❄️Capitolo 14❄️

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💙CAN💙

Sono tre giorni che Sanem si è trasferita, finalmente, nel mio appartamento. Dopo la discussione con i suoi genitori, nonostante il sostegno di nonna Huma, e la benedizione inaspettata di suo padre, sono trascorse quasi tre settimane, durante le quali la mia ragazza ha cercato di far calmare le acque con sua madre e metterla al corrente della indiscutibile decisione di venire a convivere con me. Le ho lasciato il tempo che le serviva a placare e a convincerla della sua decisione.
Spesso ho cenato a casa loro affinché potessero comprendere quanto le mie intenzioni con la loro secondogenita siano serie. Abbiamo persino fatto in modo che le due famiglie si conoscessero, la mia e la sua, così da fugare ogni dubbio su un mio eventuale ripensamento e abbandono. E nonostante la signora Mevkibe abbia tentato fino all’ultimo momento di trattenere sua figlia, inalberandosi persino con suo marito, ha accettato l’inizio della nuova vita di Sanem.

🌬️ “Quindi non c’è possibilità di un ripensamento?”

«No», sorrido.

🌬️ “Ne sei sicuro? Convivere con una donna non è come credi.”

«Ne sono sicuro.»

🌬️ “E’ proprio necessario?”

«Mi sembra di sentire mia suocera.»

🌬️ “Se credi che io mi offenda come quell’altra caschi male!”

«Ecco, sii un po’ più intelligente tu!»

🌬️ “Il punto è che io proprio non la sopporto.”

«È solo una mamma preoccupata, fa così, mette il broncio ma poi le passa» rispondo, prendendo le chiavi dalla tasca del giaccone.

🌬️ “Non mi riferivo a lei.”

Mi fermo. Poi sorrido e scuoto la testa.

🌬️ “Già sento il suo chiocciare.”

«Sono sicuro che ti mancherebbe!»

🌬️ “Sono tre giorni che cerco di far finta di non sentirla, ma è più fastidiosa di un intero pollaio.”

Mi viene da ridere. Anche Sanem sono tre giorni che parla di qualsiasi cosa quasi senza interruzione, tranne quando andiamo in agenzia.

🌬️ “Almeno, potresti dirle di lamentarsi di meno?”

«???»

🌬️ “Quando non parla la fai urlare come una gallina mentre depone le uova.”

Il mio sguardo è attonito e mi blocco nel mentre apro la porta di casa. Ha ragione Sanem quando dice che la sua voce è insolente; la mia non è da meno.

«Amore, sono qui!» le do voce, chiudendo la porta e andando verso la cucina.

Non odo alcun rumore. Sarà andata di nuovo in letargo? È domenica, probabilmente si sarà avvolta come un sarma nelle coperte e si sarà riaddormentata. Poggio sul tavolo i sacchetti con i croissant ancora caldi e che emanano un odore da far perdere i sensi.
Metto su il bollitore per il tè e, prima di preparare tutto su un vassoio, mi dirigo in camera da letto sicuro che il mio “involtino” sia ancora lì. Difatti, la luce che filtra dalla finestra mi dà una nitida visione della mia dolce ragazza rannicchiata ancora sotto le lenzuola, con la testa che fuoriesce di poco, giusto per poter respirare, e due occhi che mi guardano incantati.

«Buongiorno, tesoro mio!» Mi sporgo sul mio lato di letto per poterle lasciare un bacio.

«Buongiorno, amore! Avevo un po’ freddo, per questo sono ancora a letto» mi dice con la sua vocina dolce.

☃️Solstizio❄️d'inverno🏔️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora