capitolo 10

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Filippo era sul letto a godersi il suo ritorno a Milano, era contento di essere tornato, era tranquillo, anche se Milano non è proprio una città calma, pensava che dopo new york c'era Milano come città più incasinata, ma bella, era incantato da quelle stradine poco conosciute dove potevi camminavi sereno, senza alcuna pressione. Nel mentre che stava vedendo qualche video su instagram, arrivò un messaggio dall'unica persona che non si aspettava, Mirko, gli scrisse se sta sera aveva da fare, lui gli rispose di no e gli chiese anche perché di quella domanda, pur sapendo perfettamente che voleva uscire, "bha che ne so ci mangiamo qualcosa insieme sta sera" vibró il telefono tra le sue mani e vide il messaggio nell'anteprima di whatsapp, non sapeva cosa rispondere, lo sapeva che glielo chiedesse, ma quando lo vide scritto veramente, le lettere che formavano le parole così banali, non ci credeva, pensava che oramai non ci poteva essere più nulla tra di loro nonostante la proposta di Mirko di ricominciare da capo se volevano ancora sentirsi, ma non pensava che quel giorno fosse veramente accaduto, lui ci sperava, ma non aveva il coraggio di scrivergli, era sempre sulla tastiera con le dita che facevano finta di schiacciare i tasti per scrivergli il messaggio, ma quelle impronte non toccarono mai lettere desiderate di toccare, infatti chiudeva l'app e spegneva il telefono per non vedere più la schermata.
Adesso era la stessa cosa, doveva rispondergli, aveva sempre quel timore che non glielo faceva fare, quel timore che gli faceva provare qualcosa, ma non lo sa descrivere con precisone perché è proprio una cosa tanto sua che per lui è difficile tirarla fuori la teneva così strettamente legata, perché lui è sempre stato abituato a tenersi tutto dentro e per lui è una cosa difficile esporsi agli altri, ma anche con amici e parenti, perché non sentiva di essere a casa con nessuno, protetto e capito da nessuno. Alla fine dopo ben cinque minuti, che per lui sembravano passate ore, gli rispose che per lui andava bene per vedersi la sera stessa, Mirko rispose praticamente subito al qual tempo di Filippo, lui stava sognando che gli dicesse di sì, anche se sempre con quei mostri dentro di sé che gli provocavano sensi di colpa, ma lui era felice di stare con filippo sta cercando di non pensare che lui sia una brutta persona, anche se è difficile provarlo a conoscere, "fai tu mi fido" gli rispose Mirko aggiungendo una faccina che faceva l'occhiolino alla fine della frase, anche se sapeva che infondo non doveva far scegliere a Filippo dove andare al 'primo appuntamento', se si poteva chiamare così, ma non trovava altri modi, già dai suoi occhi azzurri chiarissimi, aveva capito che non fosse stato facile poi levarsi di torno dopo averlo solo visto di sfuggita, lo odiava, per quanto era bello, ma non per invidia, semplicemente odiava la sua bellezza perché lo faceva impazzire, e lui non voleva, giá aveva i suoi problemi adesso anche lui che arriva così tutto ad un tratto nella sua vita, con i suoi semplici occhi ma con un passato dietro.
Filippo si stava guardando allo specchio da almeno una ventina di minuti, non capì se li stava bene quella canottiera o no, alla fine però era quella che usava sempre, cosa doveva avere di diverso?, era la solita che usava per uscire con i suoi amici, era quella che metteva in discoteca quando non aveva voglia di vestirsi bene, ma adesso addosso quel canottiera faceva un altro tipo di effetto, voleva far colpo e non metterla giusto per, inizió a pensare che quella canottiera non gli stesse più bene, non la sentiva più suo, dato che adesso aveva dato una giustificazione precisa per cui metterla.
Avevano deciso di trovarsi in centro per poi incamminarsi insieme verso il ristorante, Mirko si ritrovò davanti al Duomo ad aspettare Filippo, intanto si mise a guardare un po' il paesaggio che lo circondava, non andava di solito in questo posti qua, perché insomma quando sei di Milano guardi tutto tranne veramente le cose più belle della città. Filippo tra una corsa e l'altra per arrivare alla metro riuscì ad arrivare in orario stranamente, dato il suo solito ritardo che faceva parte del suo carattere, peró non quell'aspetto di se non lo voleva far vedere a Mirko forse perché pensava che si potesse allontanare proprio nel momento in cui si stavano avvicinando, per vedere se ci fosse la possibilità che in un'altro universo stessero insieme, in un modo