Cap. 9 Il deposito

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Una mezz'ora dopo, grazie alla mappa ricevuta dal vecchio mercante, i tre raggiunsero quello che doveva essere l'ingresso del deposito di Robion Sym. Usciti dalla zona dell'esplosione, avevano corso ininterrottamente per le piccole vie senza essere ostacolati: le truppe restanti in città e gli altri cacciatori di taglie erano accorsi tutti al cratere. Rallentarono sporadicamente per accertarsi di non avere nessuno al loro inseguimento. In quei piccoli momenti di pausa Rhea studiò Eyreen per coglierla in fallo prima che potesse ritorcersi su di loro a sorpresa, ma la spadaccina sembrava interessata come lei ed Aranel ad uscire da quella situazione. Il ragazzo restò sulle sue tutto il percorso, senza permettere a nessuno di incrociare il suo sguardo. Qualcosa era cambiato ancora in lui. Rhea ebbe l'impressione che la vicinanza costruita fino a quel momento fosse andata distrutta con un pezzo di Varys nell'esplosione.
Giunti alla meta con il solo suono dei propri passi al seguito, si guardarono attorno smarriti. Erano giunti in una zona della città che pareva abbandonata: pur frenata dalle alte mura perimetrali, l'aria del deserto riusciva a sollevare la polvere dalla strada non battuta da tempo; le sterpaglie crescevano, si facevano spazio tra le crepe e si arrampicavano sui piccoli obelischi ornamentali che dividevano il selciato dalla zona pedonale; gli intonaci scrostati degli edifici lungo il viale penzolavano dalle pareti e sembravano oscillare pericolosamente sotto la spinta di quel pulviscolo turbinante; a pochi passi da loro, un uomo di bronzo intento a leggere aveva perso l'oggetto della sua attenzione e sembrava osservarli con scarso interesse attraverso le mani vuote. L'entrata stessa del magazzino non era esattamente come l'avevano immaginata: un muro spoglio, senza porte o finestre.
Si domandarono come mai il deposito di Robion si trovasse lì, in una zona dove ladri e banditi certamente avrebbero potuto facilmente creare un covo dove poter trafficare.

«Probabilmente Robion aveva la certezza che nessuno sarebbe riuscito ad identificare l'accesso al magazzino» concluse Rhea con la testa immersa nella lettura della mappa «ma anche in quel caso, avrebbe poi dovuto trovare il modo per entrare».
«Stai dicendo che vi è un apertura segreta?» chiese Eyreen.
Rhea non riuscì a nascondere una smorfia canzonatoria per quella domanda.
«Stando a questa mappa, siamo esattamente davanti all'ingresso» disse guardando la parere di fronte a sé. Eyreen e Aranel si avvicinarono per controllare meglio.
«Quindi ora saresti dalla nostra parte?» insinuò Rhea dubbiosa mentre Eyreen tastava la superficie di pietra con la mano. La spadaccina incrociò per una frazione di secondo lo sguardo interrogativo di Aranel e rispose alla malcelata accusa che la maga le aveva rivolto.
«Non sto dalla parte di nessuno».
«Non per essere scettica, ma poco fa eri una di quelli che ci stavano braccando!» incalzò Rhea sentenziosa. Sapeva che provocarla avrebbe potuto essere rischioso; lasciarla con loro avrebbe potuto esserlo altrettanto. La loro alleanza nella fuga era stata provvidenziale, ma per proseguire bisognava scoprire le intenzioni di Eyreen.
«Non per sottolineare l'ovvio, ma vi ho evitato anche di cancellare Varys!» commentò tagliente mentre toccava l'elsa della spada con una mano e indicava Aranel con un cenno del capo. Lo stregone tremò e si concentrò sulla pietra per non rispondere. L'ultima cosa che voleva era parlare di come la magia fosse sfuggita al suo controllo, ancora una volta. Il ricordo era troppo fresco, troppo familiare, troppo... sentì il calore crescere nelle mani, ma l'idea che oltre quella parete ci fossero delle risposte concrete ancorò le sue emozioni.
«Bene, grazie dell'aiuto, puoi riprendere la tua strada!» si intromise Rhea frapponendosi tra i due, ma si rese conto che una frase del genere era tra le più stupide in quel momento: puoi riprendere la tua strada...
Affettaci tutti adesso avrebbe avuto lo stesso significato.

«Voglio capire cosa sta succedendo» affermò Eyreen sicura mentre Rhea la ringraziò nella mente per non aver seguito il suo invito «capire chi era quell'uomo, perché conosceva i miei genitori...» guardò Aranel come a volerlo rimproverare «e riavere ciò che gli consegnarono anni fa». Lo stregone ignorò l'allusione
«Daniel e Moira...» mormorò esitante Aranel mentre cercava di ricordare i nomi pronunciati dal mercante. Eyreen lo guardò dritto negli occhi e per un attimo Aranel colse un lampo di innocente speranza, una speranza a cui non sapeva dar risposta.
«Robion non mi ha mai parlato di loro...»
«Chi era Robion?»
«Robion Sym, uno dei maggiori mercanti di reperti antichi dell'intero continente». Era assurdo non conoscere il suo nome, ma Aranel riuscì a celare il tono di evidenza nella sua affermazione per non apparire saccente. «Lui e mio padre fecero spesso affari insieme, è sempre stato un caro amico di famiglia».
«Reperti Antichi? Come quello che ti ha dato prima di morire?» domandò lei senza troppi giri di parole.
«Come quello» confermò l'altro guardingo.
«Posso vederlo?»
«Perché ti interessa?»
«Non so nemmeno cosa sia, a dire il vero!»
«Sei pazza se credi che ti cederemo Ternok così facilmente!» Rhea si intromise di nuovo.
«Ter... che?»
Rhea la osservò con diffidenza. Davvero la faceva tanto sprovveduta?

Aranel, il segreto di Terys e YuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora