suo seno era diventato enorme e Leonardo perdeva il sonno guardandolo.

L'amore sublimeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora