"Scusa… t'ho già visto da qualche parte, ma dove?"
Parrebbe una pessima scusa per attaccar bottone, e Simone non era sicuramente il tipo che di solito si lanciava in certi approcci. Lui ci andava con i piedi di piombo e lasciava fosse sempre chi era eventualmente interessato a fare la prima mossa. Non si aspettava niente più di una botta e via, qualora effettivamente dall’altra parte l’interesse ci fosse. L’esperienza con il ragazzo che ormai era diventato il suo fratellastro — nessuno dei due aveva mai veramente considerato l’altro ‘una specie di fratello’, fino alla nascita di Tilde… poi avere una sorella in comune aveva scombinato totalmente le carte in tavola — gli aveva insegnato che salvare la faccia e la dignità era fin troppo sottovalutato.
Gli era comunque capitato di avere storie più lunghe di una notte, ma non era mai riuscito a entrare in sintonia con nessuno quanto avrebbe voluto… e la sua distanza emotiva faceva sì che fossero loro a mollarlo dopo qualche mese. Il fatto che non ne fosse mai particolarmente affranto cosa voleva dire? Era davvero incapace di superare ciò che aveva provato per Manuel?
Che poi, era davvero amore? A posteriori, non ne era più così sicuro.Fatto sta che quando aveva incrociato quegli occhi azzurri, mentre entrambi erano fermi ad ammirare la cupola del Guarini — ce l’aveva mandato un suo collega del Poli, sconvolto che in tutto quel tempo trascorso a Torino non l’avesse mai vista eppur professasse d’essere appassionato di arte e architettura — il suo cuore aveva mancato un battito e la sua bocca aveva pronunciato quella frase ancor prima che lui se ne rendesse conto.
E lo sconosciuto, invece di sbuffare e ignorarlo come avrebbe fatto chiunque altro, gli aveva risposto con un sorriso che gli aveva trasformato le gambe in gelatina.
”Ma sai che t’ho già visto pure io?” non soddisfatto, poi, gli aveva pure posto la domanda mettendogli una mano sulla spalla con la scusa di sistemargli il cappuccio della tuta.
La questione andava subito approfondita, concordarono. Magari davanti a un tramezzino e un caffé?
Simone suggerì di andare da Platti, benché non fosse esattamente un locale per squattrinati. Quasi come volesse far colpo. Era però un posto in cui potersi rilassare, elegante e raffinato. Sì, era vero che il tramezzino era stato inventato al Mulassano — e quando gli raccontò la storia del termine, neologismo di D’Annunzio, si sentì un po’ troppo come suo padre — ma lì la scelta era decisamente più limitata e lo spazio troppo angusto.
Lì, raccontandosi aneddoti delle proprie vite, scoprirono che in realtà le loro strade non si erano mai incrociate prima.Michele — così si chiamava l’avvenente fuorisede, che aveva iniziato da poco a studiare Architettura… e Simone si ritrovò a pensare che aveva la faccia più da ‘Mimmo’, il che non aveva alcun senso — non aveva mai lasciato la Campania prima di salire nella capitale sabauda e quindi sicuramente non poteva essersi seduto accanto a lui sugli scalini del vicus scelleratus o su una nei pressi del Colosseo.
Eppure il suo volto gli era davvero familiare.
”Magari ci siamo incontrati in sogno?” Aveva suggerito, sornione. Ci stava per caso provando con lui?
”Non credo. Raramente li ricordo…” rispose, cercando di mantenere un tono piuttosto neutro. Non voleva dargli troppa corda: in fondo si conoscevano da poco più di un’ora, non voleva che si facesse un’idea sbagliata.
“O spiati via Instagram?” Quello era già più probabile, dal momento che li accomunava lo spirito da food blogger.
Però no. Se gli fosse capitato nel feed un tipo così, l’avrebbe già seguito da mo', non avrebbe mica aspettato fino a oggi...
Poi gli venne l’illuminazione."Non è che sei un ex alunno di mio padre, Dante Balestra?"
Per un attimo sbiancò, e Simone si chiese se per caso fosse quel ragazzo per cui aveva perso il lavoro. Ma no, quello aveva un altro nome che cominciava per M... Forse proprio Mimmo, come gli era venuto in mente prima.
"No, mai sentito nominare."
Gli stava mentendo, ma Simone non capiva il perché.
Avrebbe potuto chiudere la faccenda lì, pagare il conto giusto perché era stato lui a suggerire dove fare uno spuntino e a mai più rivederci.
E invece si ritrovò a volerne sapere di più. A voler sapere TUTTO.
Per quale motivo una persona che sembrava così solare e genuina, si era chiusa a riccio quand'era stato menzionato papà?
Cosa poteva avergli mai fatto?Lo avrebbe scoperto, a ogni costo.
Non si sarebbe di certo arreso alla prima difficoltà.