3 - La verità degli sconosciuti

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Dopo essersi separata da Kit, Elora corse con ogni briciolo di forze che le era rimasto. Nonostante fosse stanca, doveva trovare i suoi amici il prima possibile. Purtroppo per lei, nei corridoi non intravide nessuno, a parte alcuni servitori, immersi nelle loro mansioni o intenti a lanciarle degli sguardi evasivi. Stava per fermarsi a riprendere fiato, quando d'un tratto andò a sbattere bruscamente contro qualcuno e cadde a terra.

«Ahi!» borbottò dolorante.

La persona con cui si era appena scontrata, una ragazza, si rialzò in fretta e andò a soccorrerla.

«Oh, no! Ti sei fatta male?»

Nonostante la colpa per la caduta fosse stata di Elora, l'altra si era presa pena per lei. "Deve essere una persona molto gentile" pensò di sfuggita.

«No, grazie. Solo un po', ma niente di che.» rispose, rimettendosi in piedi.

«Come mai correvi così tanto? Sei in ritardo per qualcosa?»

«Ehm... sì, è proprio così.» mentì Elora, in imbarazzo, non sapendo cosa dire.

La ragazza di fronte, però, sussultò all'improvviso e la fissò con più attenzione.

«Aspetta un momento! Non è che per caso sei... Diana, la figlia di John e Mary(1)?»

Elora, confusa, ricambiò il suo sguardo.

«Come?»

«Ma sì, devi essere tu! Assomigli molto a quando eri piccola! Non ti ricordi di me? Io sono Gwen, un'amica dei tuoi genitori.»

«Ah, sì... adesso mi ricordo... Gwen...» continuò a mentire Elora, tentennante, mentre l'altra la abbracciava. Non voleva prenderla in giro, ma si accorse che quella bugia poteva essere un buon modo per chiudere in fretta la conversazione senza destare troppi sospetti.

«Che bello che sei qui!» esclamò Gwen gioiosa. «Sai, non ti aspettavo prima di domani e invece... eccoti qua! Sono anni che non ti vedo! L'ultima volta che sono venuta a Longstead tu eri in viaggio e così non ho avuto modo di incontrarti. Anche se, dato quello che è accaduto, è stata una fortuna che fossi lontana(2).»

«Già...»

«Ma lasciamo stare questi brutti discorsi. Piuttosto, dimmi: com'è andato il viaggio?»

«Ehm... bene...»

«Vieni con me.» le disse Gwen, afferrandole delicatamente la mano. «Ti faccio vedere le cucine.»

«Le cucine?»

«Sì, così, dopo che ti sarai sistemata, potrai iniziare subito. Sai, i tuoi genitori erano molto contenti che fossi riuscita a trovarti un lavoro qui, a Camelot. Non sarà molto, ma è una mansione migliore di tante altre. Inoltre, John e Mary saranno più tranquilli nel sapere che ci sarò io a vegliare su di te se avrai bisogno di qualcosa.»

«Sì, grazie.» disse Elora, annuendo. Non ci stava capendo molto, ma preferì stare al gioco, almeno finché non avesse rincontrato Kit o qualcuno degli altri.

«Gwen!»

Un ragazzo con una cotta di maglia ed un mantello rosso svolazzante si avvicinò di corsa alle due.

«Elyan? Cosa c'è?»

«Hai visto qualcuno aggirarsi qui intorno con fare sospetto?»

A quel punto, Elora iniziò a sudare freddo.

«No, perché?» chiese Ginevra stupita.

«Ci sono due ragazze ricercate per uso di magia. Non so molto altro perché non ero presente, ma sembra che abbiano creato un bel tafferuglio nell'armeria poco fa.»

Il destino di due regniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora