Capitolo 16 - Emily

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Liam, è proprio energico al  mattino mentre io, sono più lenta di un bradipo in letargo.

Ha già corso per un'ora intera, si è fatto una doccia, si è preparato ed è persino andato al bar a prendere la colazione per me, e tutto questo prima che io riesca a mettere a fuoco il mio primo pensiero della giornata.

Liam è l'incarnazione della vitalità, i suoi gesti sono meccanici e precisi come quelli di un efficiente catena di montaggio, mentre io mi trascino a stento verso la cucina con gli occhi ancora socchiusi. Mi sento sempre come un vecchio grammofono che si avvia lentamente. Mi ci vuole una tanica di caffè per riprendere le forze e tornare in modalità umana.

«Grazie del caffè, mi sento già meglio. Allora, come hai dormito stanotte?»
Liam spalanca gli occhi.
«Veramente non ho dormito molto» confessa, mentre la mia mente gira a mille all'ora.

Sicuramente ha passato la notte con lei.

«Allora è andato bene il tuo appuntamento, visto che c'è stato un dopo cena con quella ragazza» chiedo, cercando di sembrare disinteressata, ma in realtà sono più curiosa di un gatto in un negozio di pesci.
Liam alza un sopracciglio. «Emily, quale ragazza?» domanda con un sorriso enigmatico.

Oh, Liam, non puoi nascondere nulla a una detective come me.

«La ragazza che ti piace» sussurro avvicinandomi, «quella di cui mi hai parlato. Sai, credo di aver capito chi è».
Liam si irrigidisce. «Emily, non ero con una ragazza ieri sera. Sono stato a cena con mio padre» risponde. La sua voce è calma, ma i suoi occhi, tradiscono qualcosa.
«Scusami, eri così carino che ho pensato a un appuntamento galante» ammetto.
Liam arrossisce. «Ero carino?» chiede con un sorriso malizioso.

Sento un'ondata di caldo improvviso invadere le mie guance. Odio arrossire! Non avrei dovuto dirgli che era carino ieri.

«Eri ben vestito

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«Eri ben vestito...voglio dire...sai anche tu di essere un bel ragazzo».
Liam si avvicina e il suo viso è a pochi centimetri dal mio.
«Sbaglio o stai arrossendo?»
E il mio cuore fa un salto mortale.

No, ti prego! Non così vicino.
Allontanati, altrimenti il cuore non smetterà mai di battere come un martello pneumatico.

Abbasso lo sguardo e comincio a sventolarmi con il palmo della mano. «Il caldo mi fa arrossire». Cerco di vincere questo momento d'imbarazzo cambiando argomento.
«Com'è andata con tuo padre? Non hai mai parlato di lui».
«Perché non amo parlare di lui».
«Posso chiederti perché?»
«Con la morte di mia madre, è come se avessi perso entrambi i genitori. Si è fatto assorbire completamente dal lavoro e la nostra famiglia, un tempo unita e felice, si è sgretolata. Quando mi guarda, vedo nei suoi occhi solo tristezza. Vede in me, solo la persona che gli ha portato via l'amore della sua vita. Il loro amore era profondo e da quando lei se n'è andata, qualcosa in lui si è spezzato. Non riesce più ad amare, nemmeno suo figlio».
«Come hai perso tua madre?»
«Un tragico incidente stradale. Quel  giorno, dopo gli allenamenti di basket, la pioggia scendeva incessante. Di solito tornavo a casa a piedi, anche con la pioggia. Mi bastava l'ombrello, ma quella volta mia madre decise di venirmi a prendere in macchina. Era una di quelle giornate in cui mettevamo le nostre canzoni preferite a tutto volume e cantavamo insieme, senza preoccuparci del mondo esterno.
Purtroppo, l'autista di un tir ha perso il controllo del mezzo a causa della pioggia scrosciante e ci ha colpito frontalmente. Mia madre è morta all'istante, mentre io sono rimasto in coma per ventiquattro ore. Mi sono svegliato in ospedale, con questa cicatrice sul sopracciglio e il corpo pieno di lividi e di dolori, però lei non c'era più.
Quel giorno ho perso anche il padre, che conoscevo e amavo, perché è cambiato radicalmente. Il suo sorriso è svanito e da allora i suoi occhi mi guardano sempre carichi di malinconia. So che incolpa me di ciò che è successo e forse ha ragione. Se fossi tornato a casa con l'ombrello, mia madre sarebbe ancora viva. Sai, da un punto di vista materiale, mio padre non mi ha mai fatto mancare nulla, ma io, avevo bisogno di altro. Avevo bisogno di essere amato e di sentire che ero importante per lui».
«Non devi sentirti in colpa. Nessuno poteva prevedere l'incidente».

La storia di Liam mi ha profondamente commosso. I suoi occhi, come i miei, sono colmi di lacrime. Vorrei trovare le parole giuste per confortarlo, ma certi dolori sono così personali e intimi, che solo chi li vive può comprenderli completamente.

Mi dispiace che abbia dovuto affrontare una tale tempesta interiore. Era solo un bambino quando le sue certezze si sono sgretolate come un castello di sabbia sotto la pioggia. Immagino quanto sia stato difficile per lui e quanto abbia dovuto lottare per trovare un senso in tutto ciò che gli è successo.

Si dice che il calore di un abbraccio vale più di mille parole. Spero sia proprio così perché senza pensarci due volte lo stringo forte a me sperando di infondergli un po' di conforto.

Da qui a qui, moltiplicato all'infinito - Love found again series (vol.1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora