COLPO BASSO!

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«Quest'abito da cocktail è uno splendore», si complimenta Barbara nel vedermi scendere i quattro scalini all'uscita dal condominio, avvolta in uno svolazzante abito rosa cipria.

«Tu però con quell'abitino nero fasciante mi batti di gran lunga: a occhio e croce... hai il duecento per cento di possibilità di fare colpo su qualcuno», ribatto come quella che ha fatto la scoperta dell'acqua calda.

«Posso farne a meno. Ora dipendo solo dai massaggi thailandesi e dalle maschere facciali, dovresti saperlo.»

L'ironia pungente di Barbara mi mette sempre di buon umore. Lei, a dispetto del vestitino sexy che indossa, è quel genere di donna che "porta i pantaloni".

«Ah, ecco la nostra auto, andiamo, le ragazze sono già lì pronte per una serata tra donne come dio comanda», dice indicando l'uber che sta accostando e che ci porterà al Crazy Pink.

L'autista a quanto pare aveva più fretta di noi e siamo arrivate in un baleno. Il locale è davvero fantastico! Devo ammettere che litigare per questo privè è qualcosa per cui ne valeva davvero la pena!

Eh sì! Abbiamo litigato per cinque minuti con le modelle di turno che rivendicavano di avere una prenotazione assicurata – dicono sempre così le furbone, e che stavolta hanno dovuto accontentarsi del tavolo accanto al muro.

«Guarda che occhiatacce che ci stanno mandando, con tanto di formula woodoo di accompagnamento, ci scommetterei la mia eco pelliccia», sbotta con sorriso smagliante Barbara, lanciando in replica alle quattro stangone uno sguardo soddisfatto.

La cameriera ci porta le ordinazioni augurandoci un buon proseguimento e finalmente mi sento svecchiata di dieci anni. C'è un'arietta finissima, le sfumature del tramonto si dileguano affondando nel profondo blu della notte newyorkese, più viva e roboante che mai.

Mentre mi preparavo, tra un ombretto e un lip gloss, ho tergiversato sulla possibilità di raccontare alle mie amiche che tra me e Cole è con il quale è finita... in realtà non è mai finita.  Ci siamo visti due o tre volte - ok quatto- ma in diciotto mesi non sono poi tante, considerando oltretutto che si è trattato solo di una serata tra amici, con del sesso di mezzo, ma pur sempre tra amici.

Ingurgito un sorso ghiacciato, e per poco anche la cannuccia, e dopo aver preso fiato come una donna in sala parto e fatto assumere alla mia faccia un'espressione matura ma rilassata, esclamo:

«Io e Cole ci siamo rivisti.»

Silenzio. Non so se dovrei preoccuparmi perché questo improvviso tacere rappresenta il preludio di una ramanzina, oppure se le ho colpite in modo positivo. In effetti tutte e tre hanno sempre simpatizzato per lui!

«Allora! Nessuna opinione? Nessun "non ci posso credere"? », chiedo troppo ansiosa per sopportare i loro colli ruotati verso di me in sincronia come in una gara di ginnastica acquatica.

«Ma tesoro, noi sapevamo già tutto!», risponde divertita Meg.

C-O-S-A? Sapevano già tutto e me lo sbattono in faccia con quella risatina che sottintenderebbe il mio essere una povera ingenua che fino a questo momento credeva di essere capace di custodire imbarazzanti segreti? E poi, aspettate un attimo, come facevano a sapere già tutto? L'unico a sapere, oltre a me, che io e Cole ci siamo visti e rivisti è... proprio Cole! Maledetto villano. E così si diverte a spifferare tutto in giro. Magari aggiungendo che sono ancora disperatamente innamorata di lui.

Devo vederci chiaro. Riconquisto fierezza in volto, per porgere la fatidica domanda, che Meg e le altre aspettano da una manciata di secondi e credo che se non la facessi da me, sarebbero loro a non resistere alla tentazione di dirmelo, perciò affondo la lama nelle mie stesse ferite:

«Potrei sapere, se non vi dispiace, come diamine fate voi a sapere...»

«A sapere che infondo quel "grande infame" di Cole Harper, non è poi così infame sotto le coperte?», continua Barbara, suscitando lo spontaneo e pudico sorriso di Joy, che subito dopo cerca invano di ridimensionarsi portandosi una mano sulle labbra -Troppo tardi cara ti ho vista!

E va bene. Che male ci sarà poi in questo? Non è mica detto che per andare a letto insieme bisogni continuare a essere una coppia. Dopotutto l'importante è volersi bene, no?

«Ehm, potrei sapere da quale bocca è stata proferita questa indiscutibile verità, essendo io la protagonista della vicenda che vi fa tanto sorridere?»

«Non malignare baby, è solo colpa dell'alcool e del weekend se siamo allegre più del normale», afferma disinvolta Joy. Ecco, appunto: l'alcool ha disinibito anche lei!

«Ad ogni modo, non è stato il tuo Co- o- o- o- o- le», biascica Barbara in tono permaloso, per prendersi gioco di me, tant'è che poi scoppia in una risata, piuttosto fastidiosa.

«Se la cosa ti diverte aggiungi pure altre due "o"» - replico seccata.

Suvvia, non è il caso di prendersela, e poi perché non glielo chiedi da te come facciamo noialtre a sapere della vostra "liaison post fidanzamento", visto che lui è proprio lì! - afferma Barbara su di giri, sganciando un dito della mano dal bicchiere che stringe.

Vorrei seguire subito la traiettoria del suo dito indice che è puntato dritto oltre le mie spalle. Rimango a fissarlo impaurita, facendo convergere le pupille verso il centro della mia fronte, mentre noto che lentamente l'espressione sui visi delle mie tre amiche svitate sta cambiando. Per la precisione sta passando dal divertimento allo stupore.

Ma cosa avranno mai da guardare in quel modo, con tanto di bocche aperte?

"Ho capito, è il momento di voltarmi, dopotutto, io Cole l'ho visto anche senza vestiti, e mi dispiace per loro se si lasciano incantare così facilmente dalla sua bella presenza avvolta in eleganti vestiti firmati da Armani!" penso compiaciuta, non appena rammento che è lo stesso effetto che quel faccia tosta ha fatto a me per un bel po' di tempo, prima che la nostra storia diventasse logora e monotona come le sue battute maschiliste. Quindi per par condicio, ora mi faccio bastare anche solo "il dopo", i vestiti che indossa "nel prima" li lascio giudicare alle sue sostenitrici.

«Sarà forse il caso che tu... ti volti» – afferma Barbara con il dito che perde quota. Non capisco perché tanta enfasi. E va bene, so che mi reputano una sciocca per aver lasciato un ambito "genio della finanza" e che mi colpevolizzano per questo, ma non mi sembra che lui sia morto dal dolore – il suo cuore batte solo per Wall Street, credetemi. E poi da quando continuiamo a vederci da "amici", andiamo d'amore e d'accordo. Siamo più affiatati adesso di quanto non lo siamo stati nei tre anni di relazione ufficiale tristemente sepolti.

Dopo aver metabolizzato questi contorti pensieri, faccio un sorso dal mio bicchiere, mi passo una mano tra i capelli, raddrizzo la schiena e sono pronta a voltarmi, fingendomi inconsapevole della sua presenza alle mie spalle. Vanità miei cari tutti, è un vero toccasana a volte. E assunta a piccole dosi può risollevare ogni sorte – recita la vocina che parla a ruota libera nella mia testa, invogliandomi a voltarmi raggiante per incontrare lo sguardo di Cole.

Non credo a quello che vedo. Quello stramaledetto è in compagnia. In compagnia di una specie di coniglietta di Playboy pure. Ora si spiega il perché di tanta rilassatezza e nessuna lamentela delle sue. La colazione a letto della mattina dopo che sembra una merenda tra amici di scuola delle elementari, i pareri sugli acquisti, le risate davanti alla tv... altro che ritrovata complicità. Quel faccia tosta ha un'altra. Ed ha avuto il coraggio di continuare a venire a letto con me.

Questo è un colpo basso, ma molto basso!

Tutto sommato, ho fatto bene a lasciarlo. 

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