capitolo 2

1.6K 47 3
                                    

«Tutto bene, da quanti anni è che non ci vediamo dieci?» rispose lui, mi sa che ha perso il conto, pensai tra me e me.
«In realtà sono quindici.» risposi.
Lui fece un cenno con la testa come per annuire, prese le mie valigie e le mise in macchina.
Dopo poco mi aprì la portiera e entrai, Carola e lui entrarono e mio padre partì subito, dopo poco mi arrivò una chiamata era mia madre.
«Ciao mamma, tutto bene sono arrivata, ora sono in macchina.» la chiacchierata non durò molto, giusto il tempo di chiedermi se stavo bene e se ero arrivata.
«Chi era? Tua madre?» mi chiese mio padre.
«Sì, era lei» risposi.
«Come sta?» mi continuò a chiedere.
«Abbastanza bene, anche se il lavoro che ha ora non è dei migliori, la pagano pochissimo e i soldi che riceve non le bastano per pagare le bollette della casa.» risposi.
Il lavoro di mia madre era un lavoro come gli altri, lavorava part-time come cassiera in una Walmart vicino a casa nostra, certo non la pagavano chissà quanto, infatti non riusciva a sostenere le spese economiche di cui la casa aveva bisogno.
Dopo non molto tempo arrivammo davanti casa, non era una casa alquanto grande, era una villetta indipendente su due piani, con un ampio giardino all'esterno, la casa aveva ampie finestre, sia al piano superiore che a quello inferiore.
Era una casa di un color bianco accecante, la porta d'entrata dava su un vasto salotto, un divano molto spazioso occupava la maggior parte dello spazio, affiancate vi erano due poltrone.
Sulla parete vi erano diversi quadri, alcuni che sembravano molto costosi, altri invece, ero quasi sicura che mia cugina di 1 anno avrebbe saputo dipingerli meglio, non so che gusti abbia mio padre per quanto riguarda l'arte ma fanno veramente schifo.
Sulla parete c'era una tv da 85 pollici.
Successivamente c'era la cucina, anche essa completamente bianca, non era molto grande.
C'era lo spazio giusto per un forno, un frigorifero e un tavolo da pranzo.
«Kristine la tua stanza è al secondo piano, vicino a quella di tuo fratello.» mi riferì mio padre.
Vibrò il mio telefono.
1 nuovo messaggio.
Non ci feci molto caso, salii al piano superiore e cercai la mia camera.
Aprii una porta a caso, anche perché non sapevo minimamente dove stra cavolo era la camera di Simone.
«Ommio dio scusa!» urlai.
Dentro al bagno vi era un ragazzo, non molto alto, moro con dei capelli ricci bellissimi, quais da far invidia.
Era a petto nudo, da quel che ho potuto vedere sembrava essere un ragazzo palestrato, totalmente il contrario di mio fratello Simone, o per i suoi fan, Awed.
Chiusi la porta del bagno, e mi diressi completamente in un'altra direzione.
Davanti ai miei occhi avevo la visione di... in realtà non so minimamente chi sia.
Aprii nuovamente una porta sperando di non trovarmi davanti un'altro addome completamente nudo.

In love- Daniel DaddettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora