KATE.

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Ho trovato un bilocale decente al modico prezzo di settecento dollari. È più di quanto mi possa permettere ma resisterò fin quanto potrò. C'è già una coinquilina, quindi dovrò dividere l'appartamento con lei.

Non amo convivere con altre persone, ma per quel poco che ci ho parlato sembrava una tipa a posto. In ogni caso, sono sempre a lavoro. Non credo faremo pigiama party ogni notte. Ho dovuto accontentarmi perché non voglio più stare da Alex e, come promesso, non appena firmerò il nuovo contratto, me ne andrò.

Per carità, l'attico è bellissimo e con tutti i comfort, ma vivere in una casa che non è la mia non fa proprio per me. E poi considerando il resto... Meglio smammare.
Questa settimana non l'ho nemmeno visto, se non una volta che è passato a lavoro ma l'ha servito Stacey.
Ci siamo scambiati solo qualche occhiata prima che se ne andasse senza neanche salutare. Non ho capito quale problema abbia, ma sinceramente, non me ne importa.

Okay, sì, me ne importa, ma voglio far finta di non essermi presa una quasi cotta per lui. Cotta che devo reprimere prima di mandare tutto a puttane.
Sto già riflettendo sul fatto che pensare ad Alex, sia nel bene sia nel male, occupa già troppo tempo nella mia vita e questo non va assolutamente bene.

Non posso in assoluto provare qualcosa per lui, soprattutto perché so per certo che non è il tipo di uomo che farebbe al caso mio. Si sarà scopato quella tipa nei bagni del Paradise o in macchina o nella sua vera casa, giusto il tempo di fare scenate di gelosia ipocrite per poi ignorarmi.
Mi viene quasi la voglia di fargliela pagare.

Forse potrei recuperare il numero di Brian, scoparmelo, e mandargli una foto con scritto: 'guarda come do spettacolo'.
Okay, non esageriamo, Kate. Sei superiore.
Basta.

La devo smettere di pensare a lui.

Peccato che lui me lo renda difficile.

O meglio, il suo appartamento me lo rende difficile. Farmi la doccia nel suo bagno me lo rende difficile, dormire nel suo letto lo rende difficile.

È in ogni cosa. In cucina, sul divano, tra le lenzuola quando non riesco a dormire e penso a quanto vorrei averlo in mezzo alle mie gambe.
Devo essere l'unica deficiente che si prende cotte per i padroni di casa misteriosi dagli occhi azzurri.
E, forse, anche l'unica deficiente che decide di scrivergli un messaggio alle due di notte.

      IO: Ciao.
       ALEX: Kate.

Ah, beh, sa il mio nome.

Grazie per l'appunto, Alex.

      ALEX: Che ci fai sveglia?
      IO: Non riuscivo a dormire.
      IO: Tu?
       ALEX: Lavoro.
       IO: Wow. Stacanovista.
       ALEX: Sei un avvocato. Sai come funziona, Kate.
       IO: Ero. Già.
       ALEX: Ti ho vista al locale mercoledì.
       IO: Si? Io non ti ho visto. Stavo lavorando.
       ALEX: Immaginavo.
       IO: Ho trovato un appartamento. Devo solo firmare... 
       IO: E organizzare l'ennesimo trasloco.
       ALEX: Quando?
       IO: Questi giorni.
       ALEX: 👍🏻

Un pollice all'insù? Davvero, Alex?
Fanculo a me che gli ho scritto.

***

Il gentilissimo impiegato della banca per poco non mi rideva in faccia quando ha aperto la mia busta paga e il mio vecchio contratto d'affitto. 'Non possiamo aiutarla, signorina Anderson, siamo spiacenti', ha detto. Mi sono dovuta sforzare di sorridere e andare via senza scoppiare a piangere.

Standford non mi aveva preparato a questa vita. La laurea a pieni voti nemmeno. E la carriera alla Fox non mi aveva preparato a vivere per dieci dollari l'ora in monolocali scadenti e supplicare l'aiuto di sconosciuti che ti offrono appartamenti.

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