Scritta per il prompt #13 (Letto Disfatto) della Maritombola 14
---------------------------------------------------------Corri. Scappa. E se non riesci a scappare, cerca protezione in chi è più forte di te.
Sopravvivi. Ad ogni costo, con ogni mezzo. Fatti piegare, per non spezzarti.
Sono queste le lezioni che la vita gli ha impartito, tra labbra sanguinanti e nasi rotti.
Molosso l'ha visto, come lo guardavano appena aveva messo piede nella casa circondariale. Ha notato subito come gli altri carcerati avessero puntato la nuova "principessina" arrivata da Napoli.
Non l'aveva protetto soltanto dalle risse, e di questo avrebbe dovuto essergli grato. Riconoscente. Non venderlo come un infame quando la posta in gioco si era fatta troppo alta e aveva intravisto la possibilità di un futuro con Simò.
Ovvio che poi avesse preferito evitare di chiamare sua madre, prima di sparire. Come avrebbe potuto dirle che aveva paura?Ben gli stava. Con che coraggio si guardava ancora allo specchio, dopo quello che aveva fatto?
Il Professore e la guardia potranno anche avergli detto che ha fatto la cosa giusta, ma a lui non pare proprio. Sarebbe stato meglio nascondersi nel letto di Simone finché non si fossero calmate le acque.
Dio, come vorrebbe tornare indietro a quel pomeriggio con lui. Ad accarezzargli il viso in quel letto disfatto, ad imprimere a fuoco nella sua memoria ogni suo più piccolo particolare. Ogni neo, ogni cicatrice. Il suono della sua voce. Il suo sapore. Il suo odore. Già, ormai pure quello stava svanendo dai suoi vestiti. Avrebbe dovuto essere più egoista e chiedergliene degli altri. Tanto ormai...Dimenticherà anche come arrossiva fin sulla punta delle orecchie, quando lo chiamava "amò"?
Non vuole. Non può.
Ma quando mai ha contato qualcosa la sua volontà? Quando mai è stato capace di qualcosa che non fosse fallire miseramente?
Vale la pena lasciare il suo bozzolo di lenzuola, per azioni futili quali mangiare e lavarsi?
Non ne è più così sicuro. Non ora che non c'è più nessuno a far scorrere le dita tra i suoi capelli, a cercare riparo da quel mondo incasinato che li circondava nell'incavo del suo collo.
Vorrebbe almeno avere la possibilità di chiamarlo, di scrivergli. Di mandargli le musicassette piene di canzoni che glielo ricordano, manco fosse un teenager degli anni '90.
Invece no. L'hanno costretto a sparire, a tagliare tutti i ponti. Ad uccidere Domenico Bruni con le sue stesse mani. E un morto non le fa, le telefonate. Non può spedire alcuna missiva.Nessuno gli riparlerà più di domani luminosi, in cui sarebbero andati a concerti mano nella mano. In cui i Balestra sarebbero stati anche la sua, di famiglia.
Che illuso. Chi troppo vuole nulla stringe.
Si è avvicinato troppo al sole, e le sue ali si sono miseramente sciolte.-------------------------------------------------------------------------
A/N: Sia il titolo sia una domanda in particolare che si pone Mimmo sono prese da "Cantico Dei Drogati" di Fabrizio De André