E' in atto da vent'anni, uno sterminio di bambini bastardi avuti dai Targaryen, ordinato da Re Viserys - manipolato dalla Regina Alicent. Rea è una di quelle, che scappa sin da quando era in fasce, per avere salva la vita. I capelli d'argento e gli...
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Divenne abitudine, per me ed Helaena, passare del tempo insieme. Quando il sole era alto in cielo, correvamo nei giardini a goderci il calore di metà primavera. "Come procede il tuo studio con l'Alto Valyriano?" domandò curiosa la Principessa, arrestando i suoi passi gradualmente. Mi presi qualche secondo per regolarizzare il respiro dovuto alla corsa, e poi, con un sorriso furbo, le risposi "Mettimi alla prova,"
Helaena non se lo fece ripetere due volte. "Pōnta poghash se targaryens issi tolī jaes than vali, skoros gaomagon ao pendagon bē ziry?" [Tutti dicono che i Targaryen sono più Dei che uomini, secondo te perché?]
La sua voce era limpida e chiara, come lo scampanellio di un animaletto. Incrociai le braccia dietro la schiena, e prontamente risposi alla chiara impazienza della Principessa. "Pōnta mērī vestragon bisa kesrio syt pōnta emagon zaldrīzoti. Mijegon zirȳ, se targaryens issi raqagon zirȳ" [Lo dicono solo perché posseggono i draghi. Senza di loro, i Targaryen sono come tutti gli altri]
Ed effettivamente, aveva senso. Helaena annuì, battendo le mani. "L'idea di controllare i draghi è solo una mera illusione. Non possiamo domare del tutto creature come loro, antiche persino più dell'uomo"
Ero sempre stata affascinata dai draghi. Li avevo visti volare, quando ero una bambina, tra i cieli della Capitale. E ce n'era uno, che incuteva timore fin dentro le viscere, impedendomi di dormire sogni tranquilli. Vhagar, la regina dei draghi. Tutti dicevano che Aemond, quand'era un ragazzino, nel reclamare Vhagar perse un occhio.
"Emagon ao mirre ūndegīva nykeā zaldrīzes bē close? " [Hai mai visto un drago da vicino?] continuò Helaena. Sembrava interessata ai miei pensieri riguardo la sua famiglia, e a dirla tutta non seppi come interpretarlo. "Daor" replicai.
Mi domandai cosa avrei provato, se ma ne avessi visto uno. "Il mio drago, Dreamfyre, un tempo era cavalcato dalla Principessa Rhaena. Ella era la figlia di Aenys I Targaryen" spiegò. Nel frattempo avevamo ricominciato a camminare, verso le ringhiere che poi si affacciavano sul mare. L'odore della salsedine pizzicò le mie narici. "L'ho cavalcata raramente, ma è molto docile con le persone che mi sono vicine. Forse un giorno potrei presentartela"
Poco più tardi ci ritirammo nelle sue camere per prendere il tè. Tutto sommato era stata una bella giornata: lontana dal palazzo, lontana dagli occhi sprezzanti della gente, lontano dall'uomo che mi aveva privato della libertà.
Helaena versò nella mia tazza un intruglio rosato, che aveva il profumo delle amarene mature, e dopo aver accostato ad essa i suoi biscotti preferiti, qualcuno bussò alla porta.
"Si?" chiamò a gran voce Helaena, in attesa di udire una risposta. La porta si aprì, e a fare il proprio ingresso nelle stanze della Principessa fu Aemond. Quando ebbe raggiunto la balconata, dove stavamo chiacchierando, guardò stupito prima me e poi sua sorella. "Quindi le voci sono vere,"
Deglutii una sorsata di tè bollente, e lo incalzai con un cenno a continuare. Voci? Borbottai tra me e me. "Si dice che la mia donna abbia stretto un'insolita amicizia con mia sorella" Un tuffo al cuore, quando udii quelle parole. Se fossi stata davvero la sua donna, mi avrebbe trattato come un essere umano merita. Ma dato che lui era un Principe, e poteva fare quello che più preferiva, quel tipo di trattamento veniva riservato solo a se stesso medesimo. "Sei venuto qui soltanto per questo?" rispose Helaena, infastidita dalla sfacciataggine di suo fratello.
"Benché Rea non possegga alcun titolo, la Regina Alicent ha acconsentito alla mia richiesta di scortarla a cena insieme alla mia famiglia." spiegò soddisfatto il Guercio, volgendo il suo corpo nella mia direzione ed il suo unico occhio sano nei miei.
Perché mai avrebbe dovuto farlo?
Non ero molto entusiasta all'idea di mescolarmi alle persone che, fino a quel giorno, non si erano fatti problemi nel giudicarmi.
Feci per prendere parola, ma Aemond mi zittì con prontezza. "Passerò nelle stanze alle sette, stasera. Helaena ti presterà un suo abito"