𝑡𝑤𝑒𝑛𝑡𝑦-𝑡ℎ𝑟𝑒𝑒

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 Aemond era mio zio

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Aemond era mio zio. Tutto ciò che poté frullarmi nella mente, per quei tre giorni di reclusione, fu devastante. Perché realizzai che i sentimenti che provavo per lui, sentimenti ancora nascenti, non erano appropriati. E pregai che gli Dei mi salvassero da quella depravazione. Al quarto giorno, egli venne ad aprire le porte della sua camera. Sembrava ancora brillo quando mi concesse di uscire, per ricongiungermi a mia madre e ai miei fratelli. Non ci tenevo a sapere dove era stato, o che cosa avesse fatto: mi alzai in piedi, e corsi verso l'uscita senza indugiare.

 "Madre!" esclamai sollevata, quando la rividi. Rhaenyra aveva radunato i suoi tre figli affinché potessi conoscerli. Mi sembrava di aver sprecato un'intera vita senza sapere chi fossi davvero. Calde braccia mi avvolsero in un lungo abbraccio, a cui si unirono anche i miei fratelli, i quali nonostante non mi conoscessero affatto, mi fecero sentire il calore del loro affetto. E un nodo mi si formò alla gola. Quella era la mia famiglia, deglutii emozionata.

 "Finalmente siamo tutti insieme" dichiarò la Delizia con gioia.


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Jacaerys e Lucerys mi osservarono rapiti, mentre raccontavo loro di come avevo vissuto da bambina. "Non conoscevo niente della mia vita, sapevo solo che ero diversa e che non potevo lasciarmi trovare." Avevo dato per scontato la libertà che in realtà possedevo al fondo delle pulci, prima di essere rapita da Aemond. Ma adesso le cose erano cambiate. Sapevo chi ero, a chi appartenevo, e cosa avrei voluto dal futuro.

Rimanere a palazzo non era una scelta saggia, tuttavia, poiché Alicent aveva già cominciato a muovere i suoi passi verso mia madre e la sua legittimità al trono. L'avevo rassicurata, poiché conoscevo il mio posto. Ed era accanto a lei.

"La mamma ci ha spiegato il motivo per cui ci ha tenuti divisi" replicò il mio fratello maggiore, Jace, con gli occhi verdi che splendevano di una strana malinconia. "Ha dovuto farlo...ma non temete: non vi lascerò mai più, lo prometto"

Lucerys si alzò in piedi, e dopo aver dato un'occhiata ai giardini intorno a noi, mi porse la mano. "Abbiamo una sorpresa per te," disse con un sorriso bambinesco. Aveva quattordici anni, era nel pieno della sua fioritura, e i boccoli di cioccolato gli donavano l'aria di un vero Principe. Non mi importava che fossimo diversi. In verità, eravamo speciali.

 "Davvero?" replicai stupita.

I miei fratelli annuirono contenti, riconducendomi verso la Fortezza Rossa, tenendomi per mano. Nel frattempo un anello di luce si liberò della nuvola che lo stava oscurando: un ottimo presagio, per me, che lo interpretai come il giorno in cui finalmente mi sarei liberata di quel maledetto segreto.

Ad attendermi, al Parco degli Dei, c'era mia madre. Teneva le mani nascoste dietro la schiena, come se proteggesse qualcosa dalla vista indesiderata di possibili osservatori silenziosi. "Lucerys e Jacaerys mi hanno suggerito di darti un regalo di benvenuto," mi disse, schiudendo le labbra piene, mostrandomi una schiera di denti perfetta e bianca.

Oh.

Il mio cuore ebbe un sussulto piacevole.

"Per me?" mi indicai ingenuamente. Rhaenyra annuì, e mi mostrò il dono che intendeva porgermi. Un uovo di drago dalle scaglie ametista. "Come i tuoi occhi" aggiunse compiaciuta.

Rimembrai immediatamente la domanda che mi posi quando, quel pomeriggio di metà primavera, passeggiai con Helaena per i giardini reali. Che cosa avrei provato qualora mi fossi trovata di fronte un drago?

Beh, forse non era la stessa cosa, ma quell'uovo conteneva la creatura che – dopo qualche tempo – avrei cresciuto e accudito. Ed anche cavalcato.

 Avrei solcato i cieli in sella al mio drago.


𝐁𝐋𝐎𝐎𝐃 𝐀𝐍𝐃 𝐓𝐄𝐀𝐑𝐒 [𝐀𝐞𝐦𝐨𝐧𝐝 𝐓𝐚𝐫𝐠𝐚𝐫𝐲𝐞𝐧]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora