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Dopo aver avvertito i genitori e i medici del risveglio di Theron, il principe non lasciò il suo fianco nemmeno per un secondo. Vennero raggiunti anche da Callista che, felice di vederlo vivo, pianse tante lacrime di gioia e smise solo dopo molti istanti. Anche se sveglio, fu obbligato a rimanere a letto per alcuni giorni in modo da far risanare tutte le ferite causate dalle fiamme. Gli venne portato da mangiare e fu aiutato a lavarsi, anche se a disagio si sentì molto grato dell'aiuto ricevuto.

- "Avete trovato chi ha appiccato il fuoco?"

- "No, trovarlo in solo un giorno è complicato ma credo che siamo sulla buona strada."

- "Non credo sia stata mia madre...insomma è dietro le sbarre."

Dalle labbra del minore uscì un sospiro esausto, era stanca di tutti quegli avvenimenti negativi nella loro vita e iniziò a pensare che qualcuno avesse lanciato, su di loro, una sorta di maleficio. A fatica si mise a sedere e poggiò la testa sulla spalla del maggiore che, prontamente, accarezzò dolcemente. Zephyr notò lo sguardò assente e pensieroso del suo compagno, così gli prese la mano disegnandoci dei cerchi immaginari sul dorso. Il silenzio riempì la stanza per qualche breve attimo, si udivano solo i loro respiri sincronizzarsi e mischiarsi all'aria di quelle quattro mura.

- "Credo che qualcuno abbia lanciato una qualche maledizione, altrimenti tutta questa sfiga non si può spiegare."

- "Tu credi nelle maledizioni?"

- "Certo che ci credo! Guarda cos'è successo: prima mia madre si imbuca alla festa, poi ci sequestra, il villaggio va a fuoco e quasi ci lascio le penne. Se questa non è una maledizione allora non so dire cosa sia. Non costa nulla far venire qui lo sciamano e capire cosa stia succedendo."

- "Va bene, se ciò ti farà sentire più sicuro domani lo faremo venire qui. Ora, però, devo andare al villaggio per dare una mano. Tornerò per ora di cena."

Zephyr posò un dolce bacio sulla fronte del minore e usci dalla stanza. Theron, una volta solo, provò ad alzarsi dal letto senza successo. Nel tentativo, di mettersi su, venne colto in flagrante da una domestica entrata per portargli dell'acqua e per cambiare le fasce. Venne rimproverato per ben dieci minuti dall'anziana e, alla fine della ramanzina, si sentì come un bambino piccolo che veniva gridato dalla mamma per una cosa sbagliata. Con la testa nelle spalle, lasciò che la donna cambiasse le garze e pulisse le ferite e appena stava per andare via, il giovane omega la fermò e le chiese di portargli dei libri per passare il tempo.

La domestica lo accontentò e gli portò una grand quantità di libri, tutti di generi diversi. Di nuovo solo, afferrò uno dei libri e iniziò la sua lettura. Le parole, in inchiostro nero, scorrevano velocemente sotto i suoi occhi e nella mente si facevano largo le scene di ciò che leggeva. immaginò di essere il protagonista e di dover affrontare un feroce drago che faceva da guardia a un tesoro. Era così immerso nella lettura che non si accorse della persona che lo stava osservando a braccia conserte e con la spalla poggiata allo stipite della porta. Alzò lo sguardo verso l'altra persona sono quando ne percepì l'odore e non aveva nulla a che fare con quello salino del compagno. Si trovò davanti la guarda, beta, arrogante e roteò gli occhi istintivamente; tra tutte le persone era l'ultimo a voler vedere. Sul viso della guardia era presente un ghigno che non prometteva nulla di buono, gli occhi erano accesi di una strana luce e per qualche secondo la sua spina dorsale venne percorsa da dei brividi ma cercò di non darlo a vedere. Mise, quindi, sul viso un'espressione indifferente e chiuse il libro che stava leggendo prima di parlare.

- "Per quale motivo sei nella mia stanza a reggere le pareti? Non hi nulla da fare?"

- "Ragazzo omega, parli come se la mia presenza non ti faccia piacere."

Theron's Eden Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora