capitolo 11

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Non avevo mai notato il piercing che aveva al naso, che in qualche modo gli risaltava il viso.
Qualunque cosa lui indossasse gli stava bene.
Aveva le sopracciglia quasi perfette, pensai.
Quando gli spostai il ricciolo lui mugugnò qualcosa, ma non ci feci molto caso.
Spostai la mano fino a coprire tutta la guancia, sentii la barba pizzicarmi la mano.
Aveva una pelle invidiabile, liscia e sembra ombra di imperfezioni.
Cominciai ad accarezzargli i capelli, mentre lui piano piano si avvicinava sempre di più, fino a quando non si appoggiò definitivamente sul mio petto.
Sentivo il suo respiro sbattere sul mio collo, ed era piacevole.
Restammo così circa una decina di minuti, fino a quando ad un certo punto lui si svegliò.
Mi guardò negli occhi con intensità.
Al mattino erano ancora più belli, tanto che mi persi nel loro profondo.
«Buongiorno.» sussurrò.
Per un momento ebbi un brivido che attraversò tutta la mia schiena.
La sua voce di prima mattina era roca e bassa.
«Buongiorno, come stai?» risposi.
Quando si accorse di essere poggiato sul mio seno prima mi guardò e poi rispose.
«Mai stato meglio.» affermò.
Richiuse gli occhi come segno di comodità e non di disagio.
A quell'affermazione mi scoppiò una savana nello stomaco.
Istintivamente sorrisi, e decisi di dargli un bacio sulla fronte.
«Ti vuoi alzare?» chiesi in modo gentile.
«Hm, no, preferisco stare qui.» rispose indicando con la guancia il mio petto, «È comodo.» aggiunse.
Avevo sempre avuto un seno prosperoso, e non mi meravigliai alla sua affermazione.
«Va bene, vuol dire che il caffè me lo godrò da sola.» dissi.
Lui istintivamente alzò la testa per guardarmi e sentire quello che avevo da dire.
«Anzi ti dico di più andrò in un Bar a farmelo fare, da un'altro barista.» affermai.
Non appena sentì quelle parole un fascio di gelosia trapassò le sue iridi.
Mi strinse più forte a sé tirandomi dalla vita, ormai eravamo attaccati.
«Tu non vai proprio da nessuna parte.» rispose serio.
«Tu rimani qui.» continuò.
«Facciamo un accordo, cinque minuti e ci alziamo.» proposi.
Annuì sul mio seno.
Dopo più di cinque minuti ci alzammo, andai in bagno e nel frattempo Dadda preparò la colazione, con il suo solito "famoso" caffè.
Mangiammo, e ci vestimmo.
Decidemmo di andare a fare un giro in centro, al Duomo.
Prendemmo la Smart di  Dadda e parcheggiammo vicino al Duomo.
I programmi erano:

-Fare un giro tra i negozi fino all'ora di pranzo.
-Pranzare in qualche locale del Duomo.

Cominciammo ad entrare in qualche negozio, prima Zara, poi H&M, Bershka e tutti i vari negozi di vestiti.
Arrivò l'ora di pranzo, decidemmo di pranzare in un locale proprio davanti al Duomo.
La location era perfetta.
Dadda fece qualche foto ai piatti e a quello che ci circondava.
Mentre pranzavamo mi arrivò una notifica su Instagram.

danieldaddetta ti ha menzionato nella sua storia.

Aprii la foto e repostai subito.

In love- Daniel DaddettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora