Dopo aver finito di mangiare pagammo e continuammo a fare un giro per il Duomo fino alla sera.
Poi prendemmo la macchina e tornammo a casa.
Durante il tragitto mi addormentai sulla spalla di Dadda.
Non avevo mai dormito così bene, in tranquillità.
Quando arrivammo mi prese in braccio e mi portò fino su casa.
Mi mise sul divano e continuai a dormire.
Almeno così ho fatto a detta sua.
Quando mi ero risvegliata mi aveva raccontato questo.
Cominciammo a parlare del più e del meno, delle nostre passione e dei nostri hobby.
Uscì fuori che a tutti e due faceva impazzire la palestra, quindi decidemmo di passare l'intero pomeriggio in palestra.
Mi preparai, solo che non avevo le cose quindi chiesi a Dadda un paio di pantaloncini con una maglietta.
Ovviamente mi stavano il doppio, però erano comodi lo stesso.
Appena arrivammo decidemmo di fare alcuni esercizi di gambe.
Mentre facevo la pressa decisi di provare a fare 100kg.
All'inizio lo stacco era difficile però dopo riuscii a fare circa due tre ripetizioni.
Poi pasammo a fare braccia.
Tra cui la Lat machine.All'inizio andò tutto liscio.
Quando però alla seconda serie decisi di alzare il peso, non mi risultò molto semplice eseguire delle ripetizioni.
Alla prima ripetizione sentii le braccia morirmi, nom riuscivo più a tirar su il peso.
Sentii delle braccia possenti prendere il manubrio per aiutarmi a fare delle ripetizioni.
Teneva una mano sul manubrio e un'altra sul mio fianco.
Immediatamente riconobbi i tatuaggi sulle mani, e istintivamente sorrisi.
Dopo aver fatto alcune ripetizioni, mi girai con tutto il corpo verso Dadda, che nel frattempo si era seduto davanti a me.
Il suo petto possente fu la prima cosa che vidi.
Siccome non c'era molto spazio dove eravamo seduti, decisi di agganciare le gambe intorno al bacino di Dadda.
Poi, con le braccia gli cinsi il collo.
Lui poggiò le mani sui miei fianchi, erano calde.
Ebbi un brivido su tutta la schiena.
Ed ero sicura che lui lo avesse capito.
Lo tirai a me dandogli poi un bacio a fior di labbra, che lui ricambiò.
Successivamente ci abbracciamo, dopo un po' decidemmo di andare a casa.
«La doccia la facciamo a casa?» mi chiese.
«Va bene.» risposi.
Arrivammo a casa dopo una decina di minuti.
Fortunatamente non c'era traffico, e per quello che avevo capito in questi giorni, Milano era molto trafficata, molto.SPAZIO AUTRICE.
Buongiorno ragazzi/e, come state?
Io tutto bene.
Chissà cosa succederà nel prossimo, come al solito vi chiedo di dirmi cosa ne pensate.
Se vi fa piacere potreste lasciare una stellina? ovviamente solo se vi è piaciuta questa parte.
Buona giornata, ci vediamo nel prossimo capitolo❤️
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In love- Daniel Daddetta
Short StoryKristine Paciello una ragazza di 26 anni con origini italo-americane, si trasferisce a Milano dopo aver passato la maggior parte della sua vita a New York, il motivo del suo trasferimento è suo padre, sua madre vuole a tutti i costi che lei riprenda...