"Hanna, svegliati, perderai l'aereo!" urlava mia madre dal piano di sotto.
Accipicchia.
Mi stropicciai gli occhi. Era il grande giorno.
Sarei partita dall'Italia per volare fino in Corea del Sud per "studio". "Studiare", appunto, sarebbe stata una copertura. Io volevo incontrare Kim Jonghyun, il mio ultimate bias. Mi alzai dal letto e mangiai tutto quello che mia madre mi aveva lasciato sul comodino, poi mi diressi in bagno. Gli occhi arrossati contrastavano col verde intenso delle mie iridi. Lavai il viso, i denti e spazzolai i lunghi capelli mossi, castano scuro. Infine misi dell'eyeliner, mascara e un gloss sulle mie labbra carnose. In camera indossai i miei soliti jeans aderenti, la canottiera e la felpa, poi allacciai le mie converse basse. Corsi giu, dove mia madre e mio padre mi abbracciarono, e Seth, il mio fratellino di 5 anni, mi diede un bacino. Mia madre, come suo solito, mi chiese se avessi tutto e mi disse che mi avrebbe mandato i soldi per vivere li. Mi fece promettere di venire a casa per Natale. Io l'accontentai con un ''sì, mammina".
Salutandoli tutti, e trattenendo le lacrime, uscii, trascinando 2 enormi valigie, notando poi cio che mi aspettava in giardino. La mia vecchia classe, i miei amici, i miei parenti e praticamente tutti i miei conoscenti avevano scritto su un lenzuolo enorme "buon viaggio", e corsero tutti ad abbracciarmi.
Dopo mezzora di lacrime e saluti, caricai le valigie sul taxi, salii e andammo all'aeroporto.