nell'altro tra le varie cose Filippo pensa alla probabilità delle cose, al destino, al per sempre, agli universi paralleli, e si poneva delle domande oppure delle riflessioni che credeva che neanche un genio saprebbe rispondere o semplicemente commentare, questo faceva parte anche un po' del suo ego. "Ciao scusami se sono in ritardo" arrivó davanti a Mirko che vedendolo già la pensava che fosse in ritardo, Mirko scuotendo lievemente il braccio cercó di spostare il giubbotto che copriva l'orologio, "no tranquillo sei in perfetto orario, sono io venuto prima per godermi un po' il tramonto al duomo" disse Mirko tranquillamente, amava i tramonti lo facevano sentire sereno, lo faceva capire che stava arrivando la notte, la notte che copre ogni cosa che fai dato
la sua segretezza e oscurità, l'avevano sempre aiutato queste magnifiche caratteristiche, a coprire i suoi momenti difficili, i suoi momenti in cui era insicuro sulla sua vita e sul suo fisico, i pianti fatti perchè era distrutto dalla relazione che aveva.
I due passeggiavano tra le vie di Milano per poter arrivare al posto in cui avrebbero cenato, stavano parlando del più del meno, la luna illuminava principalmente i loro occhi e i lori leggeri sorrisi tra un discorso e l'altro, l'aria era leggera, niente pressioni, niente troppe paranoie nelle menti dei due che potessero affliggere quel momento.
Erano arrivati al ristorante, più che un ristorante era un bar, dall'aspetto molto accogliente, c'era anche un piccolo gazebo con il pavimento fatto interamente di legno il tetto coperto con telo bianco di stoffa e delle lucine tutte intorno, gli piaceva veramente tanto a Mirko, sinceramente pensava peggio dato che lo aveva fatto scegliere Filippo, "ci mettiamo fuori o dentro? per me è uguale" chiese Filippo girandosi verso Mirko notando così che stava guardando il bar, "fuori mi sembra più bello" rispose e di conseguenza si misero fuori. Appena si sedettero quasi subito arrivò il cameriere consegnando il menù, risparmiandoli il momento di silenzio imbarazzante, e a dargli il benvenuto, dal menù capì che la specialità del locale erano in panini infatti c'erano di tutti i tipi, con delle immagini molto invitanti, da quando era arrivato continuavano a guardare sul menù consapevoli di aver già scelto da un po' quello che volevano, l'imbarazzo prese il sopravvento nonostante la conversazione di prima troppo spensierata per questo silenzio improvviso, infondo sapevano che sarà difficile scordare quella notte, così facilmente dato il rapporto che avevano, non si conoscevano eppure quelle cose che forse non dovevano mai scoprire, non per forza cose con doppi fini, anche cose dentro più profonde, come quell'attacco di panico di Mirko e della tenerezza di Filippo.
Arrivò il cameriere a chiedere cosa volessero, e dopo di che se ne andò portando via i menù, aveva tolto il loro rifugio dall'imbarazzo, "come ti sembra il posto?" chiese Filippo tirando fuori qualcosa per parlare, "bello, pensavo peggio" gli rispose Mirko ridendo all'ultima affermazione, "in che senso pensavi peggio?" chiese non capendo del perché stesse ridendo,  "no niente pensavo che non era buona idea farti decidere a te, dato che conosco molti posti" disse Mirko dopo aver capito che si è intrappolato da solo, "ti dico sinceramente io non sono tipo tanto da ristoranti, preferisco come puoi vedere questi tipo di bar", disse per poi sospirare, Mirko guardandolo notò i suoi occhi color ghiaccio persi nel vuoto, cercando chissà quale appiglio dove fermarsi per poter pensare a cosa parlare, la radio messa fuori dal locale iniziò a suonare le prime note di luna piena, il singolo che avevano fatto insieme, Filippo si girò ridendo verso Mirko che stava ridendo pure lui, "abbiamo fatto colpo" disse Filippo tra una risata e l'altra, "piena di bugie e di nient'altro sulla pelle uno sguardo che hai lasciato dentro di me" canticchió Mirko, forse perché lo aveva fatto apposta, alla fine erano rimasti gli sguardi incisi sulla loro pelle, tatuaggi che anche quando saranno anziani ricorderanno forse con nostalgia, nostalgia di quei tempi, in cui si detestavano ma chissà poi cosa succederà dopo, loro il futuro non lo possono prevedere ma possono decidere come andrá.

spazio autrice
ciaooo scusate se ci ho messo tanto ma volevo che questo capitolo fosse scritto bene, e spero di esserci riuscita.
un bacio e buona lettura🫶🏻

come se ci bastasse solo un'altra bugia - irama & rkomiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora