Capitolo 13

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Sono cresciuta senza l'affetto materno. Ho passato tutti questi anni senza questa figura. Sono cresciuta lo stesso eh, però avrei solo voluto provare quell'amore almeno una volta nella vita.

Ognuno dei miei compagni ha una mamma, tutti te hanno una, però la mia ha preferito farla finita più tosto che stare con me. Lei mi odiava, lei non voleva nemmeno che io nascessi, però alla fine purtroppo per lei sono nata.

Non avevo bisogno di nulla, volevo soltanto essere amata. Volevo soltanto viverla. Mi manca? Non lo so.

Come fa a mancarti una persona che nemmeno conosci veramente? Come fa a mancarti una persona che ha cercato tante volte di ucciderti? Ha provato svariate volte a sbarazzarsi di me, ha provato in tutti i modi, senza successo.

Non si può amare una persona così, no, non si può. E questo che penso ogni santo giorno, ed è questo che penso anche adesso mentre sono davanti lo specchio del bagno a truccarmi.

Sto cercando di mettere il mascara senza fare troppi danni, ogni volta mi sporco sempre e poi diventa un casino. Fra un po' arriverà Mia, mi ha praticamente obbligata ad uscire per andare a mangiare un buon gelato..quindi perché no? Era una settimana che non mettevo piede fuori casa, uscivo solo per andare a scuola o dalla psicologa, ma poi il resto del mio tempo lo passavo tra queste quattro mura.

Finii di truccarmi senza creare ulteriori pasticci, corsi in camera mia e presi la borsetta nera sopra il letto. Ero agitatissima, il solo pensiero di dover mettere piedi fuori casa mi metteva addosso una forte agitazione. La mia ansia non mi lasciava mai.

Presi un respiro profondo, mi toccai per un attimo nervosamente i capelli e decisi che era il momento di scendere giù. Aprì la porta e me la chiusi dietro, attraversai lentamente il corridoio e scesi le scale.

Mia era lì più bella che mai, solo che non era sola. C'era lui con lei.

Non lo vedevo da almeno due settimane, cosa diavolo ci faceva qui? I suoi occhi si legarono subito ai miei, mille brividi si fecero strada sulle mie braccia e io temetti quasi di cadere. Le gambe mi tremavano come non mai, vederlo di nuovo dopo tanto era una sensazione stranissima per me.

Distolsi lo sguardo e lo puntai sulla persona accanto a lui. Mia.

<<È molto che aspetti?>> domandai verso di lei.

Sorrise <<No, sono appena arrivata. Andiamo?>>

Avevo il cuore letteralmente in gola, volevo girarmi verso la sua direzione ma non potevo farlo assolutamente.

<<Ehm si, dai..>> mormorai piano.

Non riuscivo neanche a parlare, lui era troppo vicino e io non riuscivo a dire una frase di senso compiuto. Perché mi faceva quel dannato effetto?

Senza rendermene conto iniziai a camminare verso la porta ma una voce roca mi fece fermare all'istante.

<<Vengo con voi.>>

Mi girai lentamente e lo fissai sbigottita. Voleva venire con noi? Ma con chi pensava di avere a che fare? Prima non si faceva vedere per ben due settimane, e adesso tutto tranquillo diceva di voler venire con noi. Anche no caro mio.

Feci per parlare ma la voce di Mia mi interruppe.

<<Grazie fratellino, ma c'è la caviamo anche da sole. Non abbiamo bisogno del babysitter.>> Roteò gli occhi scuri al cielo.

<<Esatto, non abbiamo bisogno di te.>>

Per un attimo sentii il cuore farsi più pesante, non volevo rivolgermi a lui in quel modo, ma non avevo altra scelta.

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