L'indomani andammo alla stanza di Shika. Bussammo alla porta.
"Avanti, entrate!"
Wow. La sua stanza era tutta rosa, beige e azzurra, con le pareti tinte a righe verticali.
C'erano molti manichini vintage francesi con decorazioni a rose. La maggiorparte di loro indossavano vestitini fru fru, pieni di fiocchi, pizzi e balze. In un angolo c'era una scrivania disordinata con una macchina da cucire e moltissimi fogli disegnati, alcuni in pile ordinate, alcuni separati in buste e altri sparpagliati ovunque. Accanto c'era una cassettiera ricoperta da pelouches. Mi sedetti sull'enorme letto rosa a baldacchino. Sulle pareti erano affissi schizzi eleganti di vestiti spumeggianti.
Sulla parete opposta c'erano un armadio, una lampada, uno specchio elegante, una tavola da toeletta rosa (cosparsa di parrucche e prodotti cosmetici) e un paravento dall'aspetto antico e fragile, posto in un angolo.
"Hey Hanna, Kippeum, potrei farvi anche delle foto? Ci faró un'album..."
"Ma certo" risposi con un sorriso.
"Ora, per favore, andate dietro al paravento. Toglietevi i vestiti e mettete questi accappatoi, grazie"
Quando uscì disse:
"Kippeum, Hanna... Potete sedervi sugli sgabelli vicino alla toeletta?"
Ci accomodammo. Shika ci tiró su i capelli, stretti e attaccati alla testa (in realtá a Joy bastó fare solo un codino, considerato che aveva già i capelli corti).
Ci mise vari prodotti sul viso. Un fondotinta chiarissimo, quasi bianco. Ombretti, cipria, blush, ciglia finte, un rossetto leggero, eyeliner e lentine colorate, le mie rosa chiaro, quelle di Kippeum beige.
Ci mise una parrucca voluminosa e boccolosa. Erano entrambe con due codine alte. La mia era bionda platino, quella di Joy era azzurro cielo.
Per ogni vestito che ci faceva portare ci scattava 5 o 6 foto, davanti ad un telo verde.
Al decimo vestito, quando mi aiutò ad indossarlo, non mi accorsi di aver alzato troppo il braccio con la cicatrice.
"Cos'è questa?!"
"Oh, niente... Un incidente successo da piccola..."
Era sempre stata la mia scusa.
"un incidente" "da piccola sono caduta" ogni volta che dicevo una bugia del genere mi veniva una fitta al cuore, causata dal ricordo doloroso.
"Non ci credo. É una scritta. Nel tuo alfabeto. Cos'è?!"
"Niente!"
Shika perse il controllo.
"HANNA! DIMMI DI CHE SI TRATTA!"
Scoppiai a piangere. Uscii dalla stanza di corsa, lasciando Joy impietrita sul letto della giapponese. Mi rifugiai nella mia camera, sedendomi contro la porta.
Le lacrime scendevano dal viso, trascinando con sè tutto il trucco. Le gocce salate stavano inzuppando il vestitino verde menta e nero. Qualcuno bussò.
"Hey, Hanna, che succede?" Kippeum sussurrava dolcemente.
"Niente, vattene!"
Lei mormorò qualcosa, poi sentii i suoi passi svanire in lontananza. Dopo nemmeno 5 minuti bussó ancora.
"Kippeum, vattene!"
"... Non sono Kippeum. Sono Jae Hyun. Posso entrare?"
"...S-si"
Gli aprii la porta.
Se la richiuse alle spalle. Io lo abbracciai, senza preavviso.
Lui, stupito, mi strinse a sua volta. Scoppiai ancora a piangere, bagnandogli la spalla della t-shirt. Nessuno mi aveva mai fatta sentire cosí a casa.
Mi fece sedere sul letto, accanto a lui, sempre stringendomi.
"Hei, Han... Che è successo?!"
Senza volerlo gli dissi tutto. Del bullismo, Soraya, Camilla, la cicatrice, la donna in aereo.
Lui ascoltava, annuendo di tanto in tanto, o sussultando nelle parti piú tristi e violente. Le parole scorrevano come fiumi, come i fiumi di lacrime dagli occhi.Jae Hyun's POV
Cazzo. Che passato terribile. Come aveva fatto a sopravvivere a tutto ciò?!
All'improvviso smise di parlare. La guardai allarmato, poi mi accorsi che si era solo addormentata. Piangere stanca.
Chissà quanto aveva pianto, e quanto era stanca. Dalla reazione che aveva avuto, capii che non si era mai sfogata così. Non aveva mai avuto nessuna spalla su cui piangere. Ciò mi rendeva triste, e felice, al contempo.
"La fragile principessa guerriera" dormiva fra le mie braccia.
"Sei al sicuro, ora. Dormi bene."Kippeum's POV
Dopo un'ora, tornai alla mia stanza, per vedere se si era calmata. Quando aprii la porta vidi. Jae Hyun e Hanna erano sdraiati sul mio letto. Avevano i vestiti addosso (per fortuna, che schifo se l'avessero fatto sul mio letto, bleah!), sorridevano, finalmente sereni, ed erano abbracciati in modo dolce. Non come si abbracciano due fidanzati, era simile come si abbracciano due amici, o fratelli. Come se ognuno volesse evitare di far cadere l'altro nel burrone delle emozioni negative.
Sorridendo li coprii con la coperta.
Io mi accontentai di dormire nell'altro letto.
Mi addormentai serena. Finalmente tutto era sensato e immerso nella calma.