capitolo 4

9 2 2
                                    

Dahlia:

Ora vado dai miei genitori. Mi metto la mia giacca nera the north face e mi avvio verso la porta d'entrata. Esco di casa e mi trovo davanti Alfonso. È da ieri che non lo vedo, mi aspettavo venisse stamattina, ma non c'era. Sarà stato occupato. Alfonso mi fa un cenno e io mi avvicino. Ci salutiamo e mi domanda dove sto andando io gli rispondo frettolosamente:" vado a vedere come stanno i miei genitori." Lui sposta lo sguardo sul pavimento, sembra triste. Mi dice abbassando la voce:" tuo padre non è riuscito a superare l'intervento, doveva svegliarsi ieri dall'anestesia, ma sta ancora dormendo. Pensano che dovranno sedarlo totalmente per rischi gravi, non mi hanno informato bene. Pensavo di passare adesso in ospedale, ma prima volevo raccontartelo." Mi si riempono gli occhi di lacrime, ma le respingo alzando gli occhi al cielo. Non posso piangere davanti ad Alfonso, i miei genitori mi hanno insegnato che piangere davanti agli altri mette in motra la tua fragilità. Anche se conosci bene quella persona non si sa mai cosa possa succedere.
Arriviamo in ospedale e un'infermiera ci accoglie. Ci porta dal medico che si occupa di mio padre e lui ci guarda con aria dispiaciuta:" Mi dispiace moltissimo, abbiamo fatto il più possibile, ma non ce l'ha fatta. Pensavamo di sedarlo per non farlo soffrire è entrato in un coma molto profondo e non si sveglierà. Più aspettiamo più potrebbe diventare doloroso. Non sappiamo ancora delle informazioni e faremo degli accertamenti, ma solo il 3% delle persone si risveglia da un come così." Cerco di rimanere formale. In sè è quello che mi ha detto Alfonso, ma una frase mi rimbomba nella testa " solo il 3% delle persone si risveglia da un coma così".
Quindi ho tutti e due i miei genitori in coma, ma è quasi sicuro che mio padre non si risvegli.
Mi scuso e mi infilo nel bagno dell'ospedale. È un bagno abbastanza grande con due cabine, ma non sono separati in maschi e femmine. Scoppio a piangere dopo essermi accertata che non ci fosse nessuno. Non riesco a pensare lucidamente. Prendo un fazzoletto e cerco di togliere il mascara che mi è colato. Sento qualcuno che apre la porta e si fionda dentro, fa sbattere la porta potentemente. Mi guardo allo specchio e noto che non mi sono ancora pulita per bene dal mascara, per non farmi vedere do le spalle al tipo che è entrato. Una voce dice:" Violinista? Che ci fai tu qui?" Aspetta, ma è la voce di Derek? Mi sembra proprio la sua. Bassa e sicura, sembra arrabbiato. Mi ha chiamata violinista, mi sembra di aver già sentito questo soprannome, ma non mi imoegno a capire quando, sono troppo scossa. Mi giro e incontro i suoi occhi color ghiaccio. Ha i capelli spettinati, sono castani , ma comunque è bellissimo. Oddio non dovrei pensare certe cose, okay che è un figo della madonna, ma io rimango sempre fidanzata. Cosa sto dicendo? Devo smetterla. Lo saluto con un gesto. Mi fissa da capo a piedi e mi sento impovvisamente insicura. Lui si avvicina e mi chiede:" Hai pianto?" Ho ancora gli occhi lucidi e il mascara colato. Abbasso lo sguardo . Quando rialzo lo sguardo lui è a meno di un metro da me. Ci fissiamo le lebbra, le sue sono bellissime, vorrei baciarlo. Devo smetterla, basta, basta e basta. Secondo me c'era della vodka nell'acqua che ho bevuto prima di uscire. Lui è fidanzato con la mia migliore amica e io sono sempre fidanzata. Rimango e guardarlo per un eternità persa nei miei pensieri. Lui mi prende il viso tra le mani e mi chiede:" Dahlia tutto bene?" Io gli chiedo con una voce che fa intuire che sono distrutta:" da quando ti importa di me?" Lui sempre con quel ghigno mi replica:" da quando sei così aggressiva?" Sbuffo:" non rispondere alle mie domande con altre domande" lui mi ridomanda:" perché piangi?" Io non gli rispondo mi scanso e mi avvicino all'uscita, ma lui mi si mette davanti. Mi sovrasta don la sua figura imponente. Ha una maglietta gli fascia gli addominali. Mi si avvicina ma per istinto mi allontano finché non vado a sbattere contro il muro, Derek appoggia le mani ai lati della mia testa incastrandomi tra il suo corpo muscoloso e il muro. La sua faccia è a pochi centimetri dalla mia, si avvicina sempre di piú, schiudo le labbra aspettando che mi baci, ma sentiamo la porta sbattere. Derek si volta e io guardo alle sue spalle, quando vedo chi è rimango senza fiato spaventata, lui si allontana da me con uno scatto. Marilin è in piedi sulla soglia e ci guarda in cagnesco, si volta e se ne va sbattendo la porta. Derek le corre dietro e io rimango sola contro il muro nel bagno. Quindi oggi non solo ho perso mio padre, ma ora la mia migliore amica sarà incazzata nera con me.
•••
Sono a casa sdraiata nel mio letto a leggere un libro. Ho preso un uber per tornare perché non avevo voglia di affontare la litigata con Mary, sono ancora distrutta per la notizia su mio padre. Non voglio essere cattiva, ma tra i miei genitori andavo più d'accordo con mio padre. Mia mamma lo sapeva e pensava fosse cosí perché dato che mio padre è un avvocato molto famoso e lo volevano tutti perché era molto bravo nel suo mestiere, si ritrovava ad andare in giro per l'America e quando tornava mi faceva sempre un regalo. Ma non è per quello. Basta pensare ai miei genitori o mi rimetto a piangere. Mi infilo sotto le coperte e ripenso a quello che era successo con Derek nel bagno. Prendo il telefono e scorro i contatti, ritrovo il messaggio dello sconosciuto che mi aveva scritto prima dell'inizio della scuola. Apro il messaggio: "Hey violinista, sai che suoni molto bene. Ci vediamo domani a scuola."
Violinista... ecco dove l'avevo già sentito.
Oh no... non dirmi che... no, non può essere, e se invece fosse così? No perché mai Derek avrebbe dovuto scrivermi mentre non ci conosciavamo ancora. Ragiono intensamente cercando delle risposte sensate, ma mi viene mal di testa. Spengo tutte le luci e dopo dieci minuti mi addormento.

__________spazio autrice__________

Cosa ne pensate fino ad adesso?
Spero che vi piaccia❤
Chissà cosa succederà tra Marilin e Dahlia.

Una luna in comuneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora