Theron's Eden

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- "Mio dolce smeraldo, come ti senti? Hai bisogno di qualcosa?"

- "Non lo so Zephyr...mi sento furioso, triste...non capisco cosa io abbia. Ma ho bisogno di stare così, vicino a te, per un po'."

- "Mi dispiace non averti ascoltato prima. Non lo farò accadere più."

Theron annuì lentamente, sentendo un senso di sicurezza avvolgerlo mentre si lasciava stringere dalle braccia di Zephyr. Sapeva di non essere solo, sapeva di avere qualcuno al suo fianco pronto ad affrontare qualsiasi sfida insieme a lui. Si lasciarono, poi, andare l sonno, avvolti nel calore del loro abbraccio e nella promessa di protezione reciproca. Le tensioni della giornata si dissolsero lentamente, sostituite dalla tranquillità del sollo e della speranza di un nuovo giorno migliore.

Al mattino, i primi raggi del sole filtrarono attraverso le finestre della loro stanza, risvegliandoli da un sonno profondo e ristoratore. Theron si stirò lentamente, gli occhi socchiusi mentre si abituava alla luce del giorno che invadeva la stanza. Zephyr si svegliò poco dopo, il sorriso sulle labbra mentre guardava il minore con affetto. Allungò il collo verso di lui e gli posò un bacio sulla fronte, augurandogli il buon giorno. Il giovane omega sorrise, la tensione della giornata precedente svaniva dal suo viso mentre si avvicinava al principe. Si lasciò avvolgere in un abbraccio tenero, il suo cuore pieno di gratitudine per averlo al suo fianco. Si prepararono, poi, per affrontare il giorno che li attendeva, consapevoli che avrebbero potuto superare qualsiasi sfida. Con la mano nella mano, si diressero nella sala da pranzo e fecero colazione insieme agli anziani sovrani. Successivamente, Theron, si alzò da tavola e si recò in giardino e vi rimase per molte ore lì per sistemare le aiuole che iniziavano a cambiare colore a causa dell'arrivo dell'autunno. Ogni gesto era un atto d'amore nei confronti delle sue piante, un modo per preservare la bellezza e la vitalità del giardino anche durante i mesi più freddi. Mentre lavorava si lasciava trasportare dal ritmo rassicurante della natura, il suo cuore leggero e sereno mentre si abbandonava alla bellezza delle sue creazioni. Le sue mani danzavano tra i fiori con grazia e recisione, ogni movimento un tributo alla sua passione e dedizione per il giardino che tanto amava. Il giardino era come un rifugio sicuro in un mondo pieno di incertezze.

Il pomeriggio arrivò velocemente e nel castello, come promesso arrivò lo sciamano del villaggio. Il viso dell'anziano era scolpito da anni di esperienza e saggezza, indossava abiti ornati da simboli tribali e collane piumate e il suo portamento fiero e risoluto mentre si avvicinava ai due giovani. Il cuore di Theron fremeva e si torturava le mani impaziente di sapere se qualche maledizione incombeva sulle loro teste. Dopo le dovute accoglienze, procedettero con il rituale. Lo sciamano ruppe alcune ossa e le macinò in una ciotola e li mischiò insieme a dei liquidi contenuti in delle piccole ampolle. Pronunciò, in un sussurro, alcune parole e Theron si morse il labbro morendo dalla curiosità e dall'impazienza. Era così preso dalle movenze dello sciamano che non si accorse delle mani di Zephyr attorno ai suoi fianchi. Passò molto tempo prima che la cantilena cessasse e l'anziano si rivolgesse ai due amanti.

- "Non c'è la presenza di qualche maledizione o fattura. Ciò che avete passato sono solo dei momenti di sfortuna, nulla che non si possa risolvere."

- "Vi ringrazio, ora il mio compagno sarà più tranquillo. Vi faccio accompagnare alla porta."

Di nuovo soli, il giovane omega tirò un sospiro di sollievo. Zephyr incrociò le braccia e lo guardò divertito. Adesso che, anche, quella questione era risolta poterono respirare dell'aria tranquilla. Il tempo trascorse tranquillo e tutto tornò alla normalità: il villaggio venne ricostruito e si scoprì che la causa dell'incendio fu un pezzo di carbone acceso uscito dal forno del panificio, chi aveva quasi assalito Theron venne punito e con lui tutti quelli coinvolti con la storia del sequestro.