🏔️Capitolo 8❄️

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💗SANEM💗

🌬️ “E questa mo’ chi è?”

“Vorrei saperlo!”

Osservo la sorpresa sul volto di Can mentre rimane per un attimo impacciato davanti alla cameriera.

«Ceyda?» le chiede stranito.

🌬️ “Quindi la conosce?”

“A quanto pare!”

«Proprio io» sorride lei. «Cosa ci fai qui?»

«Cosa ci fai tu qui?» le domanda Can evidentemente incuriosito.

«Sono qui per dare una mano ai miei genitori. Sono i proprietari.»

«Che sorpresa!» esclama Can.

«Eh, sì, che sorpresa!» ripeto molto sottovoce, ironicamente.

🌬️ “Non ti sembra di conoscerla?”

Osservo attentamente la rossa riccioluta mentre continua a conversare con il MIO ragazzo.

«In realtà ho approfittato di questi giorni di festa per stare in famiglia e rilassarmi. Tra qualche settimana dovrò partire per il Sud America e starò via diversi mesi» spiega, guardando sempre e solo il MIO ragazzo, e toccandosi di tanto in tanto le ciocche di capelli che le avvolgerei volentieri intorno ad uno spiedo.

«Mi sembra giusto, allora, che tu sia qui con la tua famiglia. Davvero non sapevo che fossero i tuoi genitori» le dà corda Can.

«Se sapevo che fossi venuto qui gli avrei detto di darti un trattamento adeguato.»

Assottiglio gli occhi e continuo ad osservare come lei fa la civetta con ciò che è MIO. Sarei curiosa di vedere dov’è capace di arrivare, continuando ad ignorare la mia presenza, ma mi schiarisco la voce.

«Ceyda, ti presento Sanem, la mia fidanzata. Siamo qui per festeggiare insieme l’arrivo del nuovo anno. Amore, lei è Ceyda, una skipper, come me. Ci siamo conosciuti a Gebze durante la gara di qualche giorno fa, lei era con Francesco Demir.»

“Ecco perché ci sembrava di averla già vista!”

🌬️ “La gattamorta che lo distraeva.”

«Molto piacere, Sanem!» esclama sorridendo la broccolona e allungando la mano.

«Il piacere è tutto mio, Sherida!» Le stringo la mano, esprimendomi anche con un sorriso che più finto non si può e sbagliando il nome di proposito.

«Non “Sherida”… Ceyda!» mi specifica lei.

«Oh, scusami, ma con questo brusio in sottofondo non si era capito» rispondo, portandomi una mano alla bocca e simulando una risatina.

«Tranquilla, non è successo niente!» esclama, sorridendo con tutta la simpatia di una pianta di ortica.

Intanto, di sottecchi osservo Can che mi scruta e, conoscendolo, so che si sta trattenendo per non ridere.

«Vuoi accomodarti a tavola con noi? O forse… Noo, scusami, sei qui per stare con la tua famiglia. Che maleducata!» esclamo, portandomi una mano sulla fronte e fingendo di vergognarmi.

Can è basito, ha uno sguardo a dir poco allucinato.

«Ma, no! Sei davvero gentile, Sanem. Accetterei volentieri ma non posso» si scusa la rossa, quasi dispiaciuta.

«Che peccato!» esclamo, fingendo di dispiacermi e guardando la ciorbă nel mio piatto che di sicuro si starà raffreddando.

🌬️ “Sono senza parole!”

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