6

252 10 0
                                    

Le prime luci iniziarono a farsi strada nell'empireo, la porta della stanza di Theron si aprì. Gli occhi del giovane omega si serrarono appena sentì il peso di un'altra persona sul materasso e il fiato gli si fece corto quando sentì l'odore di Zephyr nella stanza. Nel giro di pochi secondi si trovò in trappola, nelle grinfie del principe. Un brivido percorse la sua schiena appena un sussurro giunse alle sue orecchie.

- "Dormi, mio amato smeraldo, è ancora presto."

- "Perché sei qui? Torna in camera tua."

- "Volevo passare un po' di tempo con te, visto che non starò al castello per tutta la giornata."

- "Torni al villaggio?"

- "No, c'è un affare che devo risolvere con i sovrani del regno di fuoco. Ho in programma di tornare sul tardi, probabilmente starai già dormendo."

- "Va bene, sta attento mentre viaggi."

Furono le uniche parole del minore prima di riuscire a prendere sonno. Tra le forti braccia di Zephyr sembrava un ragazzo indifeso, il viso rilassato e il respiro lento lo rendeva ancora più tenero agli occhi dell'alpha che, non riusciva a togliergli gli occhi di dosso. Accarezzava ogni centimetro del suo viso innamorandosi, sempre di più, di ogni piccolo particolare. Si inebriò del dolce profumo che emanava il suo corpo e gli lasciò alcuni baci sulla testa. Appena fu ora di andare via, Zephyr si allungò verso il viso del più piccolo e gli baciò la fronte, poi, si mise in viaggio. Theron si svegliò qualche ora più tardi. Allungò la mano dove prima giacevano le membra dell'alpha, il posto era freddo. Si mise a sedere e toccò le labbra ripensando al cedimento avuto quella sera. Si tirò su, il cuore batteva all'impazzata e andò in giardino, giocherellava con il pendente che aveva al collo.

Saltò la colazione, preferiva passare il suo tempo nel giardino. Lì poteva trovare la pace di ogni senso, mettere in chiaro i pensieri e rilassarsi. Andò al gazebo, lì poteva esprimere il suo potere come più gli piaceva: creò fiori gialli, blu, viola, rosa, di ogni sfumatura e tipologia possibile. Il soffitto e le colonne vennero adornate da graziosi rampicanti e sorrise vedendo il risultato. Terminato quel lavoro si intrufolò nella biblioteca. Prese un libro dalle mensole e andò a sedersi sulla comoda poltrona che si trovava al centro della stanza e, che, affacciava al giardino e rimase lì fino a quando lo stomaco non implorava per ricevere nutrimento. Durante il pasto conversò con i sovrani e con la giovane principessa. Il resto del pomeriggio lo trascorse insieme alla piccola Callista, che aveva il desiderio di vedere come avesse sistemato il gazebo.

Prima di andare a dormire le raccontò una storia e, quando chiuse gli occhi, tornò in giardino. Voleva aspettare l'arrivo di Zephyr e si sedette sul prato, lo sguardo puntato sui cancelli aperti. Non seppe quanto tempo rimase seduto ma, quando comparve la figura del maggiore, ebbe l'istinto di corrergli incontro. L'alpha era confuso da quel comportamento, ma non poté nascondere quel senso di felicità che provava a vedere il suo omega ad aspettarlo. Lo attirò tra le sue braccia e lo sollevò da terra, ciò costrinse Theron ad allacciare le gambe attorno ai suoi fianchi.

- "È tardi, non dovresti essere sveglio a quest'ora."

- "Volevo farti vedere una cosa. Andiamo al gazebo, mettimi giù."

- "Devo proprio, non possiamo andarci così?"

Theron scosse la testa e dopo vari tentativi riuscì a farsi mettere giù e trascinò il maggiore al gazebo. Proprio come un bambino che mostra un nuovo gioco al padre, lui era intento a far vedere il suo lavoro a Zephyr che, vedendo il sorriso sul volto del minore, non poté fare a meno di sorridere a sua volta. Rimasero a parlare, sotto il gazebo e quando ne ebbero abbastanza entrarono nelle calde e accoglienti mura del castello.

Theron's Eden Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora