Dive

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Ne avrebbe anche abbastanza, di starsene lì sul bordo, ad osservare gli altri che si divertono.
Cosa mai potrebbe andare storto? Tutto, sì, ma anche se fosse non sarebbe certo la fine del mondo.
Smetterla di andare avanti come un'anonima comparsa sullo sfondo e reclamare il ruolo da diva incontrastata della propria vita, per usare le stesse parole di nonna Virginia — "sì, tu saresti un divo, lo so tesoro, ma qui io sto definendo una certa attitudine che necessita questa licenza poetica del femminile, non me ne volere" — tuffandosi nella mischia.

Sarà lo sfigato che a fine giornata è rosso come un'aragosta nonostante abbia passato ore a cospargersi di crema solare a fattore 50+?
Altamente probabile.
Troverà il coraggio di rivolgere la parola al ragazzo che ha notato prima che aprissero i cancelli soltanto nei cinque minuti antecedenti al loro rientro a casa?
Quasi certo.

Se fosse solo, magari, romperebbe il ghiaccio offrendogli il pranzo.
Un caffé sarebbe troppo poco e sarebbe un crimine se andasse via senza aver assaggiato il cotto e mozzarella che fanno al bar. E già lo sente Manuel che dice che "Napoli" c'ha la faccia di uno che di crimini la sa lunga — proprio lui, l'angioletto dalla fedina penale intonsa — ed è meglio che gli stia alla larga. Già gli è bastato sentire il suo accento, quando ha chiesto loro scusa per non essersi accorto che fossero già in coda e che non aveva alcuna intenzione di fregarli il posto, per uscirsene con dei commenti che han fatto desiderare a Simone di potersi sotterrare dalla vergogna.
E manco aveva notato l'effetto che quegli occhi azzurri e quel sorriso accecante avevano avuto su di lui, lì per lì.

Era stato sufficiente un quarto d'ora in cui non riusciva a staccargli gli occhi di dosso per far sì che Manuel iniziasse a dire che ha proprio dei gusti di merda in fatto di uomini — escludendo la cotta avuta per lui, ovviamente — e che non capisce proprio che fretta abbia di trovarsi qualcuno.
Che se ne stesse un po' zitto. Lo rifiuta malamente, più e più volte, e poi vuol metter bocca su chi può o non può piacere a Simone?
Gli può anche dare il beneficio del dubbio e supporre che le sue reazioni fossero dovute a una bifobia interiorizzata, ma ciò non lo giustifica. E non può certo pretendere che uno per cui dice di provare sentimenti ormai soltanto fraterni stia lì ad aspettare come un coglione che magari in futuro cambi idea e capisca che l'amare un altro uomo non toglie nulla alla sua millantata virilità.

Fatto sta che solo non è, per cui la scelta più saggia gli è sembrata quella in disparte a leggersi un libro. Che poi altrimenti si sarebbe messo a fare vasche a stile libero, a rana e a farfalla, chiedendosi se si stesse rendendo ridicolo con la sua tecnica un po' arrugginita... Metti mai che il fregno laggiù ne sappia qualcosa di nuoto.
Ecco, avesse almeno un nome per riferirsi mentalmente a lui con quello... Be', magari può chiederglielo ora che sta venendo verso di lui con in mano due bottiglie d'acqua.

Perché esattamente? L'ha visto accaldato? Ma se Simone non si è neanche tolto la maglietta, per non rischiare di prendere freddo prima di aver digerito la colazione come si deve.
Far colpo correndo in bagno anche no, grazie.

"Scusi, non è che me le potreste aprire voi per cortesia?" Dice, con la riverenza di uno che si sta rivolendo alla massima autorità presente in loco.
Simone non connette subito, quasi teme che lo stia prendendo per il culo con quella sua eccessiva formalità. Ma poi l'osserva meglio, nota come sia imbarazzato di dove chiedere aiuto per una cosa tanto semplice — non può sapere che suo padre s'è comprato un apribottiglie su Temu apposta, maledicendo quei tappi del demonio perché lui mica aveva l'artrite o la mano debole — e che deve averlo scambiato per il bagnino per via della sua T-shirt rossa.

"Se no m'arrangio, non c'è problema. Non sarebbe la prima volta." Indica una scheggiatura sui denti e non sia mai che Simone permetta la reiterazione di un tale reato.

"No, figurati. Lascia fare a me." Gliele apre entrambe, aspettandosi giusto un grazie prima che torni dalla sua ragazza. Ma il ragazzo rimane, si presenta come Mimmo — diminutivo di Domenico, ma giusto 'le guardie' lo chiamano così — e sostiene di doversi sdebitare tanto da parte sua quanto di sua cugina. Gli offrirebbe un caffé, ma l'ha già provato e fa piuttosto schifo, quindi magari qualcos'altro?

"Puoi sdebitarti facendo coppia con me a beach volley, più tardi?" Ancora non erano state formate le squadre per il torneo, per cui...

"Si suda troppo, Simò"

Simò. Simò. Simò. Neanche mezz'ora fa gli dava del voi, e mo' si rivolge a lui come se si conoscessero da anni. Che è poi la sensazione che ha anche lui, e non sa spiegarsi come sia possibile. Non gli è mai capitato di avere una sintonia tanto immediata con qualcuno, prima d'ora. Deve trovare assolutamente un'altra scusa per non perderlo di vista, per approfondire la loro conoscenza in futuro.

Be', gli sarebbe venuto in mente qualche modo prima di andar via. O no?

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