4 - Prigionieri di Camelot

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Boorman si ridestò di soprassalto.

«Ben svegliato.» lo accolse una voce fredda davanti a lui.

Aveva ancora la vista annebbiata dalla botta subìta, ma riuscì pian piano a mettere a fuoco le ombre sfocate che lo circondavano. Si trovava in una stanza tetra. Una donna lo stava fissando con un'espressione indecifrabile in volto. Lei era alquanto giovane ed indossava un vestito lungo e scuro, decisamente in tinta col luogo.

«Allora? Non dici niente?»

Boorman fece per muoversi, ma in quel momento si accorse di essere legato da capo a piedi ad una sedia.

«Uhh! È così che di solito ricevi gli ospiti? Botta in testa e corde ai polsi?» replicò lui in tono ironico.

La donna sorrise maliziosa.

«Solo quelli non graditi.» disse, avvicinandosi a lui. «E sappi che questo non è che l'inizio.»

Boorman le mostrò un ghigno divertito.

«Bene. Però, devo avvisarti che non è la prima volta che mi ritrovo in una situazione del genere(1). Sai, faccio questo effetto alle donne.»

A quel punto, lei allungò una mano verso di lui, senza però toccarlo. Di colpo, Boorman si sentì chiudere la gola e mancare completamente il fiato, come se qualcuno lo stesse strangolando.

«Arrrghhh!!»

Nonostante i suoi ripetuti e sofferenti annaspi, la donna non batté ciglio. Il suo viso rimase impassibile, finché non decise di abbassare il braccio. Fu così che Boorman riuscì di nuovo a respirare.

«Annnffff!» boccheggiò senza tregua. «Ma... chi sei... tu?!»

«Sono Morgana Pendragon, la più Grande Sacerdotessa dell'Antica Religione.» rispose lei con fierezza. «Ma tu questo già lo sai, non è vero? Il tuo padrone è stato così codardo da mandare uno dei suoi giullari a fare il lavoro sporco, non è così?»

«Ma... di che cavolo stai parlando?!» domandò Boorman confuso. «Quale padrone? Mi devi aver scambiato per qualcun altro. Io cercavo solo un riparo dalla pioggia.»

Morgana lo afferrò in modo brusco per il collo della camicia.

«Tu non puoi neanche immaginare quello che ho intenzione di farti!»

«No, però ora inizio a capire perché vivi in mezzo alla foresta, da sola e lontano da tutti.» commentò Boorman sarcastico.

Lei lo fulminò con lo sguardo.

«Parla, una buona volta! Chi è stato a mandarti?! Si tratta di Emrys, non è vero?! Oppure è stato quel vigliacco di mio fratello?! Dimmelo o ti farò pentire amaramente di esserti spinto fino a qui!»

«Aspetta! Non mi ha mandato nessuno!» ribatté Boorman allarmato. «Sono solo finito qui per sbaglio! Non so neanche dove mi trovo!»

«Mpf! Certo! E credi che io me la beva?! Te lo ripeto, dimmi chi ti ha mandato e, forse, ti concederò una morte rapida e dignitosa! Altrimenti, non hai la minima idea di quanto io possa essere spietata!»

«Ti credo in parola!» disse Boorman velocemente. «Ma io non c'entro niente con questo Emrys o con tuo fratello, chiunque egli sia. Te lo assicuro!»

Morgana lo fissò in cagnesco.

«L'hai voluto tu!» disse, preparandosi a lanciare un incantesimo. In quell'istante, tuttavia, un uomo entrò dalla porta.

«Morgana!» esclamò lui, stupito nel vedere quella scena. «Che sta succedendo? Chi è questo tipo?»

«Thraxus Boorman, molto piacere!» rispose il diretto interessato, chinando la testa con teatralità.

Il destino di due regniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora