Era da poco passato mezzogiorno quando Aranel e Rhea superarono il primo crinale. Erano diretti ad Est, verso la città di Varys, antica roccaforte della regione di Astrel. Il cammino non sarebbe stato troppo impegnativo: si trattava di superare i monti Vresel, una serie di vecchie conformazioni rocciose che un tempo erano state rifugio per gli orchi. Un occhio esperto poteva ancora riconoscere qua e là i resti delle loro antiche costruzioni, amalgamate nella vegetazione a quelli che erano oramai i pendii di dolci colline. Dalla cima di ognuna la vista si perdeva sull'infinita brughiera che si estendeva verso nord. Un tempo il fiume Orinth inondava tutta la piana, come un immenso lago, ma il susseguirsi delle ere lo aveva portato a ritirarsi nella piccola valle più a sud, dove Aranel era passato qualche giorno prima. Mai avrebbe pensato che l'indomani si sarebbe avventurato fino a lì, sulla strada di Varys, per seguire una pista fiutata da tanto tempo e mai trovata; una pista che si era palesata per caso in un vecchio libro la sera prima.Da nord, i venti caldi della primavera cominciavano a spazzare la brughiera; piccoli arbusti e tralci verdi cominciavano a sbucare dal terreno argilloso, salutando il primo sole che nei mesi invernali restava perennemente offuscato dalla nebbia diffusa su tutta la landa, senza mai abbandonarla.
Rhea aprì leggermente il mantello; le ore più calde della giornata cominciavano a farsi sentire, ma la marcia sembrava dover continuare. Aranel avanzava al suo fianco, ma non accennava la minima parola. Da quando aveva letto il tomo, qualcosa in lui era cambiato; emanava una rinnovata determinazione; Rhea avrebbe giurato di poterla toccare. La cosa la rassicurava, ma continuava a non comprendere i motivi del cambiamento, né del loro viaggio verso Varys, la città dei mercanti. Che si aspettava di trovare laggiù?
Rhea si tastò il mantello, assicurandosi per la seconda volta da quando erano partiti che il tomo fosse ancora lì sotto. Di nuovo Aranel si era dimostrato interessato a un libro; non un libro qualunque: questo arrivava dalla biblioteca di Lantis, dalla sezione privata, la stessa che lui aveva richiesto di consultare in cambio della sua scorta. Perché? Forse già ne era a conoscenza? No, la sua reazione al vederlo era stata sinceramente sorpresa, ne era certa. Perché tanto interesse per i libri? Non poteva apprendere nulla da essi: uno stregone la magia non la studia. Ce l'ha e basta. No, c'era sicuramente dell'altro. Perché uno stregone come lui stava dando credito a una leggenda antica, di cui nessuno sapeva più nulla?«Come mai tanto silenziosa?»
La domanda la colse di sorpresa, immersa in tutte le sue elucubrazioni. Aranel proseguiva dritto, senza guardarla, ma si aspettava certamente una risposta da lei... che di domande ne aveva troppe.
«Non sono l'unica, no?» disse sardonica per prendere tempo.
Aranel proseguì senza rispondere. Rhea era incerta su cosa chiedere: non voleva apparire invadente o dare l'impressione erronea di non fidarsi di lui.
La strada cambiò pendenza, avevano cominciato a risalire la collina successiva. Avrebbero potuto prendere dei cavalli alla locanda, ma Aranel dovette pagare il danno che il suo incantesimo aveva provocato nel cuore della notte. Per la verità, quando se ne andarono dalla locanda, Rhea ebbe quasi l'impressione che alcuni degli ospiti fossero lieti della loro partenza. Se ne dispiacque un poco perchè, in fin dei conti, non era stata colpa loro: avevano subito un attacco e si erano difesi. Del resto sarebbe potuta andare molto peggio: se Aranel non fosse stato così abile nel controllarsi quando Eyreen si era presentata al loro tavolo... Rhea scosse la testa e abbandonò il pensiero.
«Da quando mi hai trovata son successe talmente tante cose: Eyreen, Travon, il libro...cercavo di fare il punto della situazione» esordì lei tra il serio e il divertito. Aveva lasciato volutamente il libro come ultimo elemento, per cercare un appiglio di conversazione
Aranel rise «vedila così: vogliono tutti avere a che fare con noi» disse ponendo l'accento solo sulle persone indicate da Rhea ed escludendo il tomo «purtroppo per loro, la cosa non è reciproca!»«É un vero peccato che la pensi così!»
Aranel e Rhea non faticarono a riconoscere quella voce ferma e strafottente. Da una piccola sporgenza rocciosa, una decina di metri sopra di loro, Eyreen li sovrastava, più imponente di quanto Rhea la ricordasse.
«Vedo che hai mantenuto fede alla tua parola: ci hai trovati in fretta!» osservò Aranel per nulla intimorito.
«É stato un vero dispiacere scoprire che ve ne eravate già andati, questa mattina. Deduco...» Eyreen estrasse lentamente la spada «che hai rifiutato la mia offerta!»
«Offerta la chiami!?» obiettò Rhea sdegnata «Avresti dovuto almeno darci una notte di tempo per rifletterci sopra, non credi?»
«Se ti riferisci all'aggressione che ha aperto la tua stanzetta in due, mi spiace deluderti, ma non è opera mia!» commentò fredda Eyreen.
«Ti presenti a noi dal nulla, minacciando una strage se non assecondiamo le tue richieste, e dovremmo credere che non hai nulla a che fare con l'attacco di ieri notte?» l'accusò nuovamente Rhea. Guardò verso Aranel che stranamente non l'aveva ancora zittita. Gli occhi di lui non si scollavano dalla spadaccina sopra di loro.
«Personalmente non mi servo di sicari, mi fido solo di me stessa!»
«Come supponevo» concluse Aranel calmo zittendo finalmente Rhea «l'aggressione di ieri notte è opera di Travon...»
«Travon?» Rhea non lo seguiva. Come poteva essere Travon il responsabile di tutto quello che era successo?
«Vogliono entrambi la stessa cosa, lui ed Eyreen, ma non sapendo dove la nascondevamo, Travon ha preferito ricorrere alla messiniscena dell'aggressione per convincerci della gravità della situazione e spingerci a consegnarla direttamente a lui». Rhea lo guardava sbigottita mentre nella mente elaborava gli eventi vissuti alla luce di quella rivelazione, ma ancora non capiva come Aranel avesse potuto intuire tutto ciò.
«Ho cominciato a sospettare quando ti ha vista» la anticipò lui, senza distogliere lo sguardo da Eyreen «ha detto di essere di Lantis, eppure non ti ha minimamente riconosciuta!»
«Mi dispiace interrompere le vostre confidenze, ma credo ci sia una questione da risolvere ora!» disse Eyreen sollevando la spada. Un sibilo attraversò l'aria, come se si fosse liberato dalla lama stessa. Aranel, per tutta risposta, schioccò le dita. Da sotto il mantello di Rhea, il tomo consunto saettò nella sua mano, pronta a riceverlo.
«É questo che vuoi tanto?» domandò il ragazzo.
Non lasciò ad Eyreen nemmeno il tempo di rispondere. La mano che reggeva il libro divenne incandescente: il tomo divampò, come una torcia inzuppata di qualche sostanza infiammabile. Eyreen e Rhea rimasero allibite ad osservare la scena, incapaci di reagire, incapaci di dire qualunque cosa. Il falò durò solo pochi secondi, tanto era la potenza del fuoco sviluppata dall'incantesimo di Aranel. Poi rapidamente si spense, lasciando un cumulo di cenere; il vento del nord la disperse completamente.
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Aranel, il segreto di Terys e Yuni
FantasyAranel, un giovane stregone solitario, girovaga per il continente procurandosi da vivere come cacciatore di taglie. La sua routine viene interrotta dall'incontro fortuito con Rhea, figlia di re Huon. Guidati da un vecchio tomo, i due intraprendono u...