A kiss from a drunk

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You are My apple sin


Capitolo 6

"A kiss from a drunk"

You will always be fond of me.

I represent to you all the sins

you never had the courage to commit.

Oscar Wilde, The Picture of Dorian Gray

PoV Jeremy

-Perché sembri assente?- chiese con voce pesante, sospirando e gemendo, mentre si muoveva dentro di me.

Quella sera Dylan si era presentato a casa mia con un gruppo di amici, che nemmeno conoscevo, e li aveva praticamente lasciati di sotto da soli a bere e mangiare, mentre mi trascinava di sopra nella mia camera degli ospiti.

Ribaltai le posizioni mettendomi sopra di lui e iniziando ad impalarmi, volevo solo che tutto ciò finisse alla svelta.

Avevo tradito Dominic un'altra volta e non solo perché non ero stato in grado di ascoltare il suo consiglio, ma anche perché continuavo a desiderarlo anche mentre lo stavo facendo con quel ragazzo che avrei dovuto amare da una vita, ma che non vedevo affatto.

Era ormai inutile nasconderlo: amavo il mio futuro patrigno. Non era divertente?

-P... pensa solo a muoverti.- risposi, chiudendo gli occhi e stringendo le labbra, per impedirmi di urlare il nome di quell'uomo che non avrei mai potuto avere.

Dovevo odiarlo, dimenticarlo; anche a costo di strapparmi il cuore.

Dylan sotto di me grugnì mentre veniva nel preservativo che avevo insistito indossasse.

Non volevo più sporcarmi, non volevo sentire una parte di lui dentro di me; non quando ormai avevo capito che era esattamente come tutti gli altri.

Per lui non ero altro che uno strumento del piacere, il ragazzo che apriva le gambe a chiunque, una preda che se conquistata e imbrigliata non avrebbe fatto altro che portare notorietà.

Mi sfilai da lui, nascondendogli la mia insoddisfazione coprendomi con un lenzuolo e andando a farmi una doccia.

Avevo bisogno di pulirmi, di piangere e di una birra.

PoV Dominic

Avevo tardato più del previsto.

Sperai che quella sera Jeremy avesse mangiato, aveva detto che non sarebbe uscito, quindi confidavo col fatto che a quell'ora fosse già andato a dormire.

Parcheggiai la macchina accanto al marciapiede davanti a quella sontuosa casa dalla facciata bianca e il tetto blu.

Mi presi un momento per osservarla, incrociando le braccia sul volante e poi notai le luci ancora accese al piano di sotto e di sopra; segno che a differenza della mia immaginazione lui era ancora sveglio.

Scesi dalla macchina e con il telecomando la chiusi, affrettai il passo inquieto. Perché era ancora sveglio alle 2:30 di notte?

Come ogni volta la porta non era chiusa, un brutto vizio che Jeremy aveva e che non riuscivo a togliergli. Non importava quanto gli facessi notare essere pericoloso, lui continuava ad insistere sul fatto che nessuno sarebbe venuto mai a rubare in casa.

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