EMOZIONI INDESIDERATE

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Sono trascorsi tre quarti d'ora da quando io e il mio simpatico accompagnatore ce ne stiamo qui, a sorseggiare appoggiati al parapetto della terrazza, proferendo di tanto in tanto parola. Sembrava così loquace e ora ha deciso di dare inizio al gioco del silenzio. Certo che quest'uomo è persino più lunatico di me.

«Allora Jeremy Jones, di trentadue anni, cosa hai detto che fai nella vita?», gli chiedo per porre rimedio allo sconfortante silenzio che ci avvolge, con fare di giornalista d'inchiesta alla quale hanno assegnato il sevizio sulla misteriosa sparizione del buon vicino di casa insospettabile, che potenzialmente ora è un serial killer in fuga.

«Non l'ho affatto detto, per la verità!» - mh, no, non è ancora ubriaco. Lo dico io, che qui dentro ci mettono solo ghiaccio!

«Ho un negozio d'antiquariato nell'Upper West Side

Negozio d'antiquariato. Ora si spiega tutto.

«Dopotutto questa pacatezza inusuale e quell'espressione imbalsamata dovevano pur aver pure una causa», blatero tra me e me guardando il pavimento in senso di resa. Da brava ideatrice di racconti, ci avevo ricamato una trama più vivace, lo ammetto. Pensavo ad un proseguimento di serata avvincente, che sarebbe sfociato in un ballo scatenato ad esempio, e invece silenzio... un silenzio imbarazzante.

«Come hai detto scusami... "imbalsamata"? Mi stai dando della mummia se ho ben capito!»

«Ehm, ma no, cos'hai capito! Dicevo "bella serata"». Ha l'orecchio bionico anche. Io non riesco a sentire nemmeno le mie di parole con queste casse puntate nelle orecchie!

«Scusami, devo aver capito male. Spostiamoci più in là, sarà piuttosto difficile conversare del più e del meno a due passi dalla console».

«Devo proprio darti ragione. Altri due minuti qui e domattina dovrò andare di corsa dal medico per un controllo audiometrico», acconsento con la determinazione di una nonnina alle soglie degli ottanta.

Jeremy scoppia in una fragorosa risata. «Sei un bel tipo tu eh?».

«Sarebbe una domanda retorica o ti aspetti che sia io a confermare che ho la stessa vitalità di un bradipo? »

«No, no» – si giustifica, ridendo a crepapelle. Poi torna serio e continua «non volevo dire questo, intendevo solo che...»

«Solo cosa?», irrompo curiosa di sapere dove voglia andare a parare.

«Che sei l'unica donna che è riuscita a farmi ridere di gusto, da un bel po' di tempo a questa parte.»

«Non mi ritenevo spiritosa al punto di guadagnarmi la fascia di "Miss barzelletta d'America", ma ne prendo atto con soddisfazione» – replico stupida da questa considerazione. Non immaginavo che si possa faticare così tanto nell'incontrare persone piacevoli. Ok, sto mentendo. Lo credo eccome, visto che l'ho appurato io stessa. Non a caso sono ancora single.

Più le vecchie zie del Wyoming mi chiedono quando mi sposerò, più mi convinco essere in coppia non sia per niente semplice! A volte mi chiedo sul serio se il romanticismo non sia una frottola abnorme visto che in genere a vita breve e che serve a sostenere un indotto commerciale altrettanto abnorme.

Cioccolatini, rose rosse, gioielli e regalini di ogni tipo. Per non parlare dell'arrendamento della casa, delle automobili capienti per coppiette decise a sfornare dozzine di figli! ... E la cosa che più mi sconcerta è che io faccio parte di questo ingranaggio della menzogna! Sì: scrivere sciocche storie d'amore che non troveranno mai posto nella vita reale è una specie di truffa! E per cosa? Per pagarmi la rata salata dell'affitto del mio bilocale nel Greenwich Village, nell'attesa che il mio editore, tra una fumata e l'altra, si decida a farmi pubblicare oltreoceano. A far conoscere il mio nome ai lettori di tutto il mondo!

LIKE A VIRGINDove le storie prendono vita. Scoprilo ora