Capitolo 4

195 17 17
                                    

Varcammo l'entrata di quella casa, nell'aria si sentiva già puzza di alcol, sudore e chissà cos'altro, era irrespirabile.

Mi misi una mano sul naso per non respirare quell'inferno, mi guardai intorno e notai ragazzi intenti a bere, alcuni a strusciarsi e baciarsi e altri anche a farsi uno spinello. Andava tutto alla grande insomma.

Un tocco leggero mi fece sobbalzare e notai, la mano del signor James sul mio fianco, mi lanciò un'occhiata e mi trascinò a passo svelto verso la cucina. Era difficile camminare con questo ammasso di persone scalpitanti, ma dopo vari spintoni riuscimmo a farci strada dentro la cucina. Era grande e spaziosa, c'era un bancone grandissimo che era ricoperto di bottiglie pregiate di qualsiasi liquore.

Andai verso di essi cercando di prenderne un po' per fermare i pensieri, ma una presa possente agguantò il mio braccio e presa alla sprovvista iniziai a tirare calci e pugni.

<<Cazzo...fermati ragazzina.>>
Mi fermai all'istante e notai il Signor James con i capelli scompigliati, i vestiti stropicciati e un broncio su quelle bellissime labbra.

<<Che diavolo vuoi? Volevo solo prendere qualcosa da bere.>>

Cercai di afferrare di nuovo una delle bottiglie, ma la persona di fianco a me era di tutta altra idea. Mi prese per il braccio e mi spinse contro il muro, tastai la parete fredda dietro di me e notai che eravamo soli, e che tutti erano troppo presi a ballare per accorgersi di noi.

La mia guardia del corpo fece dei piccoli passi e me lo ritrovai davanti in tutta la sua bellezza, si abbassò fino ad arrivare alla mia altezza e mi fissò con uno sguardo serio da far paura.

<<Tu stasera non farai proprio niente, hai capito?>> Il suo tono rabbioso rimbombò per tutta la cucina, la sua voce si era fatta sentire anche con tutta la musica.

Passai la mano sulla fronte e cercai di mantenere la calma. Chi credeva di essere? Solo perché era la mia guardia del corpo, allora credeva di poter avere tutto questo potere su di me? Beh, si sbagliava. Credo.

<<Scusami? Io faccio quello che voglio, non sarai di certo tu a darmi degli ordini. E poi? Che ti importa se bevo o meno?>>

<<Mi importa eccome cazzo. Per tua informazione sei sotto la mia protezione, quindi è mio dovere accertarmi che non ti accada nulla. Sei stupida o cosa?>>

Rischiai quasi di tirargli un pugno in faccia. Non era mio padre, anzi, non era proprio nessuno per me. <<Da quanto ci conosciamo noi due eh? Due giorni? Ecco. Io già non ti sopporto più. Tu..>> gli puntai il dito nel petto <<Non mi stai simpatico, hai capito?>>

All'improvviso si irrigidì <<Beh se è per questo, neanche tu mi fai tutta questa grande simpatia...>> Si avvicinò a un palmo dalla mie labbra <<Ma lo faccio per lavoro, tu sei il mio cazzo di lavoro. Sei solo questo per me, stupida ragazzina.>>

In quel momento sentii il mio cuore perdere un altro pezzettino. Sapevo che lui lo faceva per soldi, però, sentirglielo dire faceva un po' male.

<<Vaffanculo, stronzo.>>

Lo superai a testa alta, e andai verso gli altri. Erano tutti impegnati a ballare, quindi perché non buttarmi nella mischia anch'io? A piccoli passi cercai di farmi strada tra di loro, e presa dalla musica iniziai a muovere lentamente i fianchi. Non mi importava di niente e di nessuno in quel momento, volevo perdermi tra le note di quella canzone e nessuno, me lo avrebbe impedito.

Le prime note di Chantaje risuonarono nella stanza, e io alzai le braccia in aria elettrizzata. Adoravo le canzoni di Shakira, le ascoltavo ogni giorno, era la mia musa praticamente.

Guardai dritto davanti a me e notai, due occhi di fuoco perforarmi la pelle. La mia guardia del corpo era poggiata al muro e mi osservava con due occhi che erano la fine del mondo, così presi e gli mandai uno sguardo di sfida. Beccati questa, stronzo.

Cuando estàs bien te alejas de , te
sientes sola y sempre estoy ahí
Es una guerra de toma y dame pues dame de eso que tiene' ahí
Oye baby, no sea' mala, no me deje' con las ganas
Ven y dímelo en la cara...

My BodyguardDove le storie prendono vita. Scoprilo ora