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Il sole doveva ancora sorgere quella mattina e Theron era già nei giardini a stracciare le erbacce, intenzionato ad evitare il principe e saltò anche la colazione. Impegnato nel suo lavoro, non percepì la presenza di un'altra persona fino a quanto non sentì la voce.

- "Piccolo omega, non è educato evitare le persone che ti ospitano e non è educato evitare il tuo compagno."

- "Ti sbagli, sto evitando solo te e, per la cronaca, non ho accettato di essere il tuo compagno."

- "Non ancora ma presto accadrà piccolo omega."

- "Non succederà mai e non chiamarmi piccolo omega."

Se prima avesse cercato di evitare un confronto faccia a faccia, ora si sarebbe voltato per affrontarlo. Gli puntò il dito contro parlandogli in cagnesco, non accettando di essere chiamato in quel modo dal principe. Ma Zephyr sembrava divertito dalla situazione, come se il suo scopo fosse quello di farlo innervosire. Gli afferrò il dito e lo attirò a sé; i loro visi erano così vicini che i respiri si univano in uno solo. Gli occhi del più grande percorrevano ogni centimetro del viso di Theron che, intanto, provava a liberarsi dalla stretta di quel predatore.

- "Ho dovuto aspettare la tua maggiore età per reclamarti come mio, piccolo omega. Ora che sei qui non credere di potermi scappare a lungo, la mia pazienza ha un limite e tu lo stai oltrepassando."

- "Lasciami, non voglio avere nulla a che fare con te e il resto degli alpha."

Al contrario della sua richiesta, la presa sul proprio corpo aumentò e ciò lo costrinse a lamentarsi per il dolore. Anche se forte, rimaneva pur sempre un omega e, come tale, non poteva eguagliare la forza di un alpha. Chiuse gli occhi e pensò a come liberarsi dalle grinfie di Zephyr ma il suo odore gli offuscò la mente, impedendogli di usare la logica e dovette usare l'unico metodo che sperava potesse funzionare.

- "Ti prego, lasciami per favore."

- "Non faccio nulla per niente Theron, cosa ci guadagno?"

- "Hai vinto ok? Sarò il tuo compagno, ma sotto le mie condizioni."

Soddisfatto di sentire quelle parole, Zephyr lasciò andare il più piccolo che, una volta libero, si allontanò di alcuni passi per mettere tra di loro della distanza. Avrebbe voluto maledire sé stesso per aver pronunciato quelle parole ma ormai era tardi. Il maggiore aspettava le condizioni a braccia incrociate, così incominciò a parlare.

- "Quando siamo soli devi starmi lontano e se proprio hai necessità di avvicinarti devi chiedermelo. Io dormirò nella mia stanza e tu nella tua, non voglio spiacevoli sorprese da parte tua. Questo fino a quando non cambierai atteggiamento e, quindi, mi farai cambiare idea su di te."

- "Devo davvero accettare queste ridicole condizioni?"

- "Si, altrimenti dimentica la storia del compagno."

- "D'accordo, accetto."

Così i due si strinsero la mano per sigillare il loro accordo. Subito dopo, Theron riprese a lavorare: piantò alcuni fiori e ne fece tornare altri al loro tipico splendore con l'aiuto dei suoi poteri, tutto questo sotto lo sguardo felino di Zephyr. Anche se aveva accettato le condizioni del suo omega, era deciso a fargli cambiare idea e renderlo, finalmente, suo. Rimase a osservare la figura del più piccolo per molto, poi dovette rientrare nelle sale del castello per adempire ai suoi doveri.

Appena fu di nuovo solo, Theron lasciò uscire fuori tutta la frustrazione accumulata fino a quel momento. Tirò un pugno alla terra, procurandosi alcuni tagli sulle nocche a causa delle piccole pietre presenti sul suolo. Si sentiva stupido per aver ceduto troppo facilmente ed essere caduto nella trappola del principe. Intanto, l'alpha che tanto odiava era di buon umore e ciò non passò inosservato agli occhi dei suoi genitori. Solo Callista ebbe il coraggio di chiedere il motivo di quel suo cambio d'umore e lui disse il poco che bastava per far capire che stava per ottenere ciò che voleva. Il resto del tempo lo passò a valutare alcune strategie burocratiche per ampliare i loro territori.

Theron's Eden Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora