capitolo 3

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Finalmente arrivai nella mia stanza, dopo esser passata da un addome ad un'altro, il ragazzo del bagno non era di sicuro mio fratello, aveva una pelle abbronzata e un braccio completamente tatuato, aveva dei capelli ricci e di color nero, e aveva anche la barba.
Era molto più alto di me, quello era sicuro, anche se io pur essendo una ragazza sono abbastanza alta, circa 1.75m.
Decisi di levarmi dalla testa l'immagine di quel ragazzo e di cominciare a disfare la mia valigia, la camera non era chissà quanto grande, era completamente dipinta di un color rosa antico, il letto era a una piazza e mezza, le tende mi ricordavano quelle della mia casa in America, delle tende color cipria che si abbinavano perfettamente alle pareti, c'erano alcuni quadri con delle facce, io al contrario di mio fratello non avevo la fobia dei quadri che raffiguravano delle facce, ancora non ho capito il perché lui ne abbia paura, forse perché si sente osservato, però vabbè.
Comincio a disfare le valigie e sistemo le mie cose, dovrò rimanere in italia a tempo indeterminato, quindi fino a quando mia madre non mi dirà di ritornare da lei in America.
Qualcuno bussa alla mia porta, vado verso la porta e apro.
«Cos'è non si saluta più?» disse mio fratello.
«Simo!» rispondo io mentre lo abbraccio.
«Come stai piccrè?» mi chiese.
«Tutto bene tutto bene, te invece?» risposi.
«T'appost, c ré gli inglesi non ti piacevano chiù?»
«No non è quello, mamma non aveva i soldi per mantenere la casa  quindi mi ha mandato qui dal mio fratello napoletano di cui non capisco manco na parola quando parla, e comunque non sono inglesi ma americani.» risposi.
«Si si vabbuò che cambia.» mi rispose.
«Nulla nulla lasciamo perdere, una domanda, prima sono andata in bagno, perché avevo sbagliato stanza, e appena ho aperto la porta davanti a me mi sono ritrovata un ammasso di muscoli, letteralmente, non so andava in palestra anche quando stava nella pancia della madre? faceva le alzate laterali con i reni?» gli chiesi.
Simone scoppiò a ridere per la mia battuta.
«Oddio, non avevo mai sentito Dadda descritto in questo modo» Dadda?  e mo chi è?.
«Dadda?» chiesi.
«Sì, Dadda per gli amici, ma per gli sconosciuti Daniel Daddetta.» rispose.
«Daniel Daddettadissi pensierosa, incantata da questo nome.
L'ho già sentito da qualche parte questo nome.
«Sì, se vuoi dopo te lo presento.» disse mio fratello.
«Oh, va bene» risposi.
«Allora, hai conosciuto qualcuno di interessante in America?» chiese mentre si appoggiava sul mio letto.
«No, nessuno di interessante.» dissi, continuammo la chiacchierata, che non durò molto.
«Vabbè, io vado che devo registrare un video, anzi vuoi venire?» mio fratello mi colse completamente alla sprovvista, vabbè cosa ci potrà mai essere di male pensai tra me e me.
«Va bene, prendo il telefono e arrivo.» risposi.
Successivamente scendemmo e vidi che un ragazzo ci stava aspettando, appena entrati in macchina notai che era lo stesso ragazzo che avevo visto oggi al bagno.
«We Daddetton.» lo salutò mio fratello.
«Ciao simo.» rispose mentre mi guardava.
«Lei è mia sorella Kristine.» disse.
«Ciao, piacere Kristine, e tu devi essere Daniel giusto?» dissi.
«Si, ciao piacere Daniel per gli amici Dadda.»





SPAZIO AUTRICE
ciao ragazza, è la prima volta che vi parlo, come state? finalmente dopo due capitoli, quell'energumeno e la nostra Kristine si sono incontrati , ce l'abbiamo fatta, ditemi un po' cosa ne pensate, secondo voi come si evolverà la storia? sarà subito un colpo di fulmine tra i due, oppure si odieranno? mi farebbe molto piacere se lasciaste una stellina, graziee🫶🎄

In love- Daniel DaddettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora