𝑡𝑤𝑒𝑙𝑣𝑒

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  [Prima di cominciare il capitolo ci tengo a specificare che non condivido e non normalizzo i comportamenti di Aemond

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[Prima di cominciare il capitolo ci tengo a specificare che non condivido e non normalizzo i comportamenti di Aemond. Sono perfettamente conscia del fatto che le sue azioni sono sbagliate e che il suo rapporto con Rea non sia sano. Fanno parte del racconto! Ci tengo moltissimo a chiarirlo e spero che abbiate la consapevolezza di cogliere i campanellini d'allarme. PS: non seguo lo schema dei libri, di conseguenza le date potrebbero non combaciare]

Dopo avermi ignorata per una quantità di tempo infinita, Aemond tornò a rivolgermi la parola quella sera stessa. Sembrava non aver apprezzato il fatto che avessi attirato l'attenzione di suo fratello, insaziabile di possedere donne. "Che c'è, credi sia colpa mia?"

Ma il Guercio mi lanciò un'occhiata di fuoco, al mio ribattere non gradito. Tuttavia continuai imperterrita.

"Che cosa ti aspetti che faccia, esattamente? Mi ricatti, mi tieni segregata nella tua casa come un oggetto, e speri che io passi inosservata alle persone?" ma alle mie parole seguì un interminabile silenzio, in cui Aemond si era fatto ancor più serio. Non avevo mai avuto paura di lui, fino a quel momento. Decise di rispondermi quando ormai il mio indietreggiare, ed il suo avvicinarsi, mi avevano portata a rimanere in trappola tra il divano e il muro. "Ricorda le mie parole, Rea. Tu vivi perché lo decido io." poi piantò la sua mano a due centimetri dal mio viso, per carezzarne i contorni. "Ricordi quando ti dissi che ti saresti dovuta sacrificare qualora avessi voluto continuare a vivere?" e senza attendere una mia risposta, fece scendere lentamente la sua mano lungo il mio collo. "E' ora che adempi al tuo compito. Sei la mia accompagnatrice, d'altronde."

Deglutii quando realizzai ciò che sarebbe successo di lì a poco. Aemond mi avrebbe posseduta, e se mai avessi deciso di rifiutarmi, lui avrebbe messo fine alla mia vita. Ma non era ciò che volevo?

Avevo desiderato l'arrivo dello sconosciuto con così tanto ardore! Allora perché, al suo tocco, il mio corpo fremette?

"D'oggi in poi appartieni a me" concluse secco, tuffando le sue labbra piccole e sottili sulle mie, travolgendomi in un bacio disordinato e carico di emozioni contrastanti. Non sapevo quello che stavo facendo, le mie labbra si mossero come spinte da una forza esterna, incapaci di ribellarsi. Immediatamente le mani di Aemond scesero lungo il mio corpo, che non era mai stato toccato prima d'allora, soffermandosi sui miei fianchi rotondi. Ubriaca di quel nuovo desiderio, che da parte sua non era altro che egoistico possesso, mi concessi a lui. Odiandomi con tutta me stessa.


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I ricordi della sera prima tennero impegnata la mia mente per tutta la mattinata. Odiai me stessa, odiai il modo in cui Aemond mi aveva posseduta, e ancor di più il modo in cui il mio corpo si accendeva ogni qual volta pensavo di riaverlo vicino.

Con il ricatto, il Guercio era riuscito a modellarmi a proprio piacimento. E per qualche strana e malata ragione, benché ridotta ad una nullità, bramavo il suo tocco. La vergogna fu tale che, per i giorni successivi, evitai di tornare a dormire nella stessa camera trascurando il mio sonno.

Preferii rifugiarmi in biblioteca, dove a giudicarmi vi era soltanto il sapere che non avevo ancora appreso, da quei libri pesanti e polverosi. Imparare la mia lingua madre sembrò riuscire ad avvicinarmi di qualche passo alla verità che, con tanta ansia, aspettavo di scoprire.

𝐁𝐋𝐎𝐎𝐃 𝐀𝐍𝐃 𝐓𝐄𝐀𝐑𝐒 [𝐀𝐞𝐦𝐨𝐧𝐝 𝐓𝐚𝐫𝐠𝐚𝐫𝐲𝐞𝐧]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora