«Tu ed io non possiamo scontrarci con Eyreen, mentre potremmo avere qualche possibilità se di lei si occupasse Robion...» disse Rhea ad Aranel; il ragazzo parve contrariato ma Robion si intromise con un cenno del braccio prima che lui potesse replicare, ben lieto di potersi rendere utile. Iniziò a far roteare nuovamente il suo bastone.
«Va bene» disse Aranel perplesso «ma noi occupiamoci in fretta degli altri». Sapeva perfettamente che il mercante non avrebbe potuto tener testa ad Eyreen molto a lungo, ma rallentarla quanto bastava avrebbe permesso loro di togliere di mezzo gli altri cacciatori di taglie, nella speranza di riuscire poi a creare un diversivo valido per sfuggirle una seconda volta. Scappare di nuovo: quel pensiero disgustava Aranel più del gettarsi nel fango di un recinto di porci, ma al momento era la sola cosa che avrebbe garantito loro di uscirne indenni.
Disposti a croce schiena contro schiena, ognuno rivolto verso il proprio nemico, Aranel, Rhea e Robion prepararono i rispettivi attacchi.
Poi Robion disse qualcosa che tramutò la tensione degli altri due in sgomento.«Eyreen...» mormorò incredulo; i due ragazzi si voltarono verso di lui disorientati «sei proprio tu...» concluse con voce commossa. Eyreen tergiversò.
Le truppe si mossero in fretta approfittando della distrazione generale: da sinistra piovvero frecce, Aranel alzò lesto una mano e una barriera invisibile incenerì i dardi non appena questi la attraversarono; Rhea ghermì con le mani la terra, una serie di tralci si materializzò sotto i palmi divincolandosi tra le dita e schizzò attraverso il lastricato contro il gruppo dinnanzi a lei, immobilizzandolo.Nell'impeto dei contrattacchi, nessuno notò i movimenti dell'incantatore asserragliato dietro gli arcieri. La sua lancia infuocata volò sopra le teste del piccolo battaglione e piovve al centro della croce formata dal trio. Forte l'esplosione: si ritrovarono divisi, scaraventati ognuno più vicino al proprio avversario; Robion finì ai piedi di Eyreen, l'incantesimo di Rhea si interruppe sbloccando la guarnigione. Il nemico colse il momento, gli archi si tesero all'unisono e una nuova raffica di colpi piovve tutt'intorno. Aranel fece per scattare in piedi e lanciare una seconda volta lo schermo inceneritore, ma una fitta fortissima alla caviglia gli impedì di rispondere al fuoco. Le frecce sibilarono. Rhea scattò dietro un muretto lì vicino. Poi il silenzio.
Aranel riaprì gli occhi, sorpreso di essere stato mancato da una saetta conficcata ad una spanna da lui. Si guardò intorno, ancora dolorante, cercando i compagni: Rhea sbucò fuori dal nascondiglio illesa. Robion era in piedi di fronte a Eyreen, ma le gambe cedettero. Lei si affrettò a sorreggerlo, un attimo prima che questi toccasse pesante terra, lo adagiò cercando di evitare che la freccia conficcata tra le scapole penestrasse più a fondo.
Aranel sgranò gli occhi. Le intimazioni ad arrendersi attraversarono l'aria sempre più ovattate. Robion era là, a terra, vittima di una scarica di colpi che lui non era riuscito a fermare.«Aranel, ti decidi a salire?»
Era la terza volta che John lo sollecitava, le redini già in mano. Il carro carico di bauli, stoffe e vasellame sostava impaziente come il suo conducente davanti alla porta di casa.
«Non trovo la mia pallina, papà!»
Un piccolo ragazzino dai capelli corvini e tagliati un poco a scodella si precipitò fuori dall'uscio, rovistando freneticamente tra i cespugli che delimitavano più o meno accuratamente la linea di confine tra l'erba del giardino e la strada di ghiaia.
«Se non sali adesso, vengo lì, ti prendi una sculacciata e poi ti lascio qui! Stamattina mi hai già fatto perdere fin troppo tempo!»
Robion uscì dall'ingresso con il suo solito fare un po' sontuoso e un po' bonaccione, a braccia leggermente sollevate mentre con la mano esibiva qualcosa.
«É questa che cerchi?»
Aranel guardò verso di lui: i piccoli occhi forse verdi, forse azzurri, si spalancarono con la bocca per lo stupore mentre un "oh!" di silenziosa meraviglia si dipingeva sul suo volto. Corse verso Robion, gli occhi ora più piccoli per l'immenso sorriso.
«L'avevi lasciata accanto al camino ieri sera...» disse l'uomo, consegnando il prezioso oggetto mentre con l'altra mano gli scompigliava i capelli, facendo così spuntare le sue note orecchie vagamente appuntite. Il piccolo corse verso il carro.
«Robion non ti ci mettere pure tu!» lo redarguì John.
«Io non mi ci metto, il problema te l'ho risolto!» disse l'altro ridendo.
Aranel fece per salire ma non riuscì ad arrivare all'altezza del gradino. John lo guardò, senza muoversi.
«Qui ci sta Robion, lo sai!» e così dicendo gli indicò con una mano il retro del carro per fargli capire dove sedersi.
Aranel perse il sorriso appena ritrovato e si diresse titubante verso il fondo. Notò su un lato un piccolo angolo libero adatto ad ospitarlo, scavato nella montagna di merce, ma la situazione non era differente rispetto a prima: come arrivarci?
Stava ancora cercando un appiglio nascosto da qualche parte quando i suoi piedi si staccarono velocemente da terra sollevati da due possenti mani e, ancor prima di rendersene conto, si ritrovò ad occupare proprio quello spazio adocchiato poco prima. Di fronte a lui, lo zio Robion sorrise compiaciuto.
«Presto ci arriverai!»
Aranel sorrise di nuovo, fiducioso per quel futuro rassicurante in cui le altezze non sarebbero più state sue nemiche. Ritirò le gambe penzoloni dal bordo e Robion richiuse la ribaltina per evitare che qualcosa cadesse durante il viaggio.
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Aranel, il segreto di Terys e Yuni
FantasyAranel, un giovane stregone solitario, girovaga per il continente procurandosi da vivere come cacciatore di taglie. La sua routine viene interrotta dall'incontro fortuito con Rhea, figlia di re Huon. Guidati da un vecchio tomo, i due intraprendono u...