Capitolo 36 - Emily

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«E questa busta, cosa contiene?» chiedo, prendendo  l'involucro tra le mani

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«E questa busta, cosa contiene?» chiedo, prendendo  l'involucro tra le mani.

«È una lettera di mio padre» risponde Liam, «mi ha chiesto di leggerla, ma non so se me la sento».

«Ti va se la leggiamo insieme?» gli propongo, posando una mano sulla sua spalla.

«La leggeresti tu per me?»
Apro la busta e comincio a leggere ad alta voce:

Dolce amore mio,
So che potrebbe sorprenderti che mi rivolga a te in questo modo, dopo anni di silenzi, ma non posso fare a meno di chiamarti così, perché sei sempre stato questo per me e lo sarai per sempre.
Non ho mai smesso di amarti, nemmeno quando il dolore era insopportabile e non riuscivo a esprimerlo e  a dimostrartelo.
Non ti ho mai raccontato la verità.
Sai, io e tua madre ti abbiamo cercato con tutte le nostre forze, mese dopo mese, ma tu non arrivavi. Ogni volta, l'esito negativo del test di gravidanza ci gettava nello sconforto.
Tua madre piangeva spesso, perché desiderava ardentemente diventare madre. Diceva che senza un figlio, si sarebbe sempre sentita incompleta. E io, nel mio silenzio, condividevo quel sentimento. Poi, un giorno, tornai a casa e la vidi. Era più bella del solito, con gli occhi che brillavano di felicità. Aveva fatto un altro test di gravidanza, e questa volta era positivo. Il nostro amore aveva creato un miracolo.
Te amore mio.
La prima volta che sentii i tuoi movimenti nella sua pancia, fu un'emozione indescrivibile.
Eri lì, parte di lei e parte di me, e sapevamo che presto ti avremmo visto.
Sei nato in un giorno di sole di fine agosto. È stato il giorno più bello della nostra vita.
Quel giorno abbiamo promesso di sostenerti, e di esserci sempre per te.
Perdonami figlio mio se non abbiamo  mantenuto quella promessa.

Mi fermo un attimo, le lacrime annebbiano la vista e rendono impossibile continuare a leggere. Alzo gli occhi e incontro lo sguardo di Liam: anche lui ha gli occhi lucidi e il viso segnato dall'emozione. Le parole della lettera ci hanno colpito entrambi nel profondo.

«Vuoi che continuo?» domando.
«Si ti prego».
Mi asciugo le lacrime e continuo a leggere.

Quel giorno di pioggia è ancora inciso nella mia memoria. Hai perso tua madre e hai perso me, e da allora il peso del rimorso mi opprime.
Sono passati quindici anni, ma la ferita è ancora aperta, e parlare di quel giorno è come rivivere l'angoscia che ho provato quando il mio cuore si è spezzato per sempre. 
Quel giorno, la mamma era preoccupata per te, lo ricordo bene. Uscivi da una brutta bronchite, e quel maledetto giorno di marzo era il tuo primo allenamento dopo tanto tempo.
La pioggia cadeva copiosa, e lei mi chiamò. "Non farlo tornare a piedi, sotto la pioggia," disse, "non voglio che prenda una ricaduta." Ma io ero dall'altra parte della città, bloccato nel traffico, e non avrei mai fatto in tempo per la fine degli allenamenti.
Decise di venire a prenderti lei, anche se detestava guidare sotto la pioggia.
Ti amava più di ogni altra cosa.
Eri la ragione per cui ogni giorno si alzava e respirava.
Tu eri il centro del suo mondo.
Liam, non ho mai avuto il coraggio di confessarlo, ma da quel giorno ho un peso sul cuore.
La sua morte è colpa mia.
Se fossi stato lì, come gli altri papà, forse lei sarebbe ancora qui con noi.
Non riesco a darmi pace perché se non hai più l'amore di tua madre è solo a causa mia.
Ho smesso di guardarti perché tu sei uguale a lei. Le somigli tanto e il tuo bel viso mi ricorda ogni giorno la sua assenza e la mia colpa.
E poi c'è la tua cicatrice, quella linea sottile sul tuo sopracciglio, il segno tangibile del pericolo che ho corso, non avrei potuto sopportare di perdere anche te.
Le ventiquattro ore in cui sei stato in coma sono state le più lunghe e difficili di tutta la mia vita. Un filo sottile ti teneva legato tra la vita e la morte e io mi sentivo disperato.  Se ti avessi perso, la mia esistenza avrebbe perso ogni senso.
Ma sei sopravvissuto, e ho ancora una ragione per andare avanti. Perdonami se sono stato assente e se non ho saputo dimostrarti il mio amore come avrei dovuto.
Ti amo più della mia stessa vita, molto più di quanto riesca ad esprimere a parole.
Sono sempre stato orgoglioso di te.
Dei tuoi successi, delle tue battaglie, e della persona straordinaria che sei diventato.
E da oggi in poi, ti prometto che non smetterò mai di dirtelo.
Se ora sono qui, a scriverti questa lettera è solo per chiederti di concedermi un po' del tuo tempo, perché non so quanto me ne sarà concesso di vivere.
Ho il cancro. Purtroppo questa malattia che mi divora non da certezze sul mio destino e ora desidero solo passare il tempo che mi rimane con te, figlio mio.
Sono stato un folle a lasciarmi sopraffare dai rimorsi e aver lasciato che il mio dolore mi imprigionasse.
Ho gettato via troppo tempo.
Ho fallito in tutto.
Ora, però, non voglio perdere più, neanche un secondo di quello che mi resta da vivere. Ti amo figlio mio. Perdonami.
Il tuo papà.

Liam piange, e io con lui.
Lo stringo a me.
Non ho mai sentito o letto, in tutta la mia vita, parole più toccanti di queste.

Asciugo le sue lacrime con i pollici mentre gli accarezzo il viso.
«Credevo che incolpasse me per la morte della mamma, invece lui si è sempre sentito responsabile per quello che è successo. Siamo stati degli idioti. Quanto tempo abbiamo sprecato, e ora, che so la verità, potrei non averlo più. Non voglio perdere anche lui. Non è giusto!»

Fa una pausa mentre le lacrime continuano a bagnarli il volto, poi mi rivolge un sorriso e dice: «Emily. Mi servono quei cioccolatini».

Penso che abbia ragione. È stata una notte intensa e straziante per tutti e due e abbiamo bisogno di un po' di dolcezza.

Divoriamo tutti i cioccolatini della scatola, provando tutti i gusti e ridendo su quelli più bizzarri, come se niente fosse accaduto, come se questa notte folle non ci avesse spezzato il cuore.

Siamo a brandelli ma allo stesso tempo felici.

C'è una canzone che mi piace molto di Andrea Cerrato, che si chiama "Ascensori", una parte della canzone dice:
"Lo sai che tu mi troverai
dall'altra parte delle difficoltà
e ovunque cercherai io sarò la,
come riparo da quelle tempeste che hai dentro, sarò il tuo Marzo quando in te sarà inverno... "

Ed è proprio così.
Anche se oggi, ogni equilibrio tra noi è cambiato, siamo felici di esserci stati l'uno per l'altra come un riparo dalle tempeste che ci hanno travolto e sconvolto.

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Spazio autrice ✍️

Ciao a tutti i lettori, volevo ringraziarvi per il tempo che state dedicando alla mia storia.
Vi scrivo dopo questo capitolo proprio perché è stato uno dei più impegnativi. Spero che vi sia piaciuto e di essere riuscita a trasmettere, almeno un po', i sentimenti del papà di Liam. È un uomo buono che non è riuscito a superare un lutto e si è allontanato dalla persona che ama di più, suo figlio. Ora però, che ha poco tempo da vivere, non vuole sprecare nemmeno un istante.
La vita è così... oggi esistiamo e domani potremmo non esserci più. Per questo è importante vivere intensamente ogni giorno, abbracciare le persone che amiamo e dirgli quanto gli vogliamo bene.

Da qui a qui, moltiplicato all'infinito - Love found again series (vol.1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora