Tè, biscotti e confidenze!

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«C'è nessuno! Hey! Pianeta terra chiama Ellis Red! Sì quella che dice di voler diventare una scrittrice di fama internazionale e che ha chiuso con le relazioni sentimentali senza senso», Meg cerca la mia attenzione davanti a una tazza di tè.

«Scusate ragazze, ma da quella sera non riesco a smettere di pensare a quel bacio, è più forte di me e un po' me ne vergogno. Mi ero promessa che da ora in poi avrei evitato di perdere altro tempo in storie frivole, irrealizzabili o assurde e non capisco perché mi ritrovo qui a pensare a un tizio che potrebbe anche essere un fantasma a questo punto.».

«Oh bé, questo è sicuro, da come è scomparso rapidamente dopo quel bacio al quale pensi continuamente! Sono trascorse due settimane e non fai altro che guardare fuori dalla finestra e sospirare» mi ricorda Barbara «ma che cos'aveva sulla lingua hashis per caso?»

«Ragazze, ma non siete felici per Ellis? Aveva deciso di chiudere con i sentimenti, vivere solo per la carriera e invece guarda che sorpresa! Incontrare un uomo che le ha rapito il cuore nel momento in cui nessuno se lo sarebbe aspettato!», afferma decisa Joy azzannando subito dopo un coockie al cioccolato.

«Oh certo, nessuno se lo aspetterebbe di vedersi infilare una lingua in bocca al diciannovesimo piano di un locale super chic di Dumbo, frequentato da single, e con le canzoni strappa lacrime di Ed Sheeran, nel bel mezzo di uno speed date!»

«Bè cara sei tu che hai prenotato tutte e quattro per quel posto! Quindi se ora ti lamenti che Ellis è caduta in paranoia per quel tizio, sappi che la colpa è tua e tua soltanto!»

«Le cose non stanno esattamente così Joy» – precisa Barbara stizzita – « Per la cronaca: io non ho prenotato un appuntamento in un'agenzia matrimoniale o un corso di teologia per novizie, ma un posto in un locale alla moda pieno di bei ragazzi, molti dei quali utili per una serata in stile "mordi e fuggi" e se ben ricordo Ellis aveva deciso di iniziare una vita da single che fosse eccitante, libera e piena di emozioni nuove e priva di delusioni non necessarie!»

«Vorrei avere la tua perseveranza nel vivere ogni giorno con un generoso sconto sull'età anagrafica di almeno cinque anni Barbara», sospira Meg con ammirazione, riferendosi alle bugie bianche proferite da Barbare sulla sua età.

«Ragazze, ragazze! Ora basta!» – irrompo nel battibecco che sta avendo luogo - «Quel bacio è stato fantastico, non posso negarlo. Ma non avevo in programma, di sentirmi ancora così vulnerabile, credevo che dopo Cole, sarei finalmente riuscita a vivere come l'adulta che sono.»

«Che vuoi dire?», chiede preoccupata Barbara.

«Voglio dire, che ora mi ritrovo qui a dover tenere a freno la fantasia, e a vigilare sulla mia lucidità, quando invece avevo promesso a me stessa che sarei riuscita a tenermi al riparo da illusioni e delusioni. Tutto qui.» - confesso - «il fatto ragazze è che la realtà non è mai stata all'altezza delle mie aspettative... e credo che essere una scrittrice di storie d'amore in questo non mi abbia aiutata affatto.

Ecco perché non riesco più a credere in quello che scrivo, e che le mie lettrici vogliono da me. Perché qualcosa dentro la mia testa mi dice che non è vero niente, che nemmeno l'uomo più perfetto della Terra, saprà amare veramente una donna come fanno gli uomini immaginari dei miei libri.»

Silenzio. Mi sento sei occhi puntati addosso. Le ragazze hanno un'espressione letteralmente congelata, forse è la prima volta che mi sentono dire una cosa del genere, e di sicuro è la prima volta che lo dico in questi termini.

«Ora sapete come mi sentivo quando ho deciso di lasciare Cole, o meglio, come non mi sentivo.»

«O-K-A-Y mi sento in dovere di venire in tuo soccorso!» dice Barbara dalla sua poltrona con espressione di sconcerto poggiando la tazza di soprassalto sul piccolo tavolo – «capisco questa storia dell'età che avanza, del lavoro che non va come vorresti tu, dell'avere bisogno di trovare un valido motivo per stare con un uomo – e su questo sono più che d'accordo, specie se i motivi di cui parliamo si misurano in centimetri! ... Che c'è? Non mi guardate così! Non sarete mica diventate tutte illibate ora!», borbotta non appena si accorge che la fissiamo con espressione di rimprovero per aver rovinato un discorso che era partito benissimo.

«Giusto. Come fossi vergine! Ecco. Ricomincia da capo, da zero, e prendi tutto quel che viene, come viene! Non porre limiti alle emozioni qualsiasi essi siano – afferma Meg riprendendo i fili del discorso – «solo così potrai trovare quel che ti fa ancora battere il cuore, ne sono certa.». Questa deve essere una combutta della quale fa parte anche la mia assistente virtuale che mi propone canzoni dal titolo eloquente. Tanto vale andare dal chirurgo a prenotare una ricostruzione dell'imene, perché francamente non riesco a capire come si faccia a comportarsi come una vergine o cosa significhi sentirsi tale: è passato così tanto tempo da quando non lo sono più che sarebbe una bella scoperta anche per me.

«Sapete ragazze, credo voi abbiate ragione. Assolutamente ragione. Se è quello che intendete, da questo momento smetterò di sindacare su tutto, inclusa me stessa. E prometto che la finirò di criticare ogni mia scelta giusta o sbagliata che sia».

«Ben detto!» esulta Joy, battendo timidamente le mani. Forse la mia affermazione le risulta così esaltante perché la fa sentire meno in colpa per essersi strusciata con un paio di ragazzi al Crazy Pink, all'oscuro de l povero Potter. Ma comunque apprezzo il sostegno.

«In fondo era solo un bacio!» dico per mettere un punto alla questione. Probabilmente se il nostro incontro fosse andato oltre quella sera, mi sarei accorta da me che quel tipo, Jeremy, era solo uno come tanti.

Ma anche se non lo rivedrò mai più non dimenticherò il suo consiglio: crederò in me stessa, in quello che faccio. In quello che sono. Ha fatto bene a ricordarmelo ed è anche grazie a lui se mi sono finalmente decisa a dare al mio romanzo un lieto fine.

Un romantico, dolcissimo, e prevedibilissimo lieto fine. 

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