𝑡𝑤𝑒𝑛𝑡𝑦-𝑛𝑖𝑛𝑒

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Il mattino albeggiava grigio e bagnato

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Il mattino albeggiava grigio e bagnato. Dal mio letto potevo scorgere la pioggia che si posava morbida sul suolo, mentre il caminetto nella stanza ardeva. Era lì che avevo nascosto l'uovo di drago, in impaziente attesa che si schiudesse. Mia madre mi aveva assicurato che il calore avrebbe facilitato il processo.

Tuttavia tre colpi alla porta, e la voce di Helaena che risuonava nel corridoio, mi destarono da quel delizioso dormiveglia. Sbuffai sonoramente contro il cuscino, con il corpo ancora indolenzito e gli occhi impastati dal sonno. "Rea?"

Mi domandai cosa ci facesse mia zia lì fuori, dal momento che non scambiavamo due chiacchiere dalla sera della cena. Alquanto stranita dal fatto che fosse venuta a cercarmi di persona, mi scansai il lenzuolo dal corpo, rabbrividendo, affinché potessi raggiungere la porta e aprirla. "Arrivo," replicai. Indossavo soltanto una camicia da notte, quando andai ad accoglierla.

In due mi attendevano al di là della soglia. La dolce Helaena era accompagnata dal piccolo Daeron, che - non appena mi vide - cominciò ad agitare la manina velocemente. "Zia," replicai sorpresa. "Perdona le condizioni ma-" "Non c'è alcun problema, sono corsa qui avventatamente perché Daeron ha insistito parecchio"

"Oh."

"Possiamo fare una chiacchierata, Rea?" lo sguardo di Helaena era supplichevole, mentre suo fratello le tirava l'abito con fretta. "S-si, certo..Entrate"

Lasciai passare entrambi, e mi richiusi la porta alle spalle. Poi presi un respiro profondo, e mi promisi di non piangere. Lo sapevo che non si sarebbe mai presentata alla mia porta senza alcun motivo. E dato che doveva esserci, non faticai nemmeno a capire quale fosse. "Vi offrirei qualcosa ma è molto presto," feci notare desolata, cercando una coperta da buttarmi addosso per evitare di prendere freddo. Daeron si era seduto sul mio letto, cominciando a giocare con i lembi delle lenzuola. Helaena invece si era seduta davanti al caminetto, si torturava le mani. "Per l'amore degli Dei, Zia. Cosa ti ha portato realmente qui all'alba?"

Ella sospirò, non distogliendo lo sguardo dalle fiamme che lambivano le scaglie ametista dell'uovo di drago. "Ti ha mandato lui?" sbottai impaziente. Il suo silenzio fu la conferma a tutte le mie domande. Ingoiai un boccone di amarezza, prima di continuare. "Hai sprecato il tuo tempo, mi dispiace-"

"Ti dissi che non lo avrei mai giustificato per le sue azioni, lo sai." mi interruppe bruscamente "Ma Aemond è sincero, e ti vuole molto bene"

Risi piano.

Poi la risata mi scosse sommessamente, diventando nervosa, e gli occhi mi si bagnarono di lacrime. "Bene? L'uomo che mi ha rapita e che mi ha costretta ad avere dei rapporti con lui mi vuole bene? Siamo realisti Helaena, quello che ho fatto per lui aveva il solo scopo di svegliarmi viva e vegeta il giorno dopo."

La zia increspò le labbra addolorata. "I sentimenti possono cambiare, il passato invece no. Lo comprendo perfettamente. Ma se non vuoi accettare il suo perdono, ascolta almeno cos'ha da dirti."

───── ❝❞ ─────

Aemond mi aspettava nei sotterranei della Fortezza Rossa. Spossata e stanca, mi trascinai per il passaggio segreto con un magone alla gola. Avevo accettato di vederlo solo per togliermi di dosso la curiosità che provavo su ciò che mi avrebbe detto. Chissà che cosa si sarebbe inventato pur di riappropriarsi di me.

"Ao māzigon" sussurrò sorpreso quando mi vide. [Sei venuta]. Probabilmente era convinto che fossi troppo arrabbiata per accettare quell'incontro. E lo ero.

"Fa in fretta però, non ho molto tempo" risposi, incrociando le braccia al petto. Mi chiesi come mai avesse scelto proprio quel luogo, che a me ricordava tanto il giorno in cui la mia vita era cambiata per sempre. Il giorno in cui avevo scoperto di non essere sola al mondo. Il Guercio deglutì: non appariva più così sicuro di se, e forse in un'altra circostanza ne avrei persino riso.

Ad ogni modo egli prese subito parola. "So cosa sta succedendo a corte, e so di dover prendere una decisione."

Era ormai noto che i draghi, presto o tardi, avrebbero danzato. E soltanto uno di loro si sarebbe seduto vittorioso sul Trono di Spade. A rigor di logica, Aemond avrebbe scelto i Verdi. Sua madre, sua sorella, suo fratello. I Targaryen si erano nettamente divisi il giorno in cui Alicent aveva messo al mondo gli eredi di Viserys.

Incuriosita, avanzai qualche passo. "Quale sarà la tua decisione?"

Aemond si riempì i polmoni d'aria, come se dovesse trattenere il respiro per immergersi nelle acque fredde del mare. Dopodiché, sospirò. "Avy jorrāelan byka jelmāzma*"

Lo disse con tanta solennità da farmi vibrare le viscere. Lo disse come se da quella frase ne dipendesse la vita. E mi sentii venir meno. "Se per riottenere il tuo cuore devo schierarmi con i Neri, così sia"

Scossi prontamente la testa. "Cosa ti fa credere che tu l'abbia davvero posseduto?"

"Se mi avessi davvero odiato non saresti qui, Rea. Mi avresti evitato, saresti scappata a Roccia del Drago, saresti morta persino. Eppure sei venuta," Afferrò il mio viso tra le mani facendo combaciare le nostre fronti, mentre il cuore mi si agitava nella cassa toracica. "Tu accendi in me ogni ardente fantasia immaginabile, sei capace di avermi in pugno con un semplice sguardo e se me lo chiedessi, mi inchinerei seduta stante al tuo cospetto. Perché senza te, io non possiedo alcun valore"

Deglutii sonoramente.

Era davvero disposto a tutto ciò o stava solo fingendo?

Metterlo alla prova non mi costava proprio niente. Perciò mi schiarii la gola, e scostai il suo viso dal mio, togliendogli la benda dall'occhio cavato. Lui mi lasciò fare. L'unica ragione del mio gesto era semplice: volevo che si mettesse a nudo come avevo fatto io, volevo che provasse vergogna di se stesso come l'avevo provata io il giorno in cui suo padre mi aveva donata a lui.

"Allora inginocchiati e giurami fedeltà,"

Ti amo, piccola tempesta*

𝐁𝐋𝐎𝐎𝐃 𝐀𝐍𝐃 𝐓𝐄𝐀𝐑𝐒 [𝐀𝐞𝐦𝐨𝐧𝐝 𝐓𝐚𝐫𝐠𝐚𝐫𝐲𝐞𝐧]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora