La macchina del tempo

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Questa settimana è trascorsa rapidissima, tra un capitolo nuovo da aggiungere al mio romanzo e una telefonata di Gordon, il mio pressante editore della Gordon Lawrence Publishing che continua a chiedermi di continuo la stessa cosa: quando consegnerò la versione finale del mio romanzo. Ho evitato di dirgli che non so come terminare la storia d'amore tra Eveline e Angel. Non riesco a chiudere la narrazione con un banalissimo lieto fine a tasso glicemico, e non so come dirglielo, perché mi direbbe semplicemente che sono pazza e che "le lettrici vogliono la favola e noi dobbiamo dargliela". Agli ordini Gordon!Tornando a noi, Come deciso, mi accingo a raccogliere le mie esigue convinzioni positive sulla svolta epocale che potrei dare alla mia vita, che a differenza dei miei romanzi è priva di colpi di scena. Dopotutto, anche se la ginecologa mi ha detto con tono intimidatorio che se volessi avere un figlio non mi restano che uno o due anni di tempo prima di incontrare serie difficoltà nei tentativi di concepimento, questo mica vuol dire che sono una mummia del British Museum, no? - ma comunque, io non mi preoccuperei così tanto della mia fertilità, vista la puntualità del mio ciclo mestruale, che imperterrito mi appare puntualmente di notte a rovinarmi il sonno - e per carità, sia benedetto come apparizione mensile della Dea della Fertilità - più che altro è l'idea di sentirmi "fuori dai giochi" che un po' mi disturba. Lo ammetto, ultimamente mi sono dedicata troppo alla carriera rifiutando decine di inviti a eventi e serate a tema, nella città che non dorme mai . Purtroppo io, a differenza sua, di dormire ne ho bisogno - e come! Lo so, siamo nell'era della modernità, e non dovrei ragionare come se fossi di un'altra epoca, non dovrei affatto dare modo a questa specie di crisi esistenziale di farla da padrona... perché che vuoi che siano trentacinque anni? No ho figli, non ho un lavoro sicuro, non ho la villa con vista sulla città che speravo ma sono in affitto e... non ho ho nemmeno un ragazzo. Uno scenario incoraggiante, in un mondo ipocrita che ogni giorno ti spinge nella mischia a dimostrare, sgomitando, quanto vali! Ma non tutto è perduto! Men che meno i numeri in rubrica delle mie tre migliori amiche!
Le convocherò per una "riunione d'emergenza". Non posso affrontare questa sfida da sola! Devo rientrare nel mood dei "vecchi tempi" no?. «Barbara, Joanna detta Joy, e Maggie... a raccolta!», esclamo tirando fuori il cellulare dalla borsa adagiata sul groviglio di cianfrusaglie  sparpagliate sulla mia scrivania da lavoro. Digito un messaggio di testo da inviare a tutte e tre contemporaneamente, il quale ha un non so che di avventuroso. Mi sa di quei messaggi intrisi di disperazione scritti su pezzettini di carta di giornale,imbottigliati e gettati in mare, nella speranza che il destino ci metta lo zampino e li faccia arrivare alla persona giusta nel momento giusto.
Spero che il destino - sulla cui esistenza peraltro si dibatte da secoli - decida di allungarmi una mano insegno di resa!«Ci sono!!»
Solo due parole, ma saranno sufficienti per fare arrivare forte e chiaro a Barbara, Joy e Meg, il messaggio di S.O.S.che ho appena lanciato nel mare sconfinato dei miei disastri esistenziali. Capiranno che ho accettato l'invito di Barbara e sarò con loro al Crazy Pink.
Nel frattempo che rispondano, è ora di tirare fuori qualcosa di sexy da indossare e di dare una sistemata al nido di rondini che ha preso forma nei miei capelli spettinati.
«Un po' di musica è quel che ci vuole», sancisco decisa. Ordino alla mia assistente virtuale di avviare una playlist a tema con il mio stato d'animo e che mi faccia compagnia mentre mi preparo. Si sa che gli assistenti virtuali a volte fanno come gli pare, quindi lascio la scelta a lei la scelta, che sorprendentemente stavolta è più che azzeccata: parte Like a Virgin di Madonna, insieme a un volume altissimo che fuoriesce dal mio appartamento e richiama l'attenzione di alcuni passanti in strada, i quali divertiti improvvisano alcuni passi di danza sul ritmo travolgente della canzone.
«Scelta azzeccatissima!»
«Grazie, sapevo avrebbe fatto al caso», risponde la voce femminile e piatta dell'assistente virtuale.
Fantastico!Più che una scrittrice sono un libro aperto.
«E ora, vediamo un po' come azionare la macchina del tempo!» sussurro nell'atto di aprire le ante dell'armadio dove ho riposto tutto quello che di solito non metto più con molta frequenza. Accarezzo con le dita la fila di abiti scintillanti e affermo:
«Speriamo che siano ancora della mia taglia».

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