2 - Un Nelwyn a Camelot

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Una volta ripresosi dalla botta, Merlino, con l'aiuto di Gaius, trascinò l'uomo comparso dal nulla fino a sistemarlo su una branda. Poi, attese di fianco al medico di corte che questo riprendesse i sensi. Più lo osservava, più gli sembrava che avesse un volto familiare. Il naso e il mento, così come i lineamenti del viso, assomigliavano incredibilmente a quelli di Grettino, il nano custode del ponte che il giovane mago aveva incontrato anni prima, nelle "Terre Perigliose", durante la missione di Artù alla ricerca del tridente dorato del Re Pescatore(1).

«Cosa credete che sia successo?» chiese Merlino perplesso, rivolto a Gaius.

«Non saprei, ma di certo, di qualsiasi cosa si tratti, non credo che sia nulla di buono.»

«Lo penso anch'io. C'è una sola spiegazione possibile per quella strana luce che è apparsa insieme a lui.»

«La magia.» concluse Gaius, serio in volto.

Merlino annuì con una smorfia. Non c'era bisogno di aggiungere che la magia, a Camelot, poteva significare soltanto guai in vista.

«Oh, guardate! Si sta svegliando!»

L'uomo iniziò a muoversi leggermente, stiracchiando gambe e braccia. Poi, aprì gli occhi.

«Oh?!» urlò, mettendosi a sedere di scatto.

«Non agitatevi.» ribatté Gaius in tono rassicurante. «Avete battuto la testa e siete svenuto, ma non dovreste avere nulla di grave. Comunque, sarebbe prudente per voi evitare movimenti bruschi.»

«Dove mi trovo?»

«A Camelot. Io sono Gaius, il medico di corte, mentre questo è il mio aiutante Merlino.»

«Accidenti...» disse l'uomo, massaggiandosi le tempie. «Mi sapreste dire cos'è successo...»

«Questo, a dire il vero, speravamo poteste spiegarcelo voi.»

«Già.» concordò Merlino. «Siete sbucato fuori da una luce accecante.»

«Oh, ma certo! Il portale di Túatha!» sbottò l'uomo, voltandosi poi da una parte all'altra in cerca di qualcosa. «Ma... dove sono tutti?»

«Tutti?» chiesero di rimando sia Merlino che Gaius.

«Esatto. Dal portale dovrebbero essere uscite altre cinque persone.»

«No, voi siete stato l'unico.» affermò Merlino con sicurezza.

«Sarebbe più facile per noi aiutarvi se ci raccontaste dall'inizio cosa è accaduto.» intervenne Gaius, cercando di arrivare ad un punto della questione.

«Oh, ma certo, avete ragione, scusate. Innanzitutto, io sono Willow Ufgood, Saggio Aldwyn del popolo Nelwyn. Piacere di fare la vostra conoscenza!» proferì l'uomo in tono serio, quasi solenne. «Insieme ai miei compagni di viaggio ho intrapreso una missione che ci ha portato ad attraversare i confini del mondo, al di là del Mare Infranto, fino ad arrivare alla Citta Immemore, dove abbiamo combattuto e vinto una difficile battaglia contro la Megera, una malvagia strega assoggettata alla dottrina dell'Ordine del Wyrm. Una volta lì, purtroppo, abbiamo incontrato ulteriori perigli, al punto tale da dover ricorrere all'incantesimo del portale di Túatha per riuscire a scamparla. Deve essere stato proprio il portale, alla fine, a condurmi qui da voi.»

Gaius e Merlino si scambiarono uno sguardo confuso. Non avevano capito niente di quel racconto.

«Dove avete detto che sono finito, comunque?» domandò Willow, lisciandosi la testa, ancora dolorante.

«A Camelot.»

«Camelot? E dove si trova?»

«A sud di Mercia e ad ovest di Ealdor.» rispose Merlino, stupito da quella domanda.

Il destino di due regniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora