capitolo 10

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Dopo aver ordinato ci sedemmo sul divano in attesa dell'arrivo della cena.
Cominciammo a parlare del più e del meno.
Più lo guardavo e più mi rendevo conto di quanto fosse bello, e rimanevo lì, incantata, perdendomi nei suoi occhi, così profondi tanto da far sprofondare i miei in quelli di quest'ultimo, nelle sue labbra mentre pronunciavano le parole.
«Kri? Mi stai ascoltando?» Mi richiamò Dadda.
«Sì, sì, dicevamo?» risposi.
In realtà non lo stavo ascoltando minimamente, ma vederlo così spensierato, mentre mi parlava come se fossimo amici da una vita mi faceva stare bene, mi creava un fastidio piacevole nello stomaco, non so se chiamarlo farfalle nello stomaco.
Dopo una quarantina di minuti arrivò la cena.
Dadda scese a prenderla mentre io apparecchiavo.
Avevamo preso due pizze, tutt'e due margherita, sistemammo le pizze, da bere invece avevamo preso una coca cola rigorosamente zero.
Ci sedemmo a mangiare e dopo neanche una trentina di minuti avevamo già finito tutto.
«Avevi fame eh?» dissi sghignazzando.
«Già, senti ti va di vedere un film?» propose.
«Va bene, ma se invece guardiamo qualche video vostro che avete registrato?» risposi.
«Va bene, per me è uguale.» affermò.
Sparecchiamo insieme, e poi io andai in bagno.
Dopo esser tornata vidi  Dadda sdraiato sul divano che mi faceva segno di poggiarmi su di lui.
E così feci, sentivo il suo respiro caldo e delicato, sbattere sulla mia fronte, con una mano mi accarezzava i capelli e ogni tanto se li arricciava intorno a un dito.
Decidemmo di mettere un video riguardante esperienze d.m.
Non smisi di ridere per un secondo durante la visione del video.
Verso la fine mi addormentai, però prima sentii Dadda darmi un bacio sulla fronte, e dopo quello caddi in un sonno profondo.

Il giorno dopo

Mi svegliai nello stesso letto del giorno prima, ormai sapevo di chi era, e l'idea di dormire lì mi piaceva, e non poco.
Però questa volta invece di essere sola mi svegliai con un braccio intorno alla mia vita.
Lo riconobbi subito, anche perché nera tappezzato di tatuaggi.
Sorrisi a quella visione.
Mi girai verso il diretto interessato.
Appena lo guardai mi mancò il respiro.
Era bellissimo pensai.
Le labbra socchiuse.
Le palpebre chiuse, le ciglia che contornavano gli occhi.
Un riciolo gli copriva una parte della fronte decisi di spostarlo senza però svegliarlo dal suo sonno profondo.

In love- Daniel DaddettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora